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Qual è il livello più alto oggi? Cosa si considera come «icona» o riferimento per la definizione del graphic design contemporaneo? Se si volesse rispondere a domande del genere — a parte ri-chiedersi perché farlo —bisognerebbe sezionare e selezionare entro un panorama vastissimo e per farlo non si può non incappare in considerazioni di tipo relativistico. Infatti è necessario capire i livelli di innovazione, suddividere i campi di applicazione, definire quelli dove la sperimentazione è necessaria, in quanto non ancora applicabili alla normalità per rendersi conto dove si è giunti, che cosa è in grado di «aggiungere» ad un campo già evolutosi molto, e cosa no.
Tornando al compito dello «storico», egli deve effettuare un taglio sincronico ed analizzare quelli che sono gli stilemi che possono rispondere positivamente a domande come queste. Deve farlo entro un periodo storico, un ambito culturale, applicativo, insomma deve scegliere la “torta” da assaggiare. Non è giusto confrontare questo con quello, a caso, perché non esiste il migliore “in assoluto”. Scrivendo su goldworld posso vedere una serie di cose, su cmyk (http://www.cianomagentagiallonero.com) delle altre, ma questo non impedisce che alcuni argomenti collimino, in quanto il campo di giuoco, la classe formale diremmo, non è diverso, in «assoluto».
Perché questo pippone sullo stato del graphic design?
Semplicemente per introdurvi una minuscola scelta di graphic designer che credo di poter condividere con gold.
Sono piccoli studi, più o meno affermati, il che non costituisce motivo di punteggio, che rispondono ognuno a suo modo al canone del designer della comunicazione odierno (le parole «moderno» e «contemporaneo» sono fuorvianti).
Non posso neppure elencare o spiegare ognuno dei «tipi» perché il mullah Omar me lo impedirebbe, mi limito a citare la caratteristica primaria, come se messe insieme si potesse definire una «carta d’identità».
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Per le fotografie: due progetti di Antoine+Manuel
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