Foreign Beggars: In tour. Con un nuovo disco nel cassetto…
di Davide Deiv Agazzi30 Gennaio 2012
I Foreign Beggars sono in ritardo. No, non hanno perso l’aereo. Ma ne fanno troppe. Segno che il momento è colmo di opportunità da prendere al volo, se saranno quelle giuste lo dirà il tempo. Intanto il famoso disco prodotto dai Noisia non è ancora fuori. Doveva uscire lo scorso anno ed invece è stato rimandato alla prossima estate. Ma il disco è pronto, tranquilli, ed il prossimo giovedì lo sentiremo dal vivo.
Nel frattempo c’è stato un tour americano di supporto ad un certo Skrillex… ovvero il nome più grande mai emerso dalla scenda dubstep. Parliamo di numeri, non di qualità, of course. Skrillex potrà piacere o non piacere, ma numeri come li fa lui, ad oggi, non li fa nessuno. Ecco che quindi i Beggars stanno strizzando l’occhiolino, in modo neanche tanto velato alla neonata scena di bass music a stelle e strisce: dopo il già citato tour di supporto a Skrillex c’è in programma anche un EP per l’etichetta di Deadmaus, produttore canadese che divide la sua vita tra produzioni elettro, jet set con conigliette di Playboy e morti apparenti.
I Beggars invece, perchè di questo ci interessa, sono probabilmente nel momento più importante della loro carriera. Dopo il grande successo del precedente “United Colours of Beggatron” la grande domanda è presto fatta: riusciranno nel giochino un’altra volta? La risposta è “probabilmente sì” considerando, appunto, il livello di qualità che da sempre contraddistingue le produzioni di casa Noisia (che già furono artefici del loro inarrivabile singolone “Contact”).
Quindi restiamo in attesa. In attesa di quello che parebbe essere un capolavoro annunciato, uno dei dischi dell’anno e che, però, non è ancora fuori. Motivo in più per non perderveli dal vivo per questo tou italiano di due giorni che li vedrà impegnati il prossimo giovedì a Firenze ed il prossimo venerdì a Roma. Dall’altra parte del monitor, in una rilassata chattata su skipe, c’è Jim, ovvero Dj Nonames, da sempre in console per ogni live dei Beggars.
PS: Per un migliore apprezzamento della performance dal vivo si consiglia la corretta pronuncia della parola “bloooooooow!!”. Suggerisco pomeriggi di prove davanti ad uno specchio.
Ciao Jim, che stai combinando?
Beh, in questo esatto momento sto compilando il modulo per l’agenzia delle entrate. (ride) E’ la realtà. Oltre a questo, siamo appena tornati da un tour fra Australia e Nuova Zelanda mentre il mese prossimo sarà interamente dedicato alle registrazioni in studio. Il prossimo grande progetto nel quale siamo impegnati si chiama “Mousetrap EP” e sarà pubblicato per l’etichetta di Deadmaus. E’ una roba che è figlia della nostra collaborazione con Skrillex.. che dire, lui ha molta fiducia in noi e vorrebbe spingerci negli States. Torneremo quindi negli Stati Uniti per il nostro primo tour da headliner: io ci avevo già fatto qualche set, eravamo stati in tour come supporto a Skrillex ma questa volta il ruolo di capofila spetterà a noi. Sento che l’America è pronta per il tipo di musica che abbiamo da offrire. Questa è una sensazione che mi porto dietro dal tour con Skrillex.
Che tipo di reazioni avete ottenuto oltreoceano? Esiste già una scena o è un movimento che deve ancora evolversi?
Sta decisamente crescendo. L’America è sempre stata abbastanza indisposta verso l’elettronica europea ma questa volta credo che le cose possano andare diversamente. Non c’è solo Skrillex o comunque il suono ibrido tipo Skrillex. Vorrei pensare a tutti i pionieri della dubstep, anzi direi della bass music in generale, che hanno aiutato a costruire delle fondamenta per questo suono anche laggiù. Sembra che gli americani amino il rap inglese su questo tipo di base. Ovviamente noi abbiamo fatto rap per un lungo periodo però le ultime cose sembrano finalmente digeribili anche da loro, anche perchè rimosse dal loro contesto originale, cosa che, le rende finalmente uniche.
Si immagino. Io fino a poco tempo fa non sapevo neanche che ci fosse una scena dubstep in America e poi vengo a sapere che questo tizio che si chiama Skrillex produrrà il nuovo disco dei Korn. Riesci a crederci?
Si capisco. Ma non è solo Skrillex comunque, anche Rasco o Chase & Status. Per noi è ok, voglio dire, la dubstep è sempre stato un elemento del nostro sound, non l’unico. Così come l’hip hop. Quindi si, qualcuno ha storto il naso dicendo che noi facevamo boom bap.. beh in realtà non l’abbiamo mai fatto.
Le prime cose che abbiamo fatto ok, andavano attorno ai 90-95 bpm però adesso, voglio dire, è un periodo così interessante per la musica, ci sono così tanti produttori, così tanti suoni, così tante evoluzioni, e tutto si muove così velocemente da rendere il tutto molto eccitante.
