Di Fritz Lang
Produzione Usa 1956
Durata 100’
Uno strangolatore, noto come “il killer del rossetto”, sta mietendo vittime: contemporaneamente lo storico direttore di un quotidiano muore e suo figlio ne prende il posto.
Il figlio, certo non brillante ed interessato solo a spendere la fortuna accumulata dal padre, decide di indire una piccola gara tra tre dei migliori cronisti del giornale: chi troverà per primo l’assassino avrà il ruolo di direttore esecutivo e guiderà il quotidiano.
Fritz Lang questa volta indaga sul mondo dei media e sulla brama di potere delle persone: la caccia all’assassino è soltanto un pretesto per raccontare una storia, considerato anche il fatto che il film stesso svela subito allo spettatore il volto dell’omicida.
Lang dipinge la redazione del giornale come una piscina piena di squali pronti a tutto pur di azzannare il pezzo di carne più grosso.
Interessante il ruolo delle donne all’interno della pellicola: anche se inizialmente vengono presentate come bambole di carne, ne escono vincitrici a confronto dei loro colleghi uomini troppo schiavi delle loro molteplici debolezze (potere,soldi,alcol, le stesse donne).
Il film è quindi un caustico spaccato sociale dell’epoca travestito da film noir: siamo molto distanti dalle atmosfere di “M – Il mostro di Dusseldorf”, dato che nel film non c’è sangue, pochissima violenza, neanche un singolo colpo di pistola.
Il regista tedesco mette in mostra tute le debolezze dell’uomo nell’era capitalistica e il progressivo abbandono dei valori di una, seppur piccola, comunità, tra bugie, doppigiochi, tradimenti (sia verbali che carnali) finchè ogni protagonista, nessuno escluso, si ritroverà solo e tradito, dagli altri e da sé stesso nel nome dell’egoismo e del denaro.
Il film è in bianco e nero ed è disponibile solo in lingua originale coi sottotitoli in italiano.
Attuale.