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LOCAL HEROES

The Jash



Local Heroes questa settimana segue un’onda differente, per virare verso un’altra direzione. Quella pop sperimentale dei Jash, eclettico quartetto fiorentino che vorrebbe unire la rabbia intransigente e working class dei Clash con lo spirito elegante ma selvaggio del jazz.

Da cui la crasi del nome, The Jash. (Jazz e Clash, chiaro no?)

L’idea del nome – spiega Tomaso Ceri, frontman della band – mi venne in mente la prima volta che lessi Jack Frusciante, il libro di Brizzi. In quella che secondo me è la pagina più bella del libro, si parla delle similitudini tra punk e jazz, tra l’irruenza del primo e l’impostazione del secondo.

I pezzi li scrive lo stesso Ceri, che, nel frattempo, si mette in moto per trovare una band che li possa suonare dal vivo. Così si uniscono Ugo (Nativi, batteria e percussioni) e Maurizio (Piccioli, chitarre): i Jash cominciano a prendere forma.

Mi riferisco ai Clash e non al punk in generale, perchè loro rappresentano la positività, l’unione dei generi, la solarità. Adoro quella fisionomia precisa che erano in grado di dare ai loro pezzi, nonostante questi si reggessero su una struttura semplice. Il nichilismo invece non ci interessa. Avevano una fantasia ed una creatività incredibile, credo sia il gruppo che con meno ha fatto di più. Questo era il mio obiettivo. Avrebbe potuto essere Clazz, ma Jash suonava decisamente meglio.

Rotti gli indugi iniziali, la band completa la sua line up quando Mirko Bazzocchi, bassista che a Firenze non ha bisogno di presentazioni, subentra a Michele Staino.

Il gruppo è questo e non cambierà mai. C’è un affetto ed una stima che creano una fortissima alchimia. Io scrivo i pezzi e li porto al gruppo, loro fanno il resto. Adesso abbiamo deciso di fare una prima uscita dove ci siamo concentrati su quattro pezzi, un EP, scelti da Maurizio.

L’EP di cui parla Ceri è “Il mondo a settembre” quattro tracce registrate e mixate da Leonardo Magnolfi tra il Larione 10 e lo studio El Sop Recording, con la produzione artistica di Franco Santarnecchi. Il simpatico dischino, un’autoproduzione of course, è promosso dalla fervente Kizmaiaz.

Siamo grati al 100% alla Kizmaiaz, per aver creduto in noi e per farci da manager! Per i nostri live invece voglio ringraziare La Saletta di Torino. Per quanto rigardo il vero e proprio disco d’esordio, siamo alla ricerca di un’etichetta che ce lo finanzi, ma si parla ancora di un anno circa. Nell’ EP invece, i pezzi che hanno trovato un posto sono quelli più jazzati, più omogenei fra loro. Non volevamo fare una cosa troppo dispersiva o fuorviante.

Ceri, ha un background teatrale che traspare prepotentemente nei live della band.

Ho fatto teatro, anche qualcosa ad alto livello come Rosso Liberty con Massimo Verdastro e Francesca Della Monica. Verso i vent’anni volevo fare il cantante rock poi, grazie ad una sorta di conversione mistica, mi sono messo a studiare musica sul serio, pianoforte, composizione. Mi sono anche ritrovato a fare un tour di musica antica in Germania ma quello che mi ha sempre dato più soddisfazioni era scrivere canzoni.

Per promuovere l’EP, è stato girato anche un video, dalla Beat Bride Gabriella Denisi, per la title track. Il video, girato ovviamente a Settembre, ritrae la band nel giardino dell’Orticultura di Firenze.

Volevo fare un video sull’autunno, sulla sua aria settembrina. Gli interni del video sono invece girati al Tiepidarium. Tutto è stato preparato in pochi giorni per ovviare all’urgenza di realizzazione. Vorrei anche sottolineare che, nel video, la parte in stop motion è a cura di Marco Galardini. Il video voleva essere divertente, fresco, credo che questi obiettivi siano stati centrati. E’ piuttosto originale nel suo complesso, non è il classico video con i musicisti che fanno i fichi mentre fingon di suonare. La ballerina invece è Elvira Boccia. Volevamo rappresentare settembre come inizio e come fine, la ballerina rappresenta appunto la danza del tempo in mezzo a tutta questa elettricità. Il tempo ciclico, quello del mondo.

Nel brano “Il mondo a settembre”, come nel resto dell’EP, ha suonato lo stesso Franco Santarnecchi, pianista. (Potete seguire le sua jam, con la Stay Free Band, ogni martedì al Jazz Club).

Grazie al prode lavoro di Kizmaiaz le interviste per la band si stanno moltiplicando ed il singolo è in rotazione su almeno una ventina di radio.

Stiamo uscendo dal circondario, poi vedremo quel che arriverà. Come diceva Joe Strummer, il futuro non è scritto.

Per maggiori informazioni www.myspace.com/tomasoceri, su facebook li potete trovare come Jash Live. La mail a cui scrivere è thejashband@gmail.com, quella del promoter Kizmaiaz è info@kizmaiaz.it

Il disco, al momento, è reperibile sui portali di Amazon ed Itunes.

Top 5 dei Jash in nessun ordine di preferenza:

  • Clash
  • Kelis
  • John Coltrane
  • Bob Marley
  • Area

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