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Broken Speakers



Dall’unione di Lucci assieme al Circolo Vizioso di Coez, Franz e Nicco nascono i Broken Speakers, realtà fresh dell’underground capitolino. Saranno gli ospiti della prossima serata Smokin’ Hot al Biz Club (viale guidoni 154, venerdì 5 marzo). All’altro capo del telefono c’è Lucci che introduce il gruppo e racconta la scena romana, quella vera e quella..online.

Deiv: Broken Speakers nasce quindi dall’incontro di due realtà già esistenti?

Lucci: Si esatto, era il 2003, c’era il Circolo Vizioso ed in io in quel periodo stavo facendo il mio disco “Featuring Lucci”. Siamo amici, eravamo in contatto e ci siamo trasformati in una specie di collettivo live, perchè così era più semplice trovare le serate. Ford è il produttore e con lui nel maggio 2009 abbiamo rilasciato il nostro disco omonimo (distribuzione Self/A.T.P.C.). Questo ci ha permesso di girare, di uscire da Roma e questo ci fa piacere perchè non ci riescono in molti. Puntiamo molto sul live, ci piace il contatto con le persone.

Deiv: l disco però nei negozi non c’è.

Lucci: Non credevamo molto nella distribuzione nei negozi. Lasciare una copia del tuo disco in un negozio o in un altro è una cosa che lascia il tempo che trova. Lo distribuiamo duranti i concerti. Era importante fare il disco perchè ci rappresenta, così come ci rappresentano i video che abbiamo realizzato. Pensa che ne abbiamo fatti 2 (uno per “La mia pistola” ed uno per “Cattive notizie” con Danno dei Cdf) riuscendo a spendere solo 400 euro. Il regista è Nicco che ha la passione del videomaking e devo dire che siamo soddisfatti dei risultati.

Deiv: Non c’è neanche in download?

Lucci: Può essere che mi renda antipatico dicendo questo, però per principio non facciamo cose in download. Poi forse metteremo in free download il secret mixtape vol 2 o magari una versione ridotta del disco, ma il disco lo stampiamo comunque. Dopo averci lavorato sopra per due anni, voglio avere qualcosa da poter tenere in mano. E poi perchè il lavoro si paga. Ed anche la musica. Poi che c’entra, la gente se vuole è libera di scaricarselo, ma io non te lo regalo. U n musicista deve fare live e dischi. C’è gente nel rap italiano che non fa nessuna delle due cose. Ognuno comunque è libero di fare quel che vuole.

Deiv: Come ti sei avvicinato all’hip hop?

Lucci: Con quello americano, quello italiano solo negli ultimi due anni. La prima volta che l’ho sentito ero in interrail con un mio amico di Roma, Tony Sky. Avevo 17 anni. All’inizio il mio approccio era poco serio, le cose di allora facevano schifo, meno male che sono sparite tutte! (ride) Poi ho cominciato a prendere tutto più seriamente. Adesso come Broken Speakers, non siamo semplici, non seguiamo un filone. Non siamo “caratterizzati”. E una cosa che non è “caratterizzata” non arriva subito ma alla fine arriva. A Roma abbiamo parecchio seguito, un seguito non rumoroso, senza mitomani (ride).

Deiv: Di che zona sei?

Lucci: Della Magliana, Roma Sud.

Deiv: Pensi che siate riusciti a trasmettere su disco l’impatto che avete dal vivo?

Lucci: Risentendo il disco, non siamo pienamente soddisfatti, e questo è un bene perchè ci spingerà a migliorarci. Ci sono alcune pecche, perchè siamo in tanti a lavorarci sopra. Ci piace, ma non siamo asoddisfatti al 100%. Si può e si deve fare di meglio.

Deiv: A Roma con chi siete in contatto?

Lucci: Con Gente de Borgata che sono nati bene o male nello stesso periodo in cui sono nati i Broken Speakers. Come progetto intendo, dato che in Gdb ci sono pilastri dell’hip hop romano. Poi siamo in contatto con Er Costa, col Negretto ed anche coi Colle coi quali c’è stima reciproca.

Deiv: Com’è la scena romana adesso?

Lucci:E’ un po’ una scena assurda. Ci sono personaggi che vivono solo sul web. E te lo posso dire perchè ho organizzato eventi ed ho fatto suonare tutta Roma. Ci sono persone con migliaia di visualizzazioni che poi al loro live han portato sei persone. Quando sei senza seguito secondo me è senza senso. Però Roma è una città gigante, per cui ci sono tanti filoni, ma la scena è frammentata. Non è tutta rose e fiori e non mi fa impazzire. Preferisco il nord, come Milano o Torino, dove chi arriva in alto aiuta gli altri ad emergere mentre a Roma non c’è questa mentalità, anzi, c’è anche chi fa l’opposto. Ed è un peccato. Noi, non a caso, siamo un collettivo, proprio perchè crediamo in questo tipo di mentalità. Ma di fondo non c’è cattiveria, è Roma che è così.

Se siete interessati ai Broken Speakers potete trovare maggiori informazioni qui

www..myspace.com/brokenspeakerscrew

www.brokenspeakers.com (in costruzione)

Il gruppo su Facebook

Top 5 dei Broken Speakers in nessun ordine di preferenza

1)EPMD – Back in Business

2)Wu-Tang – 36 Chambers

3)2Pac – All eyez on me

4)Nas – Illmatic

5)Bob Marley – Legend