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Maradona la mano de Dios



Regia Marco Risi
Produzione Italia 2006

Immagine

Marco Risi, figlio del celebre Dino, dirige questo film incentrato sulla vita del più grande giocatore di calcio di tutti i tempi. Alternando momenti recitati con filmati originali delle partite, la storia ripercorre tutta la carriera unica, sfolgorante e irripetibile del pibe de oro: dall’esordio nell’Argentinos Junior cui seguirà la militanza nel mitico Boca Juniors, passando per la sfortunata parentesi di Barcellona, costellata di malori e infortuni, fino ad arrivare al Napoli, città che lo ha consacrato, amato e rimpianto. Il film è talmente realistico che potrete sentire le palle che rimbalzano.. peccato che saranno le vostre. La pellicola è infatti decisamente banale, non perché ci si aspetti delle sorprese da un film biografico, ma perché tutta la storia è pervasa di una mediocre retorica: l’immagine del bambino Diego che cade nel pozzo per non riuscire più ad uscirne è ripetuta ad nauseam per tutto il film, suggerendo un giudizio negli occhi dello spettatore che non era necessario. Personalmente ritengo Maradona una delle persone più VERE che abbiano mai messo piede su un campo di calcio, ben lontano dagli stereotipi odierni del calciatore “bamboccio” bello e muto: difficilmente Diego si risparmiava dal dire la sua, spesso commettendo gaffe ed errori, anche grossolani, che non facevano altro che renderlo più vivo, un concentrato di un metro e 65 di imperfezioni e genio, vizio e tecnica, che lo rendevano così umano. Giusto per fare un esempio, un mese fa Maradona ha chiesto scusa all’Inghilterra per il famoso gol di mano – la mano de Dios appunto – per poi smentire sé stesso il giorno dopo in puro Berlusconi style. Da amarcord comunque la sequenza di “numeri” e di virtuosismi che il pibe compie con la maglia del Napoli sulla musica di “Je so pazzo” di Pino Daniele.

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