Ghemon è un po’ una mosca bianca nel panorama rap italiano. Il genere di personaggio che mette tutti d’accordo.
Sarà il protagonista dell’inaugurazione della stagione 2011 di Local Heroes (Casa della Creatività, 27 gennaio) e quindi non potevamo farci mancare l’occasione per fare altre due chiacchiere col rapper di Avellino.
Anche perchè Gianluca Picariello, questo il nome all’anagrafe, di di cose da dire ne ha. Parecchie.
Basta leggere questa intervista per rendersi conto (per quei pochi che ancora non l’avessero fatto, ovviamente…) dell’acume e dell’onestà con le quali Ghemon descrive i meccanismi del business e le aspettative di un (ex) giovane rapper giunto alla soglia dei fatidici 30 anni, appena accasatosi a Milano dopo nove anni capitolini.
Gustatevela, ci vediamo il 27 per il suo attesissimo live.
Ok partiamo proprio dal fatto che ti sei trasferito da Roma a Milano. Com è cambiata la tua vita? Immagino ci sia un interesse per le case discografiche dietro a questa scelta, o no?
Non del tutto. Si e no. Ovvero: io sono uno che è cresciuto ad Avellino, ho avuto l’esigenza di andar via, ad un certo punto, per tanti motivi. Già c’era stato un cambiamento quando mi son mosso da Avellino a Roma, necessario, perchè credevo che andare in una grande città mi avrebbe dato qualcosa di diverso. Quindi, dopo 9 anni di Roma, ho sentito la necessità di fare un altro cambiamento, soprattutto vitale. Sapevo che a Milano le interazioni con gente che ha a che fare nell’ambito dell’arte sono, forse, più frequenti. Roma, in questo senso, è un po’ più dispersiva. Sapevo che avrei beccato più gente e che avrei stretto contatto con molte più persone. Quindi diciamo che, principalmente, il motivo è quello. Poi è ovvio che lì ci stanno le radio, le etichette, ma, per quello che io credo facciano le etichette, non è che mi sono spostato per portare il mio lavoro alla Sony o alla Universal perchè non è neanche più il mio obiettivo sperare che all’improvviso loro si ricordino di me. Era più che altro il voler aumentare il numero di contatti con persone “giuste”, artisticamente parlando, oltre alla necessità, dopo dieci anni di Roma, di avere stimoli diversi.
Ti sei sentito in qualche modo snobbato dalle case discografiche? Mi stai dicendo questo?
Diciamo così: più di una volta ci sono stati contatti, negli anni. Quando tutti stavano firmando io ero convinto che avrei potuto farlo anch’io, ti parlo del periodo in cui ha firmato Marra. Io e Marra parlavamo di fare mixtape, poi io ho fatto “Qualcosa cambierà” e lui ha fatto “Roccia Music”. Conta che dopo poco lui ha firmato, e visto che io e Marra eravamo i nomi nuovi in quel momento, pensavo che mi avrebbero chiamato. La cosa poi non si è concretizzata ed io, in quel momento, ci sono anche un po’ rimasto male: sai tutti hanno la speranza di firmare. Dopo ci sono state altre occasioni, ma erano tutti contatti che finivano con un nulla di fatto. Poi gli anni sono passati, ho capito benissimo com era la situazione. Se avessi firmato all’epoca non avrei potuto fare tutta questa trafila di live, a volte piccoli a volte grandi e non mi sarei rinforzato come mi sono rinforzato ora. All’epoca probabilmente mi sarei “bruciato” perchè non avevo l’esperienza giusta per fare una cosa del genere. Secondo me all’epoca, non è che non me lo meritassi, ma probabilmente è stato meglio così. Quando ci sono stati gli altri contatti forse avrebbe potuto succedere, forse no, forse non ero quello che loro volevano. Almeno vedendo quelli che hanno firmato, nel senso, io non faccio né il rap che fanno i Dogo né il rap che fa Fabri che è quello che poi è rimasto, “come roba firmata” che poi tutti quanti gli altri, uno dopo l’altro, sono andati via. Giusto i Cor Veleno son rimasti. Però gli altri, da Amir a Turi a Inoki, hanno lasciato. E quindi ora come ora non c’è neanche questa grande ragione di farlo, di correre dietro alla firma. L’etichetta potrebbe essere un aiuto nel momento in cui io ho già creato una storia mia lunga e importante e loro magari mi danno un’altra “spintarella” per arrivare ancora a più persone. Ma il resto del lavoro lo devo fare io, non posso stare ad aspettare e a sperare che succeda il miracolo. Ed oggi è questo che succede, nessuno viene preso da zero e lanciato. A parte quelli dei reality show, che è tutta pubblicità. Ma per gli altri, se tu non hai un sistema forte, come ad esempio quello dei Dogo, non puoi sperare che l’etichetta ti lavori per bene perchè le etichette stanno in una condizione che non ti possono lavorare se tu non sei già forte con un tuo zoccolo duro. E’ un po’ la metafora del gratta e vinci: speri sempre di vincere un milione di euro, nel frattempo non hai vinto niente e hai speso un sacco di soldi giocando.
Senti, visto che tu sei una persona molto onesta: che effetto fa essere un mc sincero, e che ha anche qualcosa da dire, in un momento storico in cui il mercato, bene o male, ti richiede esattamente l’opposto?
