Di Mark Neveldine e Brian Taylor
Produzione Usa 2006
Durata 84’
Jason Statham, il mitico “Turco” di “Snatch”, è protagonista di questa pellicola che si diverte a mischiare diversi linguaggi: un po’ action movie, un po’ video clip, molto video gioco.
La trama è semplice e lineare: Chev è un killer a cui viene iniettato il “cocktail di Pechino”, una droga tremenda che non gli permette di fermarsi un momento: per non morire sarà costretto a mantenere sempre elevatissimo il livello di adrenalina nel suo corpo.
Per fare questo il burbero Jason (una sorta di moderno Bruce Willis) ne combinerà di tutti i colori: dal presentarsi in un locale di afro-americani al grido di “fatevi sotto negri di merda”, fino a entrare in un centro commerciale con la macchina scatenando il panico collettivo. (geniale: ve lo immaginate ai Gigli?)
La regia segue gli alti e i bassi della “botta” del protagonista alternando un montaggio serratissimo a scene in slow motion: allo stesso tempo la bella colonna sonora che accompagna le immagini passa con disinvoltura da brani come “Let’s get it on” di Marvin Gaye alla splendida “New Noise” dei mai troppo osannati Refused.
Nel corso del film, droghe di tutti i tipi, cadaveri a nastro, una continua pubblicità ad un famoso brand di street wear col nome di un felino (no, non è Tiger!) ed anche un breve cameo di Chester Bennington (voce dei Linkin’ Park) nel ruolo del fattone di turno.
Innumerevoli anche i richiami ai videogiochi: dai titoli di testa, belli “pixellosi” che rendono omaggio alla prima generazione di arcade, a quelli di coda che terminano con una versione ad 8 bit del film stesso.
Crank sembra a volte la versione filmica del celeberrimo “Gta” dove il protagonista passa con nonchalance da un’auto all’altra seminando dietro di sé cadaveri e sangue a ritmi,appunto, adrenalici.
Almeno un paio le scene da amarcord: quando il protagonista taglia la mano di un tizio che stava per ucciderlo per poi sparargli con la sua stessa (ex) pistola e ovviamente la sua stessa (ex) mano ancora attaccata ed il finale quasi onirico a degna conclusione di una storia surreale.
Divertente.