Regia di Roberto Faenza
Produzione Italia- Francia 1995
Ieri è stato il 25 aprile. Molti di noi avranno approfittato della bella giornata per una gita fuori porta o per andare a prendere il sole al parco.
Altri avranno firmato per il V-Day di Grillo.
Qualcun altro avrà ripensato per un attimo alla Liberazione d’Italia.
Pereira è un vecchio giornalista del Lisboa che si occupa della pagina della cultura. Inizia a pensare alla morte, forse anche perché solo e per via della sua vita sempre uguale.
Si imbatte così in un trattato sulla morte che gli farà conoscere il giovane Monteiro Rossi e la sua fidanzata Marta.
E’ il 1938, in Portogallo stanno succedendo cose strane di cui i giornali non parlano.
Pereira si trascina stanco per la città non notando i massacri in piazza, la cacciata degli ebrei la censura che incombe nella vita di tutti. Lui vuole star fuori da tutto e continuare la sua vita tranquilla.
Ma Monterio e Marta lo colpiscono con la loro vitalità e la loro voglia di informare il mondo su ciò che accade in un momento in cui non si è liberi di dire e pensare ciò che si vuole.
Pereira incontra anche un medico, il dottor Cordoso, che lo guiderà verso la sua guarigione e la sua comprensione dell’io. Pereira finalmente farà ciò che il mondo gli chiede: scriverà ciò che accade e ciò che vede diventando finalmente un libero giornalista e ricominciando la sua vita.
Il film ovviamente è ben più profondo e rispecchia profondamente il romanzo di Tabucchi.
Marcello Mastroianni è la vera incarnazione di Pereira che ci porterà a commuoverci e a tifare per lui in ogni scena.
Splendida la fotografia che lega perfettamente con l’immagine romantica del protagonista e con le superbe musiche di Ennio Morricone.
Un film che scorre emozionandoci non sulla resistenza ma sulla libera professione dei giornalisti oggi tanto giustamente criticati.
Oggi che nessuno vieta loro di dire la verità perché la liberazione è avvenuta, oggi che sono strapagati (alcuni) per intrattenere le folle con i loro racconti, oggi che potrebbero aiutare il nostro paese ad analizzarsi e a capire cosa non va, tacciono.
Oggi che giornalista di fama lo diventi se sei amico di qualcuno e devi tacere su ciò che non va, il nostro non sembra più un paese poi così libero.
Sostiene Pereira che avrebbe voluto dirgli “ se lei scrive con le ragioni del cuore andrà incontro a seri inconvenienti”.
Ma c’è chi questi inconvenienti li giudica propri del lavoro che ha scelto, e allora Sostiene Biagi, sostiene Montanelli… peccato che ci abbiano lasciati.
Grazie maestri per questa lezione di libertà.