Ci ho messo un sacco e chiedo scusa, ma ci vuole pure un po’ di tempo per metabolizzare. Un conto è guardare e gioire, un’altra storia è invece guardare, gioire e poi il giorno dopo riflettere. Ci son feste che lasciano brutti strascichi, quella di ieri rientra decisamente in questa categoria. Baudelaire consigliava di ubriacarsi…”di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro”, qualcuno storcerà il naso, in fondo perché scomodare divinità artistiche per saziare la sete cronachistica di una rubrica tra le meno sportive? Perché per noi questa è arte, è poetica la traiettoria del pallone che in trenta metri va oltre alla naturale curva imposta dalla gravità, e disegna una scia che più regolare non potrebbe essere, ci si dovrebbe tessere un poema su quei tre secondi di silenzio che hanno amplificato lo scoppio. Non si può capire la leggera e futile soddisfazione che può regalare un pluristipendiato ventenne con indosso una maglietta color melanzana, non la si può capire se non si appartiene a questa assurda religione, capace in 90 minuti di eliminare qualsiasi disagio e ogni paura nei confronti della vita. A voi che non sapete e che vi ostinate a criticare, regaliamo un gesto di pietà, noi, che in questo giorno così poco primaverile ci prendiamo il lusso di abbronzarci. Noi che oggi il sole siamo capaci di immaginarlo, noi che smanicati abbiam brindato a base di negroni per tutta la notte, che abbiam cantato e saltato fin quando il corpo ha retto. Sono immagini che ricorderemo a lungo, nomi anonimi che diventeranno miti. Siete ancora in tempo a convertirvi, adesso è pure facile, pensate a noi, martiri in tempi lontani, con soddisfazioni guadagnate e sottratte, vittime adesso stanche di un sistema troppo italiano per accettare la lungimiranza di questa fede. Se invece non riuscite proprio a capire, fatti vostri, ad ognuno le proprie perversioni, ma io oggi mi ubriaco di Fiorentina!