Si è conclusa domenica la decima edizione di Middle East Now, festival cinematografico made in Florence che attraverso il cinema racconta il presente nell’area mediorientale, senza limiti di formato o linguaggio.
Per la prima volta, quest’anno è stato assegnato un premio in denaro per tutto ciò che è stato classificato come lungometraggio (dai 50 minuti in su), sia che si trattasse di fiction che di documentari, ed è toccato proprio ad un terzetto inedito l’ingrato compito di proclamare un vincitore.
Nella giuria, insieme a Susan Sabatini e ad Andrea Mi, sono stato scelto anche io, probabilmente come persona informata sui fatti (più del mondo del cinema che di quello mediorientale, nonostante il nome forviante).
Innanzi tutto ci tengo a ringraziare Michele Crocchiola, direttore dello Stensen e coordinatore della giuria, per avermi coinvolto in questa bellissima esperienza e Roberto Ruta e Lisa Chiari, direttori artistici del festival, per aver avuto fiducia in noi.
È stata una settimana intensa, vissuta attraverso visioni in orari impossibili per riuscire ad incastrare tutto, ma che mi lascia con un bagaglio veramente prezioso e denso di attualità.
Qui le decisioni condivise:
Kabul city in the Wind di Aboozar Ramini – Middle East Now 10th year award
Film fatto di terra e polvere, neve e vento, che spazzano Kabul, città che tiene in ostaggio la vita dei suoi protagonisti. La guerra mai mostrata aleggia sempre presente e si riflette nella dolcezza, nell’intensità degli sguardi dei bambini cresciuti troppo in fretta. La macchina da presa si muove discreta e consapevole, raccontando la storia di due bambini e un padre di famiglia nella miseria di una quotidianità fatta di sacrifici e piccole gioie come un giro in bicicletta o una partita a Shangai.
Il regista è riuscito nella triplice sfida di unire ad una grande cura nella fotografia e negli effetti sonori (il vento avvolge tutto, anche lo spettatore) una scrittura filmica originale, coraggiosa e perfettamente calibrata.
L’opera, presentata come work in progress nella scorsa edizione, è perfettamente coerente con il percorso di crescita del Festival.
Il medio oriente contemporaneo viene qui rappresentato attraverso la vita delle persone, parte di un puzzle che Middle East Now ha costruito negli anni avvalendosi di tanti altri racconti che passano attraverso cinema, cibo, libri, musica.
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Teheran, city of love di Ali Jaberansari – Menzione speciale Middle East Now 10th year
Commedia brillante che delinea uno spaccato sociale della metropoli iraniana nella quale le relazioni amorose sono complicati progetti da perseguire tra luoghi di lavoro, applicazioni smartphone e acrobazie varie.
Un progetto che affascina e appassiona lo spettatore, con efficaci trovate cinematografiche, una grande eleganza formale, un ritmo che sposa un intreccio perfettamente congegnato.
Un film che premia il festival e il suo pubblico raccontando una realtà geograficamente lontana ma che riesce a coinvolgere tutti, così come in questi dieci anni hanno saputo fare molte altre opere di grande successo a Middle East Now.