Sole malato sopra la città d’arte, strade come condutture intasate con destinazione variabile, all’interno vi scorre gentaglia mista dall’atteggiamento sanguigno, globuli individualisti con progetti personali.
Uno scopo mai ostentato se non nella decisione dei gesti messi in atto per raggiungerlo.
Nervosismo, nervosimo a palate. Grida, segni, movimenti ed espressioni, una giungla cittadina dalla flora ingabbiata nel rosso etrusco di sparuti vasi.
Nel ciarpame quasi napoletano dei marciapiedi si muovono sicure due figure.
Indigeni della strada.
– Ma quanti cazzo di gradi ci saranno Jack?.
– Almeno quaranta Jonh.
– Merda, vorrei sapere di chi è stata l’idea di uscire a quest’ora! Come diavolo ci è saltato in mente?
– Non so Jonh, ma lamentarsi non servirà a molto.
– Già, ho voglia di un gelato cazzo, un maledetto gelato gusto limone e cioccolato!
-Cristo santo, limone e cioccolato? Jonh, che razza di infanzia hai avuto.
– Che cazzo c’entra ora la mia infanzia? Mi piace il limone, mi piace il cioccolato, perché non prenderli insieme?
– Beh, se li lecchi separatamente ci può stare. Aspetta, ma mi spieghi dov’è che stiamo andando?
– Laggiù Jack, vedi? Quella è una gelateria speciale.
– Perché?
– Perché hanno il gelato gusto “cioccolato al limone”.
– Io non ci entro in una gelateria per rincoglioniti Jonh.
– Beh, fai un po’ come credi, ma io sono diretto da quella parte.
– Sempre meglio di morire sotto questo fottutissimo sole Jonh, però aspetto fuori.
Mezzora, un numero imprecisato di passi, poche contate parole e un caldo infernale diritto sull’innocenza della schiena.
Poi una scritta di neon addormentata, strascico fiero di un decennio fruttuoso per i fabbricanti di esagerazione.
Lacche per capelli, scritte colorate, paillettes, giubbotti in pelle e regolatori per baffi, così si è arricchita una bizzarra generazione.
La gelateria “cioccolimo”, tempio ultimo del trash gustativo, si stagliava come un sasso nella piatta desolazione di piazza delle Febbri.
– Eccoci arrivati Jack.
– Buona fortuna, io ti aspetto qua, non credo troverai troppa coda.
– Inizi a rompermi sai? Dovresti sentirti Jack, non fai che lamentarti!
– Porca troia!
– Scusa?
– Guarda là Jonh!
– Dio santo, non è quel troione di youtube? Com’è che si chiamava Penerai?
– Panerai, tu pensa al tuo stupido gelato limone e cioccolato Jonh.
– Cosa pensi di fare Jack?
– Ovviamente ci proverò Jonh.
– Ahahahah, buona fortuna.
Jonh con un riflesso stizzito girò la testa ed entrò nel tempio, un silenzio mistico amplificò i suoi passi e rese la realizzazione del sogno ancor più soddisfacente.
– Un cono da quattro euro
– Cosa ci mettiamo?
– Cioccolimo
– Poi?
– Ancora cioccolimo.
– Grazie
…
Fuori il sole era rimasto nella propria posizione, le nuvole avevano formato un anello tutt’intorno e non ce n’era una che osasse contraddire la dittatura climatica dell’estate.
Ma il gelato rendeva tutto più vivibile, persino l’abbronzatura spezzata delle braccia appariva sopportabile, Jonh assumeva la freschezza con ritmati rintocchi di lingua.
– È come te lo aspettavi Jonh?
– Anche meglio Jack e la Panerai?
– Ho il suo numero Jonh e pure un invito.
– Sul serio?
– Sì…Eccolo, guarda, si vede pure una tetta!
– Ci andremo vero?
– Non so se mi porterò dietro il tuo maledetto culo Jonh!
– Fa’ come credi Jack, ormai ho il mio gelato e pure l’indirizzo della festa.
– Quale indirizzo Jonh?
– Quello sul retro.