Barcellona, 15 gradi di media e patatas bravas.
Già detta così sembra “the place to be”, e infatti ci siamo andati.
Il Bread&Butter è sempre più ampio, quest’anno dedicava una zona solo allo sport&trekking (Murphy&Nye, Napapjiri e altri esempi poco interessanti) e ha allargato i suoi orizzonti nell’ambito denim, sempre più zoccolo duro della moda internazionale.
La zona che più ci piace e ci interessa di più, lo Sport&Street, è al solito pieno e confuso, ma ricco di angoli e colori stimolanti. Reebok è quella che in questa edizione cavalca lo stile graffiti, organizzando al piano terra un mini contest, inspiegabilmente chiamato “secret wars” – non era neppure troppo secret, insomma – dove writer di varie provenienze si sfidavano a colpi di marker su tele bianche. Tutto lo stand è impostato su collaborazioni artistiche, (con star del cinema, della musica, dello star system in generale).
Il BBB si consuma così, tra mille stimoli visivi senza che nulla emerga particolarmente.
Barcellona invece colpisce di più e sempre di più: la città, come molte altre iberiche, appare viva, in evoluzione, in cambiamento, in continuo confronto con se stessa, una sensazione che qui in Italia si vive poco.
Si respirano apertura e cultura europea, che rendono la libertà e l’identità di tutti un uguale diritto. Forse solo in un universo così aperto e ambiguo poteva svilupparsi una fiera così grande e aperta, che infatti raccoglie ogni anno il medesimo crescente successo, con anche la nostra approvazione come fiera di riferimento per tre giorni di approfondimento.