Teenager obesi, identità virtuali e rapporti sintetici sono il gustoso effetto collaterale dell’information society. Qualcuno dirà che c’è del marcio, della patologia. Forse è vero. Forse, ma non è detto, siamo destinati al freddo declino dei rapporti umani. Senza far troppo rumore cediamo la nostra privacy a chiunque si dimostri interessato; ed è sintomo di solitudine, prima che di incoscienza.
Tuttavia, c’è chi crede in qualcosa di diverso ed ha ancora il coraggio, decenni dopo l’avvento del primo computer, di credere ciecamente nella grandezza di questo strumento. Alcuni pionieri, in una quasi normale notte bostoniana, videro della magia tra le asettiche stanze del Massachusetts Institute of Technology; si chiamavano hacker ed erano convinti che i computer avrebbero potuto migliorare la vita di noi tutti. Oggi la ragione ha ceduto il passo allo snobismo e per presunzione, o per timore, si tende a vedere nell’affermazione dell’informatica un segnale catastrofico di abbrutimento delle masse.
Nicholas Negroponte non la pensa così. Ed è al suo coraggio ed alla sua purezza intellettuale che dedico questo post, affinché un giorno, tra le pieghe del pentimento e della desolazione, non ci veniate ad additare come colpevoli. Noi crediamo ancora in quel sogno che, seppur nascosto e perso nel mare magnum della faciloneria, offre una possibilità concreta di cambiamento. Per la creazione di una società libera, edificata su ideali di uguaglianza e condivisione.
OLPC (One Laptop Per Child) è un’associazione no profit, fondata dallo stesso Negroponte, che ha lo scopo di assemblare Laptop “low cost” da poter distribuire ai bambini nei Paesi in via di sviluppo.
“La maggior parte dei due miliardi di bambini nei Paesi in via di sviluppo o non riceve un’istruzione adeguata o non ne riceve alcuna. Un bambino su tre non completa la quinta elementare. Le conseguenze individuali e societarie di questa crisi globale sono croniche e profonde. I bambini sono consegnati alla povertà e all’isolazione – esattamente come i loro genitori – senza rendersi conto quale importanza un’istruzione possa significare per le loro vite. Allo stesso tempo, i loro governi competono in un mondo che evolve rapidamente in un’economia globale dell’informazione, bloccati però da una sottoclasse urbana che non riesce a provvedere a se stessa e neppure a provvedere al bene comune, in quanto manca degli strumenti necessari.
Date le risorse che i Paesi poveri possono allocare per l’educazione – a volte meno di 20$ per bambino, rapportate agli 7500$ per bambino spesi negli U.S.A. – perfino un raddoppiamento dell’impegno nazionale all’educazione tradizionale, aumentato da finanziamenti esterni e privati non riuscirebbe a raggiungere i risultati sperati […]”.
Informatica e no profit sono due universi tristemente troppo distanti; con OLPC questa lontananza si è ridotta, fino a divenire il fulcro stesso della sua grandezza. Credo, peccando forse di ingenuità, che il progetto rappresenti un’opportunità enorme per il pianeta.
Ogni computer costerà ai produttori circa 100 dollari e conterrà tutte le risorse e gli strumenti utili per migliorare la vita dei bambini e dei loro villaggi.
“La nostra risposta a questa sfida è il laptop XO, un portatile adatto per i bambini e disegnato per imparare a imparare.
L’utilizzo dell’XO, sia come finestra sul loro mondo che come strumento programmabile per esplorarlo, permette ai bambini delle nazioni emergenti di accedere al sapere quasi illimitato di internet e, a pari passo, di esercitare la risoluzione di problemi in maniera creativa”.
I laptop presentati da Negroponte sono basati su programmi open source, processori a basso costo Geode e possono essere alimentati con batteria interna ricaricabile con una manovella.
Il 19 febbraio 2007 l’organizzazione ha confermato di aver inviato un primo ordinativo di un milione di computer a Quanta Computers, che li distribuirà in Argentina, Brasile, Libia, Nigeria, Rwanda, Thailandia e Uruguay.
Attraverso il sito dell’organizzazione è possibile partecipare all’iniziativa, donando, oppure, più semplicemente, leggendo il programma.