Ph. Davide Pellis
Cominciamo dalla fine: GOLD avrà una distribuzione nazionale perché ha trovato il giusto equilibrio tra l’aspetto creativo e quello commerciale.
Come? Vi state chiedendo come mai solo ora? Ok, ve lo racconto.
Per avere una visione un po’ più chiara della storia è giusto partire qualche anno prima della nascita di GOLD, nel 2000, durante il periodo universitario, quando lavoravo come cameriere part-time in pizzeria.
Il mio collega del tempo era Emiliano, un ragazzo pugliese che divenne rapidamente un amico e un compagno di serate e graffiti.
Una delle cose che mi colpì fin da subito di lui fu la sua dedizione al lavoro e la sua correttezza e sin da quei tempi esplicitai la mia volontà di volerci lavorare insieme, se mai avessi intrapreso un business di qualche tipo.
Così fu. Qualche anno dopo, quando rientrai da New York (dove tra l’altro venne anche lui) ed aprii GOLD, la persona che mi aiutò di più nella ristrutturazione e che poi lavorò al pubblico fu proprio Emi.
Ph. Tommaso Ferri
Nei primi cinque anni di Gold Emi ha ricoperto tutti i tipi di ruoli possibili ed immaginabili (commesso, gestore, rappresentante, responsabile, difensore nella squadra di calcetto, uomo-immagine, buttafuori, organizzatore di eventi, cuoco, food blogger, etc), dedicando la maggior parte delle sue energie alla struttura commerciale del progetto, cosa a cui io non riuscivo minimamente a pensare, anzi.
La mia visione era più concentrata (giustamente) sull’immagine del progetto, credibilità del brand e creazione di collaborazioni improbabili. Emiliano era più concentrato (giustamente) sulla distribuzione e sul far quadrare i conti.
La sua voglia di far crescere il marchio lo portò a girare con il suo peugeuttino tutta l’Italia e a piazzarci in 37 negozi, ma l’impostazione “canonica” dettata dall’industria del Fashion, ovvero progettare le collezioni, venderle, produrle e consegnarle dopo un anno, mi faceva disamorare sempre di più del progetto abbigliamento.
Per me lo streetwear è immediato, è un mondo che non deve star dietro alle logiche del mercato, ma semmai farsi seguire da esso. Insomma, in parole povere, quando le maglie erano pronte ad essere vendute mi avevano già rotto il cazzo.
Illustrazione di Simone Massoni
Al di là di questa considerazione c’è da dire che anche il sistema del commercio italiano non ci fu di aiuto, ma questa è un’altra storia.
Per farla breve (perché la complessità della storia è inversamente proporzionale alla mia pigrizia nello scrivere), queste due opposte visioni del progetto portarono le nostre strade lavorative a dividersi: io ho continuato a portare avanti GOLD evolvendolo in qualcosa di più ampio, Emi è diventato un rappresentante di tante grandi aziende e recentemente ha aperto il suo Chrome Showroom.
Proprio dall’apertura di quest’ultimo è nata la volontà da parte di entrambi di riunire le nostre strade, mantenendo entrambi le nostre certezze e convinzioni.
Infatti, come detto all’inizio, dal settembre ci lanceremo sì in una distribuzione nazionale, ma le collezioni saranno ready-to-sell: quello che produrremo per il nostro store, sarà ordinabile anche in showroom da Emi e reperibile nei negozi fisici che vi segnaleremo.
Per chiunque sia interessato scriva a: commerciale@goldworld.it
Stay Gold!