Dalla camera da letto alle passerelle
Lacci, fruste, tacchi vertiginosi, vernice nera: oggetti che sfilano nelle passerelle per la stagione estiva (e anche per il prossimo inverno), ma che si rifanno intutto all’estetica sadomaso.
Basta guardare la nuova cover dell’ultimo cd di Madonna che la ritrae in versione bondage fotografata Steve Klein; o l’ultimo catalogo di Agent Provocateur, un opuscolo di 3 metri con immagini di dominatrici e schiavi in pose sexy, ovviamente “svestite” con biancheria della maison inglese.
Ma anche le passerelle di McQueen, Prada, Martin Margiela e Max Mara.
Insomma, il fenomeno è uscito allo scoperto, passando elegantemente da abitudine della camera da letto fino alle pagine patinate delle riviste di moda.
Per scoprire il perchè di tutta questa attenzione al fetish, basta lasciare un po’ di perbenismo a casa ed inoltrarsi nelle “regole” di questo mondo.
Come terminologia corretta si dovrebbe usare BDSM (ovvero bondage, dominazione, sadismo e masochismo); il dolore è solo un aspetto di questa pratica.
Quello che conta di più è la soddifazione reciproca che si riesce ad avere.
Il mezzo indispensabile è la consensualità, ottenuta con una “safe word” con la quale poter interrompere il gioco in ogni momento.
E poi il ribaltamento dei ruoli: poter passare da schiavo a dominatore godendo di pari opportunità!
Quello che sicuramente ha attirato maggiormente verso questo mondo non è tanto la pratica, ma la carica sovversiva intrinseca. Pantaloni fascianti di vinile, tacchi impossibili, lacci e cinghie sono un altro modo per rompere le regole.
Scivolando nell’estetica BDSM è come appropriarsi di un linguaggio controverso, che spesso costringe chi osserva a porsi delle domande.
Lasciando per un attimo da parte i lidi sicuri e l’omologazione offerti dal perbenismo.
Anche nella letteratura arrivano volumi per chi vuole avvicinarsi o semplicemente sbirciare come un voyour in questo mondo…
“La sadica perfetta” di Terence Sellers
“Fetish” (www.dk.com)
“The mistress manual” di Mistress Lorelei