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DOVREBBE STARE IN UN MUSEO
ARTS

Super Nacho



Regia di Jared Hess
Produzione Usa 2006

Locandina del film

Ci mettiamo tutta una vita a costruirci un mondo di pregiudizi che alla fine quando ci sbagliamo ci restiamo anche un po’ male. Non è questo il caso per fortuna. Sono contenta di essermi sbagliata sul talento del regista di Napoleon Dynamite (film che tuttavia non apprezzo neanche adesso).
Super Nacho è incredibilmente divertente, non ricordo d’aver riso così tanto da non so neanch’io quanto tempo. Passato lo straniamento per i personaggi grotteschi e orribilmente brutti che popolano la pellicola: ciccionissimi per lottatori, denti orrendi e unghie incredibilmente spezzate e sporche, non possiamo che tifare per Ignacio proprio come il piccolo Ciancio.
Ignacio è la versione brutta, moderna e sfigata dell’uomo tigre: orfani entrambi decidono di lottare per il bene degli orfanelli di cui si prendono cura.
Ma mentre l’uomo tigre non perde mai Ignacio in arte Nacho colleziona incontri indimenticabili in ben altro senso.
I corpi sodi belli e atletici dei lottatori li lasciamo al wrestling americano, sul ring di Nacho e di Esquelito si rincorrono nani pelosi, pseudo indiani e quant’altro serva per farci ridere di gusto fino ad arrivare alla maschera d’oro più ambita: Ramses.
Incredibilmente meravigliose le urla di dolore di Esquelito e troppo da ridere la scena di Ignacio che tenta di sedurre la bellissima suora Encarnacion indurendo le sue chiappone giganti.
Bravo Hess nel raccontarci questa sua nuova storia. Più sostanza nella sceneggiatura, più dinamici i dialoghi e di conseguenza più movimentato il film.
Certo non è assolutamente un capolavoro e stilisticamente parlando lascia molto a desiderare ma dopo che ho riso così tanto come faccio a non fargli un applauso?

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