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MICHAEL’S EDDIE DYPTICH



michaelseddiedyptich

Ho aspettato del tempo per questo, ma scopro che si tratterà di pochi minuti.
Chiamo HeyD e parliamo un pò, prima di esser pronto e rischiare di far tardi.

Niente è come avevo previsto. Metto la felpa, il giubbotto, lascio le infradito ai piedi e cerco di apparire sereno, anche se sarà solo per pochi minuti.

Esco. Arrivo. Lo osservo, sussurro un ciao, consegno il cuore del mio computer e poi le parole si bloccano in gola. Lo saluto. Vorrei dirgli qualcosa in più, ma lui è diverso.

Mi allontano. Intanto pioviggina e io cammino lentamente per godermi almeno un pò di quel momento surreale che non è tratto da un film, non è tratto da un sogno. Non ha nessuna trionfante colonna sonora. Non è come lo avevo immaginato e sopratutto non è come lo avrei voluto.

Sono passati 9 mesi e 3 minuti. Torno a casa e afferro il telefono. HeyD risponde incredula, al suono della mia voce tremante e spezzata, dall’altro capo della cornetta.
Mi consola assicurandomi di avere la certezza di rivederlo, visto che ha in ostaggio il cuore del mio computer.
Quindi ho ancora un ultima possibilità.

Passo la notte insonne perchè il giorno seguente potrebbe essere l’ultimo in cui lo vedrò.
Fantastico su un finale da film che vorrei per la pellicola che ho idealizzato sin dall’inizio. Ecco il suo sms. Tra 15 minuti sarebbe arrivato, dopo soli 2 minuti se ne sarebbe andato. Ringrazio e mi allontano canticchiando ” I Want You To Want Me”, la sigla finale della mia serie preferita: la mia vita.

Qualcosa è cambiato. Ma cosa? Io o Il “mai-stato-mio” Eddie Dyptich?

70x100cm Illustrazione Grafica

Testo e Illustrazone di
Michele Moricci a.k.a Natural Born Glitter 2008

(blog: www.significantothers.spaces.live.com)