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Babaman



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“Raggasonico” l’ottavo album di Babaman esce oggi in tutta Italia. La distribuzione è major, lo spirito è indie. In questa intervista il toaster lombardo racconta la linea sottile tra mainstream ed indipendenza, quella ancor più sottile tra maturità ed entusiasmo, le pause pranzo da operaio ed anche di qualche campetto di periferia. Perchè di ragazzi coi piedi buoni ce ne sono tanti.. ma da qui a giocar la Champions..

Quando chiama Baba, lo trovo a casa sua intento nel preparare il cd di basi per la serata: a Varese infatti, prende il via il Raggasonico tour.

Deiv E’ il primo disco con cui esci su major?

Babaman Prima di tutto ci tengo a sottolineare che sono sempre indipendente. Il disco è stampato e distribuito da una major, ma è stato prodotto come sempre da Oblìo Produzioni.

Deiv Beh, non ci trovo niente di grave nel farsi distribuire da una major, anzi buon per te che ci sei riuscito.

Babaman Ma per me non è la stessa cosa. Per il genere che faccio è necessario essere indipendenti. Noi dobbiamo essere veri. Ormai i “cantanti italiani di una volta” non vanno più.. io, da consumatore mi muovo così.. se tu cantante non mi fai capire chi sei, io non ti ascolto neanche. Chiariamoci: non ce l’ho con le major. Però è vero che stare su major rischia di snaturarti o di alterare il tuo percorso. Io preferisco restarmene senza guinzaglio, vivo bene così. I miei fan vogliono che io rimanga così, e per fortuna sono in tanti a chiedermelo. Non ho la Rolls Royce ma vivo bene. Non mi interessa la ricchezza o il macchinone: per me la major è una fase del mio percorso, non il punto d’arrivo.

Deiv Ok, ma sai, dato che il link per sentire il tuo disco stava sul sito della Universal mi pareva giusto chiarire la cosa. Altrimenti sembre che ci nascondiamo dietro a un dito.

Babaman Figurati. Va bene così, conta che il disco io l’ho consegnato già finito, il legame vero e proprio, più che con la major, ce l’ho col mio management. Le voci le ho fatte tutte a casa mia, qualcosa invece è stato registrato da Bassi Maestro nel suo studio (Press Rewind) che ha anche mixato il disco. Per il resto, essendo un disco ufficiale, è stato masterizzato a regola d’arte. Sento che questo disco rappresenta un passo successivo nella mia carriera. Il primo passo di un altro percorso, più maturo. Anche per questo, nel video, e nelle grafiche, mi presento con la giacca: volevo simboleggiare questo, ed anche omaggiare i grandi miti del reggae giamaicano.

Deiv A proposito del video, vogliamo spenderci due parole?

Babaman Il video è già a giro, è stato fatto per il pezzo “Bomboclat” lo puoi trovare su youtube nel mio canale: Babaman Channel. C’è la partecipazione di Franco Trentalance.

Deiv A proposito del disco invece, mi sembra che si componga di momenti diversi, uno più dancehall, uno più politico, uno più intimo.

Babaman Perchè io sono così. Mi piace fare un pezzo bello spinto così che lo possa suonare il selecter, mi piace farne uno reggae a 360 gradi, mi piace farne uno mischiato con l’hip hop.

Deiv Sei un artista molto prolifico, da quando sei a giro hai registrato qualcosa come un disco all’anno!?

Babaman Più di un disco all’anno! Anche perchè ogni disco ufficiale lo accompagno sempre con un mixtape più street da mettere in free download. Non riesco a stare fermo. Quando facevo l’operario scivevo nelle pause e nei momemti di buco. Iniziai col rap perchè tecnicamente era più semplice del raggamuffin. Mantengo, fortunatamente, l’entusiasmo del bambino: sono le persone che mi danno energia e che mi riempiono di stimoli.

Deiv Come mai associ un mixtape ad ogni disco ufficiale?

Babaman Perchè sono cose diverse. Quello ufficiale è più un disco, un viaggio sonico con una intro, uno sviluppo, ci sono le mie basi, c’è da pensare al singolo. Nel mixtape invece me ne frego alla grande, faccio un pranzo a casa mia con tutti i rapper ed i produttori che mi sono amici, si mangia e poi si accende il microfono.

Deiv Qual è il segreto per durare tanto?

Babaman Bisogna esser molto bravi a giocare fuori dal campo.

Deiv Prego?

Babaman Beh, per usare una metafora calcistica, i campetti sono piedi di ragzzini coi piedi buoni, ma quanti poi di questi diventan calciatori? Uno comincia a bere, a fumare, non si allena più.. io invece sono dell’idea che chi semina raccoglie. Ringrazio Dio di poter fare quello che amo per lavoro.

Deiv Dunque, visto tutto quello che ci siamo detti, a proposito anche di questa tua nuova fase, immagino che le tue aspettative, per questo disco, siano decisamente alte.

Babaman Sicuramente sì, ma non in termini commerciali. Vorrei essere riconosciuto come uno dei migliori cantanti del genere nel mio paese, essere magari il miglior cantante reggae in Europa tra quelli che cantano nella propria lingua. Perchè questo sono: io faccio il cantante. Lavoro in Spagna, in Austria, ho contatti con la Germania. Quando vado in Giamaica, e ci vado spesso, la gente mi dice: “se capissi la tua lingua, saresti uno di qua.” Esiste riconoscimento migliore? Io sono vivo perchè canto. Questo è quello che mi muove, non il farmi la casa e la macchina in un paio d’anni snaturando me stesso. Morirei dentro. Voglio essere rispettato per la mia coerenza. Sto bene, vivo bene, lavoro molto. Punto.

Deiv Yo! Alla prossima!

Babaman Grazie a voi, a presto.

Per maggiori informazioni su Babaman vi rimando al suo myspace www.myspace.com/uraganobabaman