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Lords of Dogtown



Regia di Catherine Hardwicke
Produzione Usa 2005

Locandina del film

Alla fine degli anni 70 a Dogtown un quartieraccio accanto alle splendide spiagge di Venice Beach un gruppo di ragazzi già bravi nel windsurf decide di mettere sulle tavole delle rotelle e di provare a volteggiare per strada come in acqua.
Stacy Peralta ( tra l’altro sceneggiatore ), Jay Adams, Tony Alva e Donnie reclutati tutti dal negozio Zephir formano la squadra degli Z-Boys e si allenano modificando varie volte le tavole e le ruote per le loro acrobazie nelle piscine dei ricchi, nei cortili, nelle strade elaborando uno stile tutto loro che li vide star indiscusse della specialità. Il loro debutto avvenne durante un campionato nel 1975 e un anno dopo i ragazzacci amici presero ognuno una strada diversa: chi divenne un skater professionista avviato alla propria carriera, chi dopo il trionfo conoscerà l’amarezza del declino, chi si ammalerà di cancro, chi si raserà la testa e inizierà a drogarsi. Una storia che parte da un gruppo di amici e che si chiude con l’idea di amicizia ma che nella realtà dei fatti mostra solo una squadra sfasciata dalle proprie ambizioni e inclinazioni personali.
Un film che parla dell’esordio di questo sport diventato il simbolo della trasgressione in quanto libera interpretazione degli spazi urbani.
La storia è bella ed è resa bene grazie anche alla complicità di Peralta nella sua scrittura che rende un po’ più romanzata la storia dei ragazzi ribelli di dogtown, splendide le acrobazie che si vedono in skate e viene anche riproposto bene lo spirito che animava gli Z-Boys.
Bellissima la colonna sonora, che come sempre ci fa venire nostalgia di periodi che noi non abbiamo mai vissuto, in cui tutto si poteva ancora creare e inventare, o più semplicemente di periodi a cui ci sarebbe piaciuto assistere. Eccellente il montaggio, buona la regia, della stessa autrice di Thirteen che interpreta bene i sentimenti e l’inquietudine dei protagonisti . Ma spettacolare, e forse anche di più il documentario Dogtown and Z- boys, regia di Stacy Peralta, perché ha quel sapore di autenticità dato anche dalle foto che fanno da fermoimmagine alle acrobazie che invece il film ha trasformato in fiction, e peccato che se ripenso allo splendido Un Mercoledì da leoni gli skater non mi sembrano ricoperti dall’aurea mitica dei surfisti.
Ma di questo film ve ne parlerò un’altra volta, perché bisogna vederli tutti, nessuno escluso.