Credi che la cosa avverrà anche sul versante opposto? Ovvero Skrillex diventerà così famoso anche da voi o magari è già così famoso anche da voi?
E’ già ovunque. E’ su Bbc radio 1. Non so in Italia, ma ne rel resto d’Europa, anche in Australia ed in Nuova Zelanda, per dire, beh, è ovunque.
Devi ricordarti che qui da noi tutto avviene con cinque anni di ritardo.
E’ quello che dicono della Spagna.
Si vedi, infatti siamo vicini.
A proposito, anche in Spagna le cose si stano muovendo tantissimo. Negli utlimi anni il tipo di reazione ottenuta è migliorata ed aumentata lo stesso, spero che gli Italiani siano pronti a scatenarsi allo stesso modo.
Ci stiamo lavorando. Oltre a Skrillex ed all’America, sono interessato sopratutto al vostro nuovo disco! Quando uscirà?
Oltre al “Mousetrap EP” ci saranno alcuni interessanti featuring con qualche artista inglese che saranno fuori nei prossimi due mesi. Il disco a cui ti riferisci, ovvero il nuovo lavoro dei Beggars prodotto da Noisia, uscirà quest’anno ma non so dirti ancora quando. Buona parte del disco è pronta, si tratta solo di capire quanto tempo riusciremo a trovare per lavorarci sopra. Ovviamente la musica è la nostra priorità quindi Mousetrap EP ed il nuovo Foreign Beggars saranno sicuramente le prossime due cose che vedrai/sentirai su di noi.
Il disco come suona?
Il disco con Noisia sarà una bella sorpresa per tutti. Avrà un sapore molto particolare, per il modo specifico, ed unico, col quale loro sanno trattare i suoni. Questo sarà quanto avremo in comune col vecchio suono Beggars/Noisia ma tutto il resto sarà nuovo. Ogni genere di bpm, ogni genere di stile.
Come avete lavorato sul disco? Ve ne siete andati a Groningen (città natale dei Noisia)?
Pav (Orifice Vulgatron) è sceso giù per un po’, passando un bel po’ di tempo con loro. Però ci siamo anche palleggiati i beat per cui è stata un po’ una combinazione delle due cose, abbiamo lavorato assieme un po’ sul posto ed un po’ a distanza. Non è roba mia, le cose le hanno scritte i Noisia ma il procedimento non è stato il classico “ecco il beat, cantateci sopra”. C’è un maggior processo mentale, dietro al progetto, in fase di scrittura, di ideazione, cose così. Loro sono molto, molto attenti, a come suona la loro musica. Solo per il fatto che un beat spacchi non significa che loro lo tireranno fuori. Deve funzionare su più livelli, a tutti i livelli.
Quando avete iniziato a lavorare sul disco? Perchè, se non ricordo male, Pavan mi parlava di questa collaborazione già un anno fa, quando lo intervistai per la vostra data fiorentina.
Sì, ci sono diversi ritardi, ormai è un bel po’ che ci stiamo lavorando. Ma adesso finalmente è entrato al primo posto nelle nostre priorità e quindi, se tutto va bene, dovreste sentirlo verso la metà di quest’anno.
Avete già un titolo?
Anche se lo avessimo non potrei dirtelo.
Ok.
La verità è che il nome ultimo non è stato ancora stabilito.
Credi che questa improvvisa popolarità della dubstep, ma direi della bass music in generale, sia un fattore positivo o negativo?
Può essere solo positivo per noi. Tutti si preoccupano dell’economia, ma noi sorridiamo perchè le persone hanno sempre voglia di party. E’ un grande momento per noi. Sento continuamente persone lamentarsi di questo e di quello, dare titoli assurdi a questo genere (brokestep?), cavillare su come il genere dovrebbe chiamarsi effettivamente.. lasciali parlare. Seguo i loro dibattiti su youtube (ride).
Va bene ma, non credi che quando un genere diventa di moda, come ogni moda appunto, sia poi destinato a sparire?
Beh è quello che succede a tutti, in tutti i campi della vita. Quando una cosa diventa popolare, ovviamente ne uscirà tantissima. Starà poi agli ascoltatori andare a trovare quello che realmente vale. Fortunatamente, al giorno d’oggi, la roba che vale davvero non è più così difficile da trovare. Ci sono tante piccole etichette che spingono cose di pregio, ci sono tanti media, tanti blog, dove potersi informare. E’ sicuramente un momento eccitante. Cerco di vedere il lato positivo della cosa. Ovviamente saranno in molti a salire sul carro del vincitore, per appropriarsi di un qualcosa che non è mai stato loro ma, come dicevo prima, è molto più facile al giorno d’oggi riconoscere questo tipo di artista grazie a tutte le possibilità che i media e la tecnologia offrono.
Ok, so che hai un’altra intervista per cui ti lascio andare. Ci vediamo a Firenze il 2 febbraio.
Ottimo. Volevo solo aggiungere che, se volete rimanere aggiornati sulle nostre cose, potete andare sul nostro sito www.foreignbeggars.com oppure seguirci su Twitter @foreignbeggars o ancora potete sentirvi i miei mix su mixcloud.com/foreingbeggars o su soundcloud.com/foreignbeggars.