Dopo aver pubblicato il post sui nuovi segnali stradali fiorentini sono riuscito a scoprire chi è il genio che sta dietro a questo progetto. Si chiama Clet ed è un francese di 42 anni che ha uno studio in via dell’Olmo n°8, in zona San Niccolò a Firenze.
Sono andato a trovarlo e a fargli qualche domanda…
Ciao Clet, sono veramente felice di conoscerti. Presentati…
Ho fatto studi artistici, ma penso che l’arte sia una cosa che ho dentro, sia nel carattere che nella manualità.
Spazio dall’incisione neoclassica, all’istallazione contemporanea, alla pittura e molta scultura. Mi piace molto il volume e il movimento come si può notare nella mia opera “Love Forever”.
Come nasce il progetto dei segnali stradali?
Credo sia una via di mezzo con la necessità di comunicare e la volontà di migliorare il nostro patrimonio visivo.
Noi siamo invasi dai cartelli stradali, fino all’ossessione, e mi sembra quasi un dovere come artista farlo notare e fornire la mia proposta rendendoli allegri, simpatici, interessanti ma anche profondi come quello de la Pietà.
Dargli un significato in più rispettando il messaggio originale, anzi giocandoci lo faccio risaltare di più.
Tutto è nato circa un anno fa dall’incisione che avevo fatto de la Pietà.
In quel periodo venivo presto in studio per studiare i cartelli stradali al fine di farci un lavoro sopra e realizzai quest’opera che in una frase misi da parte in quanto il messaggio che comunicava era molto forte che quasi mi impressionava.
Dopo qualche mese, durante i quali il mio pensiero tornava sempre la, l’ho ripreso in mano e successivamente ho deciso di intervenire sui cartelli stradali.
Da li è nato il Cristo, che è stato il primo stickers, e successivamente mi hanno fatto un articolo sul Corriere Fiorentino e questo mi ha incoraggiato.
In quanti siete a realizzare questo progetto?
Solitamente in due, ma è capitato anche di andare in tre con qualche amico che voleva assistere. La gente è molto interessata a partecipare.
Come ti vivi questa esperienza? Come una cosa illegale?
È ambiguo. La creatività ha bisogno di spazio e di libertà. Affrontare burocrazia e permessi è castrante, quindi da questo punto di vista c’è l’aspetto illegale, dall’altra parte però ho la sensazione di fare qualcosa di giusto e di utile per la società. Non lo dico per essere arrogante, ma perché intimamente lo sento così.
Hai mai avuto problemi con le forze dell’ordine?
Per ora no. I miei adesivi si possono rimuovere facilmente e come ho detto il significato del cartello non viene oscurato, bensì esaltato e quindi ciò che faccio è offrire qualcosa, non danneggiare.
Dal punto di vista artistico come si evolve il progetto?
Comunque è un vai e vieni. Da un idea di un cartello può nascere un nuovo progetto e viceversa.
Al momento sto realizzando una scultura dove c’è anche l’uomo nero dei cartelli.
Ciò che mi ha dato questa esperienza è stata la voglia di uscire in strada.
Mi piace il riscontro diretto con il pubblico e la libertà dell’artista di esprimersi con rispetto dove e come lo sente.
intervento nel museo di Palazzo Vecchio. Racconta.
Per rimanere in tema, una decina di giorni fa hai fatto unMancava un quadro del Bronzino perché era stato prestato al museo di Palazzo Strozzi e ho semplicemente attaccato di nascosto un mio autoritratto con una targhetta ironica nella quale mi spaccio per l’amante del soggetto originale.
Nel tuo studio vedo un sacco di lavori ispirati alle caffettiere. Come è nato questo progetto?
Nasce dal mio amore per l’oggetto in se. Per me la macchina del caffè è un oggetto bello, interessante e simbolo del focolare domestico.
È un progetto nato circa venti anni fa e che non mi ha mai lasciato.
Successivamente ho anche “scoperto” che si ispira al Battistero di Firenze. Ho conosciuto il figlio del disegnatore originale che era di Pistoia. Se non ci ha pensato ne è stato sicuramente influenzato, infatti le sue forme ricalcano la struttura architettonica italiana.
La religione cattolica è un tema che tratti spesso nelle tue opere. C’è un messaggio che vuoi comunicare?
La religione rappresenta il sogno di immortalità, la speranza di una vita dopo la morte. Tutte le religioni sono basate su un sogno umano, quindi irrinunciabile, ma io non posso accettarlo come preconfezionato.
Progetti in cantiere?
A dicembre ci sarà una mostra sul tema dei WC (appena sapremo dov’è ve lo faremo sapere – N.d.R.), poi come ho detto sto realizzando una scultura con l’uomo nero e presto ci sarà un’altra operazione interattiva di arte selvaggia, ma rispettosa, per le strade di Firenze, ma per il momento non posso dirvi di più.