Quando e come è nato il marchio Paura?
All’ incirca un paio di mesi fa, quasi per gioco, volevamo fare una decina di t-shirt scherzose. Alla fine ne è uscita un collezione intera, fatta un pò di corsa senza dubbio, ma credo sia venuta fuori bene.
C’è un tema o un filone chiave del vostro marchio e della collezione, oppure spazia tutto su più fronti?
Quindi non ci poteva essere un nome migliore!
Abbiamo poi deciso di fare confronti e sfide tra gli stili geniali di ogni personaggio che effigiamo sulle nostre t-shirt, ed è così che è nato il tutto.
Avete un target di riferimento particolare per il vostro marchio di abbigliamento?
Ci concentriamo su gente più ricettiva e più aperta alle tendenze moda, persone che definirei “avanti” nella concezione della moda. Per la distribuzione siamo aperti sia a negozi più nuovi che anche su quelli con stili più legati al classico. Abbiamo prodotto anche 3 o 4 pantaloni che chiunque può portare sia sotto la camicia che con una t-shirt, abbiamo fatto una collezione abbastanza trasversale.
Quindi Paura potrebbe essere definita come una ibridazione di più stili?
Sicuramente si. Non ci vogliamo fossilizzare su un singolo capo o una singola tendenza.
Per questa che è stata la vostra prima collezione, fatta, come mi avevi accennato prima, molto di corsa, quanti capi avete prodotto?
Per quello che mi riguarda, su 25 grafiche delle t-shirt ne bocceremo un paio, vedo che stanno piacendo molto e riscuotono già un buon successo.
Il pantalone, per essere la prima volta, penso che sia un gioiellino. Ovviamente come tutte le prime volte, anche se è bello e piacerà, chi dovrà comprarlo per i propri negozi potrà essere più scettico rispetto alle t-shirt, in quanto il pantalone è un capo di abbigliamento più impegnativo.