Le dichiarazioni di Paola Zukar
Che peccato!
In Italia non si fa’ mai caso ai piccoli particolari, si dimentica in fretta e si creano nuovi eroi che verranno distrutti domani. Torme di’ la tua, Torme fatti i cazzi tuoi…mah?
Meglio agire di istinto come Esa o meglio creare versi geniali come ha fatto Gruff sulla questione, Geni inarrivabili!! …beh, almeno due righe ci stanno.
Non per altro, giusto far capire che pensare che gli artisti dei novanta siano dei rosiconi è da stupidi e ingenui.
Ice T per il suo documentario ha puntato maggiormente sugli artisti dei novanta, sono quasi tutti della generazione di Esa o Gruff, perché sono gli unici ad avere l’esperienza per parlare con cognizione. I pochi ad aver lavorato prima di tutti con diverse etichette, agenzie, management e che oggi possono parlare di musica sapendone sia di Arte che di business.
Se i rappers milanesi vicini a J Ax gli chiedessero di poter vedere un suo contratto dei novanta, si renderebbero conto di quali cifre si parlava, di quali erano i compensi e quali erano i recording budget.
Contratti a nove zeri, un’altra storia.
Oggi gli artisti mainstream realizzano album con 15mila euro e li regalano alle major in cambio di carità, se sapessero quali sono cifre vere con cui in Francia o in Inghilterra si realizza un album, penso che si darebbero una calmata.
Oggi il rap è di nuovo sotto i riflettori, di nuovo saltati fuori gli squali e l’importante è non perdere la testa.
La risposta di Esa
Oppure tutti l’hanno già persa e questo è l’inizio della fine, dejà vù, gruppi che litigano tra di loro e i soliti sciacalli sfruttano la situazione per quei due euro che ne saltano fuori…comunque andrà, ai gruppacci che vengono dalla vecchia:
– non serve avere i video HD impomatati
– sanno già che i canali mainstream veicolano solo un certo tipo di contenuti
– sanno quando un contratto è conveniente e conoscono il valore della loro musica a distanza di vent’anni
– sanno quando un’agenzia o un promoter live sono affidabili e lavorano in maniera corretta e affidabile
…insomma, questi e tanti altri “piccoli particolari” che rendono completo un artista. Gli artisti “della vecchia” hanno gestito etichette, prodotto album e organizzato eventi al cui confronto, quelli di oggi, sembrano copie…annacquate.
Come mi diceva un amico al telefono poco fa’ “bello vedere il Forum pieno, ma quando avevo 16 anni non mi sarei mai fatto accompagnare dai miei genitori ad un evento Hip Hop, per me era un’evasione dalla società”, un genio Stefano.
Ma oggi ogni discografico sa che l’unico pubblico che smuove le vendite ha tra i 10 e i 17 anni…eccone un’altra da aggiungere:
– chi viene dalla vecchia sa che è inutile vendere se accade solo perché vai di moda
…se no ecco il segreto, puoi provare ad essere alla moda per sempre…no grazie, non fa per me.
Oggi non sono inserito nella società, non riesco e spesso non ho neanche voglia di interagire con i canali ufficiali, sono un professionista sotto pagato rispetto alla mia preparazione, mi piace musica che in Italia ascoltano in pochi, sono fiero di rappresentare la vecchia scuola, mi fa schifo come è organizzato il mio paese e so che tanti si sentono come me…la mia musica non è per tutti, mi sa che è per i disadattati…
Burn Babylon!