Sarà Nesli, aka Francesco Tarducci, l’artista a salire sul palco del Viper questa sera (11 Marzo 2009).
Assieme a lui, una folta rappresentanza dei nostri local heroes preferiti: Dj Craim, Alien Dee, gli All In ed i Divieto.
Passa quindi anche da Firenze il Fragile Tour, carrozzone itinerante volto a promuovere al meglio l’omonimo disco appena uscito, ideale seguito di “Nesliving vol 1” mixtape realizzato lo scorso anno.
Un Nesli bello pimpante, dall’altro capo del telefono, racconta le esperienze del tour e la sua carriera nel mondo hip hop.
Ciao Nesli, come procede il tour?
Molto bene, davvero. I primi 15 giorni sono stati un po’ “l’anticamera del tour” poi con l’avvento di Barley Arts la cosa è diventata di un altro livello. Oggi sarò a Firenze, poi Novara, poi Pescara, insomma sto girando un bel po’. Ogni sera, a fine concerto, torno a casa col sorriso e con la tristezza che lo spettacolo sia finito. Le serate sono un karaoke! (ride, intendendo che il pubblico canta a memoria le canzoni) c’è un clima da balera.
Come ha reagito il pubblico al nuovo repertorio?
Forse per destino, per fortuna o per bravura i fan mi seguono molto bene, non vogliono spiegazioni e non ne chiedono. Poi ovviamente ci sono le frange più estreme che magari decidono di non seguirti più ma è una loro decisione ed è giusto che ci siano anche loro. E’ comunque un modo di confrontarsi.
Sei soddisfatto del disco?
Che vuoi che ti dica, un disco appena fatto è comunque già vecchio. Si pensa già al prossimo. I numeri invece, per me, valgono poco, per mille ragioni. Non me ne curo più di tanto. “Fragile – Nesliving vol 2” è in ogni modo un’autoproduzione, uscita per la nuova etichetta Doner di Big Fish e distribuito da Self.
Come mai un’autoproduzione?
Io discograficamente arrivo da una major, pensavo fosse giusto cambiare.
Eri deluso?
No, penso fossero più delusi loro! (ride)
Ottima risposta.
Sono arrivato ad una major nel 2003 dopo che c’era stato il botto di Mondo Marcio e di Fibra. Ma io non incarnavo “quello stereotipo” di rapper. Io vado come sono io, ho sempre cercato di avere una comunicazione molto onesta, quasi da amico. Studiata certo, ma non preparata. Mi ritengo una persona abbastanza socievole. Quando ho cercato di “propormi” diversamente da come ero, la cosa non ha mai dato frutti.
In effetti, nel momento in cui tutti “cercano di fare brutto” tu te ne esci con un’immagine di uomo fragile. Una scelta contro corrente.
Vero. Ti disco questo. Io vengo dalle Marche, dove a scuola, alle elementari, ti fanno mettere obbligatoriamente il grembiule. (Io – nel frattempo – lo rassicuro sul fatto che in Toscana abbiamo le stesse usanze) Mi sono sempre rifiutato di metterlo, prendendo una serie incredibile di note sul diario. Quello era il capriccio di un bambino, adesso ho fatto una scelta consapevole. C’è gente in depressione che adesso non sa più distinguere la maschera da chi ci sta sotto.
Ti riferisci a Mondo Marcio?
No, parlo della scena in generale. Ma non giudico le persone, ci sono due scelte, ognuno prende la sua. Su di me una scelta è migliore rispetto all’altra. Per questo ho deciso di presentarmi spoglio da ogni caratterizzazione, solo con una foglia di fico addosso. (ride)
I tuoi fan amano particolarmente i tuoi testi. Ho visto anche che hai fatto un piccolo videoblog (lo potete trovare sul suo canale youtube nesliofficial) prima dell’uscita del disco.
Si, mi piace molto la comunicazione, sono un amante della poesia. Posso passare una serata intera a scegliere una parola da mettere in un testo. La cosa del videoblog serviva a pompare un po’ l’uscita del disco: è stata una scelta folle ma sincera di comunicazione a 2 sensi.
I due singoli usciti fino ad ora (“La fine” e “Non tornerò”) sono molto diversi fra loro.
Si, rappresentano due facce diverse della stessa medaglia. Uno è un pezzo più intimo, l’altro più club, un po’ come guerra e amore. Il pezzo club rappresenta quello che la gente sogna, non quello che sono io. Io non sono molto mondano. Ho cercato di simboleggiare gli opposti, per rappresentare a 360 gradi quello che è un individuo.
Come ti sei avvicinato al rap?
Tramite mio fratello più grande che, per l’appunto, è anche il numero uno in Italia. (ride) E’ stata una fortuna ed un privilegio. A lui devo tanto.
Credi che essere il fratello di Fabri Fibra sia stata una fortuna o un peso per la tua carriera?
Un’influenza su una prima fase del mio percorso sicuramente l’ha avuta. Ma poi uno deve liberarsi, affermandosi e affrancandosi. Dimostrare che è valido.
Tu hai iniziato la carriera nel ’99 tra Uomini di Mare e Fitte da Latte. In quel periodo era finito il primo boom del mercato e l’hip hop tornava nuovamente nell’underground. Poi, ancora, il botto del 2003. Cosa è cambiato? Come hai vissuto alti e bassi del mercato?
Credo che l’hip hop sia un genere musicale ciclico, che cambia pelle ogni cinque anni. Basta guardare quello americano che continuamente si reinventa. Non è come il rock n roll che è sempre legato al gruppo con basso chitarra e batteria. Secondo me l’hip hop è uno dei generi più sani proprio perchè c’è l’underground ma c’è anche il mainstream e quindi esiste un collante di tutta la scena, un senso di aggregazione che non esiste in altri generi, come il pop, che invece è fatto da soggetti musicali indipendenti fra loro. Io alle serate vedo facce nuove,ma anche facce vecchie che si ritrovano. L’obiettivo rimane sempre il solito: allargare la scena.
Un incontro con Nesli è previsto per le 15,30 presso il Black Candy Store (via caduti di Cefalonia 74).
Il concerto invece INIZIA alle 21,30 con Dj Craim, Alien Dee, Divieto e All In. E Nesli, ovviamente.