Un film di Jhon Milius
Produzione USA 1978
Questo è uno dei miei film preferiti. Uno dei più belli, più intensi sia dal punto narrativo che stilistico.
Un mercoledì da leoni ci racconta la storia di tre amici Matt, Jack e Leroy seguendoli lungo le fasi della loro giovinezza attraverso 4 tempi legati alle grandi mareggiate: quella dell’estate dell’ovest ( 62 ), dell’autunno del sud (65), dell’inverno del nord (68), e della primavera dell’ovest (72). Sono 4 momenti epocali in america che vanno dalla morte di Kennedy alla guerra del Vietnam. Ma sono anche le stagioni della vita di questi amici: la prima legata all’immaturità e al divertimento delle feste, delle ragazze, le goliardate in giro e la passione per il mare. La seconda la fase della paura per una chiamata che li inquieta: quella della guerra, a cui ognuno si presenterà a proprio modo. La terza di ciò che resta nel periodo della guerra. La quarta del ritorno a casa e al mare stesso.
Il film parla del ciclo vitale dell’amicizia maschile, quella fatta non da mille confidenze e parole, che tra l’altro via via vanno scomparendo, ma fatta da intese e affinità: il surf, il mare, i ricordi e il vissuto.
L’appartenenza però si perde nel corso della vita, quando questa ti porta a dividerti da persone e situazioni che pensavi ti sarebbero rimaste sempre accanto.
Matt è da sempre il più fragile, il randagio lo sballato che non riesce a capire il suo tempo, che non accetta che le cose cambino ed è il primo a trovarsi sulla spiaggia, a scendere la stessa scalinata d’un tempo anche se solo, perché non vuole perdere ciò che di più caro gli appartiene. E non resterà deluso dalla più grande mareggiata mai vista, con montagne liquide che fanno paura, ma non a lui. Lo seguiamo nelle sue azioni cavalcando l’onda con lui grazie alle splendide riprese che passano da oggettive a soggettive.
“hai fatto la cosa più eccezionale che io abbia mai visto” dice a Matt un nuovo surfista, e avviene il passaggio del testimone, loro abbandonano la spiaggia, hanno fatto il loro tempo adesso tocca agli altri. Anche Matt adesso è cresciuto.
Il film dà una percezione romantica e nostalgica dell’amicizia, difficile da non riconoscere nella propria vita. E’ perfetto sia nella sua autoreferenzialità del mezzo stesso, vedi la scena ad esempio del documentario sul surf, che nella costruzione del tempo che passa: non nelle rughe dei protagonisti, ma nelle parole che cedono il passo alle immagini evocative: vedi le scene al cimitero piuttosto che il dialogo prefinale tra Matt e il grande vecchio Bear.
Tutto sullo sfondo di una selvaggia california e la musica dei beach boys.
Da vedere assolutamente per emozionarvi e innamorarvi ancora di più del mare, dell’amicizia, e di chi nella vita almeno per un momento riesce ad essere un eroe.