“Lover, You Should’ve Come Over” suona nella piccola stanza dove da ormai diciassette anni passo le mie inquiete notti, il problema di non parlare inglese rende meno immediata la fruizione del testo, ma, una volta conosciuto, si fa presto anche ad immaginarlo. La voce di Jeff Buckley è magica, entra nel cervello e non lascia mai indifferenti, squaglia le pietre, trasforma il ferro in comodo cotone.
Se accettate un consiglio disinteressato, ascoltate questa canzone, una, due, tre, cento volte e sono sicuro che qualcosa dentro di voi si muoverà. Il ragazzo è morto giovane, come tanti altri artisti del passato, pronti a regalare luminose perle a schiere di porci, ma non altrettanto preparati a volare nell’olimpo dei desiderati.
“Mamma c’ho il cuore debole, ma la voce di tuono” recita una canzone di DeGregori e il riassunto di tutto sta proprio in queste semplici ma efficaci parole.
Insomma, oggi è la terza giornata ufficiale del qualunquismo, stasera gioca la Fiorentina in Coppa Italia e, non avendo niente da fare, ho pensato di mandare questo post.