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Blu vs California



Blu vs California, chi ha vinto?

C’è un’ampia letteratura sul tema “arte e censura” e, rima a parte, sulla censura contemporanea c’è poco da ridere.
Da Masaccio a Giuseppe Veneziano, da Michelangelo a Goldiechiari ci sono secoli di polemiche e foglie di fico, metaforiche e non.

L’artista è colui che riesce a rappresentare la realtà delle cose e questo non vuol dire necessariamente essere blasfemi o offendere la sensibilità di qualcuno… anzi.

Forse però è come accelerare un processo di metabolizzazione del presente e a volte il pubblico non è pronto.

C’è chi estremizza e pensa che la censura faccia da maglio, dando credito al lavoro di un artista: più un’opera è provocatoria più è valida.

Non sempre questo è vero, la qualità di un’opera d’arte è data da molti fattori, la provocazione, a mio parere, non è fra quelli imprescindibili.

Veniamo al succo.

L’Italia batte l’America 1-0, perché noi il dito di Cattelan davanti alla Borsa di Milano ce lo abbiamo lasciato.

Invece gli Stati Uniti d’America, (in God we trust!), autodefinentisi la patria della libertà di espressione, hanno tappato la bocca a Blu, ma Blu gliel’ha messa in tasca due volte, perché, censurando la sua opera, si è palesato il bigottismo latente di una società che vorrebbe rimandarci un’altra immagine di sé.

Lo street artist era stato invitato dal Moca (Museum of Contemporary Art di Los Angeles, California) a dipingere una parete dell’edificio dove ad aprile inaugurerà una grande mostra sulla street art.

Ora verrebbe da chiedersi… ma se la street art è per definizione un’arte di denuncia, cosa si aspettava il Moca da Blu?! Una grande caffettiera da cui uscivano pacifici omini bianchi?

Invece l’alba di giovedì 9 dicembre ha rischiarato il murale appena terminato, raffigurante file di bare coperte da quella che l’artista considera, evidentemente, la vera bandiera degli USA, ovvero: DOLLARI.

I committenti devono aver considerato il messaggio troppo poco subliminale e, celati dietro la scusa dell’offesa ai veterani di guerra (lì davanti casualmente c’è l’Ospedale dei Veterani), l’hanno prontamente coperto con una bella mano di vernice bianco-non-è-successo-niente.

Chi si offende, e i permalosi lo sanno, ha reazioni spropositate e si affanna tanto più a negare l’offesa quanto più è stato colto nel vivo.

Blu ha fatto goal… e non era fuorigioco.

Bloody Strudel

Didascalie:

  • Masaccio “Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre”, 1424-1428, affresco, Cappella Brancacci, Firenze.
  • Giuseppe Veneziano “La Madonna del terzo Reich”, 2009, acrilico su tela, collezione privata.
  • Michelangelo “Giudizio Universale”, 1536-1541, affresco, Cappella Sistina, Città del Vaticano-Roma.
  • Goldiechiari “Confine immaginato”, 2006, installazione sonora, sequestrato dalla Procura della Repubblica.
  • Maurizio Cattelan “Omnia Munda Mundis”, 2010, statua in marmo, Piazza Affari, Milano.