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Fuoco alla volpe



O come l’è sta storia? L’è giovedì pomeriggio e son chiuso in una stanza, il computer è acceso e lampeggia di rassicurante luce.
Ci fosse il sole uscirei, ma piove e il caffè che ho appena finito di ingurgitare ha tristemente deluso le aspettative, la sedia è proprio comoda e l’atmosfera decisamente giusta. Apro firefox e cerco qualcosa, qualcosa a caso. Poi si fa presto pure a perdersi, prima qui, poi lì, poi di nuovo là e alla fine mi ritrovo di fronte ad un nome. Un nome che sarebbe pure carino, Graziano, un po’ retrò, ma indubbiamente simpatico. Il problema è quello che segue, cinque lettere e una sola interpretazione: C-I-O-N-I, si può dire quello che si vuole, ma non che il personaggio sia simpatico, né lui, né l’assessorato cui fa capo. Insomma ci son cose strane in rete, assurdi accostamenti che richiamano immediatamente anche il più sopito fra i vaganti, e certamente un titolo come “Il sindaco di Firenze querela Wikipedia”, non può certo scappare ai curiosi avventori.
Clicco la pagina ed ecco la curiosa notizia. Risulta infatti che il buon brizzolato e il fedele compagno, si siano alquanto risentiti per delle calunnie lanciate loro dalla più libera delle enciclopedie, che a detta dei suddetti sarebbero state prive di fondamento. Di seguito l’articolo, buona lettura e felice sosta.

È proprio così, il sindaco di Firenze Leonardo Domenici e l’assessore Graziano Cioni querelano per diffamazione e calunnia l’enciclopedia libera. Il motivo? Alla voce «Leonardo Domenici» del sito si imputano al primo cittadino e alla sua giunta alcuni provvedimenti e decisioni che, «hanno suscitato critiche da parte della cittadinanza», citando in particolare «l’affidamento dei parcheggi cittadini alla società “Firenze parcheggi” del cui cda fanno parte le mogli di Domenici e dell’assessore Cioni”. Questa «calunnia» era già circolata in passato e nel 2004 la procura della Repubblica di Firenze aveva aperto un’inchiesta che ha portato a una condanna e a un rinvio a giudizio. Staremo a vedere, penso comunque che il modo milgliore di combattere le calunnie sia di dimostrarne la falsità coi fatti e non con le querele.