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IL PROBLEMA SONO QUELLI COME TE
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Jumping Back!



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Ovvero la terapia della regressione consapevole!

Vi siete mai ritrovati in situazioni familiari dei “tempi ormai andati”?

Come vi siete sentiti in quei momenti?

Divertiti? Assolutamente inappropriati? Vintage? Vecchi?

Fatto sta che può accadere a tutti di andare in un posto e scoprirlo pieno di gente molto più giovane, trovarsi per caso a condividere un concerto con orde di ragazzini scatenati o sgomitare in una disco con bambine dell’età di tua cugina piccola vestite come tua mamma.

Non vi spaventate!

E non vi sentite delle “zie” (o zii) che hanno accompagnato la nipote alla festa del liceo.

Ogni tanto è terapeutico anche fare un salto indietro!

Riscoprire che le abitudini che avevate voi quando eravate “giovani” sono ancora più o meno le stesse, osservare che le tue passioni sono condivise a vari livelli sociali, vivere un sano e consapevole momento “back in the days”, divertendosi anche!

Se poi uno coglie l’occasione per svolgere un’accurata indagine sociale sulle nuove generazioni, ecco che una situazione imbarazzante può trasformarsi in qualcosa di utile!

Così successe venerdì 21 marzo…

Impuntata che volevo vedere il concerto dei Truceklan a Bologna (per pura curiosità, sia chiaro), non è stato facile cercare “adepte” per accompagnarmi in questa avventura.

Eh, sì, di avventura si è trattato, visto il nubifragio che ci ha accompagnato all’andata e al ritorno.

Sono riuscita a recuperare due curiose come me (picci e sheila, tanto per non fare nomi) ed è iniziata la “regressione estetica” in preparazione dell’evento: ovviamente non si può andare vestite come le zie di turno!

Rapida trasformazione: jeans giusti, felpina, sneakers fashion, accessori pop…e via!

La regressione “psicologica”, invece, è avvenuta durante il tragitto: discorsi sul passato (“ai mi’ tempi facevo questo…”), sull’ometto del presente, sul lavoro futuro, con un certo tono spensierato e ironico (che ogni tanto ci vuole)!

Ma non si è mai preparate abbastanza per queste situazioni.

E così, quando arriviamo sul posto, lo scenario ci ricorda che siamo, cmq, diverse: centro sociale, tantissimi giovani, molti ragazzi, pochissime ragazze, quasi tutti vestiti di nero o con colori scuri, una numero inquietante di gente con stampelle (che son tutti zoppi a Bologna?).

Ok, siamo troppo colorate, diamo troppo nell’occhio e poi, mossa non troppo strategica, qualcuna si trucca in macchina (rigorosamente gialla e parcheggiata lì davanti) attirando l’attenzione della massa.

Scatta il piano 1: uniformiamo le nostre età (facendo una media arriviamo ad un compromesso di 24 anni), utilizziamo dei nomi fittizi che suonano più young (e con i quali non ci potranno mai pià rintracciare), ed entriamo!

Non posso dire che siamo passate inosservate, ma ce n’erano altri di “infiltrati” over 25. Quando la serata ha avuto inizio, però, il lato funny è passato sopra al disagio iniziale, fino all’entusiasmo divertito di quando sono saliti on stage i Truce! Scene di “panico” generale, gente che cantava, ballava, si agitava…E noi di conseguenza!

A fine serata, tra una birra e una canna, ci siamo divertite (e pure parecchio)! Ci siamo riproposte di farle, ogni tanto, queste gite nella memoria.

Ovviamente, per non regredire completamente, non bisogna abusare o ripetere troppo frequentemente queste uscitine. Il rischio è quello di adattarsi completamente ad una realtà che non ci appartiene più completamente.

Ma, qualche volta, e se affrontate con lo spirito giusto, sono funzionali allo spirito e al fisico!

Per chi volesse prendere parte ai prossimi eventi bolognesi, può controllare su:
www.myspace.com/tmstaff