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Neffa



NEFFA 2010 pic

Deiv: Prima tappa del “Suonando contromano” tour: che tipo di spettacolo sarà?

Neffa: Sarà uno spettacolo basato sul cantare e sul suonare. Sperò che sarà una festa di musica. Ho con me una band di impostazione classica: 2 chitarre, basso, batteria e tastiere.

Deiv: Suoni qualcosa anche tu?

Neffa: Mi piacerebbe fare qualcosa con la batteria oppure col basso ma mi limito a cercar di cantare. E’ quello che mi interessa. Non sono un grande intrattenitore. Non sembro un animatore di un villaggio turistico.

Deiv: Leggo dalla cartella stampa che per la prima volta ti senti soddisfatto del disco che hai fatto.

Neffa: Sì, è una convinzione che ho e cresce col tempo. Per quanto riguarda il resto della mia discografia… dai Sanguemisto in avanti… ho la sensazione di aver fatto, a volte qualcosa di carino, mentre per altro mio materiale, quando lo riascolto, devo essere, come dire, bonario.

Deiv: Quindi non “salvi” tutto quello che hai fatto fino a ora?

Neffa: No, non in quel senso. Nel senso che negli altri dischi non riuscivo a mantenere la stessa tensione artistica per tutto il disco. Mentre in questo, credo di aver raggiunto un buon equilibrio qualitativo dall’inizio alla fine. Però, non tutti, sembrano voler entrare nel mio mondo.

Deiv: Eppure il disco è stato un successo.

Neffa: Il disco è andato bene. E’ andato ok. 40 mila copie. Però io non faccio i palazzetti o gli stadi. Non ho 100mila fans che comprano il mio disco. Sono un precario, come tutti, e mi preoccupo per il futuro. A questo proposito vorrei ringraziare, veramente, tutti quelli che hanno comprato il mio disco. Ma non riesco a definirlo un “successo commerciale”. Prendo quello che viene, che sia gioia o dolore.

Deiv: Sei un artista camaleontico con una carriera multiforme. Hai iniziato come batterista in un gruppo hardcore (i Negazione), poi hai fatto parte del gruppo rap più importante di quegli anni per poi finire come cantautore. Credi che questa sia la tua ultima forma o ti vedremo prossimamente in altre vesti?

Neffa: Adesso mi trovo dove avrei voluto essere a 15 anni. Ho iniziato con la batteria perchè non ero abbastanza bravo per fare il cantante e perchè non mi sentivo abbastanza “protagonista”. Poi verso i 20 mi son trasformato in mc perchè era quello che dovevo fare in quel momento.. ma a 30 c’è bisogno di diventare sé stessi ed io volevo essere questo. E’ quello che mi da soddisfazione. Solo così, in questa forma, potrei fare musica rimanendo onesto intellettualmente. Sai, è pericoloso giocarsi la propria reputazione cambiando tutto. Io venivo dalla parola.. adesso mi son dato alla musica.

Deiv: A questo proposito, come è cambiato il tuo modo di scrivere i testi passando dal rap alla prosa?

Neffa: E’ un po’ una questione di dimensioni. Il rap è come una mega palestra, dove alcune parole suonano meglio di altre, mentre adesso le parole non devono più esser così serrate. E’ un po’ come la pittura: nel rap hai mille pennelli piccolissimi, adesso invece mi bastano poche pennellate fatte bene. Prima pensavo solo a tirar schiaffi o carezze. Adesso è facile anche tirar schiaffi.. ma travestiti da carezze.

Deiv: Osservando la tua carriera adesso, più che un rapper che si è dato al cantautorato, direi che sei un musicista che ha fatto anche rap. Cosa ne pensi?

Neffa: Prestato al rap direi. Canto e rap sono i miei strumenti musicali.. anche se sono migliore come rapper che come cantante.

Deiv: Mi rendo conto che, comunque, hai fatto la scelta più difficile. Continuare a fare rap sarebbe stata sicuramente la cosa più semplice.

Neffa: Vero, ma solo in parte. Io non avevo, e non ho mai avuto, i numeri per continuare a fare rap. Tu pensaci bene: chi è che continua a fare hip hop dopo anni? Solo quelli che vendono pacchi di dischi. Jay-z, Dr. Dre, loro continuano a fare rap ma è ovvio, vendono migliaia, milioni di dischi. Io invece, anche nel massimo periodo dei Sanguemisto, o anche con i Messaggeri della Dopa, non ho mai avuto i numeri, per dire, degli Articolo o dei Sottotono. Inoltre al giorno d’oggi, a livello mainstream, il rap non ha più nulla da dire. Ha perso il suo spirito rivoluzionario ed è diventato il suo esatto opposto, un genere reazionario. Che non innova ma impone canoni già visti. Nel rap di oggi devi parlare in un certo modo, vestire in un certo modo, proporti in un certo modo. Altrimenti nulla. Mi ricorda un po’ l’heavy metal dei primi anni ’90 che, a quel punto, aveva perso tutta la sua carica rivoluzionaria degli anni ’80, per diventare un genere assolutamente dogmatico.

Deiv: Quindi, in fondo, hai fatto pace col tuo passato?

Neffa: Ho 42 anni adesso. E preferisco pensare a me stesso come ad una persona con un futuro piuttosto che ad una con un passato. Nonostante, per qualcuno, esista solo il mio passato. Ma questi sono problemi loro.