Guarda spero che questa intervista vada più a giro possibile! L’ambiente del rap italiano è un ambiente di pallonari tremendi ed io sono contento di essere molto onesto. Non solo pallonari nelle canzoni ma pallonari anche quando ci confrontiamo tra colleghi. Certe palle che sono insopportabili. Io sono contento di dire le copie che vendo in maniera onesta, sono contento di dire ho fatto questo, ho fatto quest’altro, questo l’ho fatto per culo, questo l’ho fatto per bravura. Sono molto più contento di essere onesto, e a volte, magari, tra tanta gente che si vanta fare la figura di quello un po’ più umile, piùttosto che pomparmi pomparmi e poi tornare a casa e prendermi a schiaffi da solo perchè ho detto palle a tutti e rosico. Non sono un frustrato. Preferisco dire le verità, il più possibile, e questo si riflette anche nella musica. Nel modo di fare le cose. E’ inutile fare altrimenti per me. Non avrebbe senso. Se pure un giorno dovessi uscire con un pezzo commerciale, sarà venuto commerciale da solo, perchè sono decisamente onesto nei confronti della musica.
Bene, parliamo allora delle cose che stai facendo. L’ultima volta che ci siamo sentiti era l’estate scorsa e tu eri a casa di Shocca. Cosa è successo da allora?
Poi una volta che ho finito di fare tutto per gli altri devo pensare al mio nuovo disco sul quale non posso dirti nulla.
Daaaaaaaai!
E’ una sorpresa anche per me!
Una vaga data di uscita?
Non lo so. Non so proprio che piega prenderà. Potrebbe uscire un disco interamente cantato, oppure mezzo cantato e mezzo rappato, oppure uno tutto rappato e dopo sei mesi uno tutto cantato…
Ricordo che già in sede dell’altra intervista tra le tue influenze citasti Stevie Wonder, Marvin Gaye, Donny Hathaway, quindi il fattore soul era già molto presente. Pre il prossimo disco dobbiamo aspettarci una virata maggiore in questa direzione?
Assolutamente si. Sempre gradamente. Che tanto chi ascolta le mie cose sa già dove vado a parare, quindi non credo che sarà una grande novità per loro. Credo che le cose verranno mescolate. Poi non so se usciremo subito col disco o magari nel frattempo tiriamo fuori un mixtape, sicuramente prometto che qualcosa uscirà entro il 2011.
Si, tutti i mercoledì. E devo confessarti che ne sono anche molto contento. Spero di poter incrementare la cosa, facendolo durare di più o arrivando in FM. Per esempio la bravissima Irene La Medica fa un programma su RadioRai il sabato sera che si chiama Urban Suite e che consiglio alle persone di ascoltare. Ma quello che ho riscontrato è che la musica che ha passato Irene nelle prime due puntate è un po’ la stessa che io passo a Radio Fantasma. Quindi penso di potermela giocare. Poi che c’entra, dipende anche chi lo fa il programma, Irene è molto brava e ha tanti anni di esperienza ma chissà che non ci sia una chance anche per me per poter fare questa cosa. Faccio questa radio con pochissimi mezzi e tanta passione, figurati se non mi piacerebbe una struttura più grande, sarebbe un sogno arrivare in FM con un network nazionale.
Vogliamo spendere due parole su Blue Nox?
Certo. Blue Nox è una delle crew più attive del panorama, e questo non è che lo dico io, lo dicono i fatti. Voglio dire, l’anno scorso è uscito il mio disco più tutti i miei seguenti video, più il video di Negrè e l’album di Kiave. E questo solo nel 2009. Nel 2010 sono usciti tutti i video di Kiave, l’EP di Mecna, il disco di Negrè, il disco di Hyst, quello di Macro Marco più tutti i video di Mecna. Ora sta uscendo un nuovo EP di Negrè che però in realtà è composto da quattro parti. Insomma: la roba esce continuamente. Il sito è aggiornato spesso e quindi direi che è una bella realtà: non solo promozionale ma anche educativa perchè spesso suggeriamo ascolti diversi non solo KRS One o Method Man & Redman. In America sfornano anche altri dischi, se uno si aggiorna non è una cosa negativa, così magari l’Italia non resta dietro. Noi tentiamo in qualche maniera di fare questa “guida galattica per autostoppisti del rap”. Adesso poi a Roma, una volta al mese, stiamo organizzando dei Blue Nox party: questo mese c’è Lugi, poi ci saranno Stokka e Buddy poi, probabilmente, anche qualche americano, possibilmente prima dell’estate. Però qualche americano di quelli che ci piacciono a noi. E quindi finalmente qualche nome nuovo.
Ho visto qualche tempo fa un tuo status di Facebook dove scrivevi qualcosa del genere “quelli che non mi conoscono continuano a chiamarmi Ghemon Scienz…” vuoi spiegare definitivamente questa cosa così magari ci mettiamo una pietra sopra?
Si, infatti. No ma anche quelli che mi conoscono continuano co sta cosa. Io mi chiamo Ghemon, punto. Basta. Praticamente quando ero giovane, quando ero molto giovane, non avevo ben deciso cosa mettere a fianco a Ghemon, mi piaceva l’idea di crearmi un nome e un cognome. E quindi per un periodo mi sono chiamato Ghemon Tigre poi dopo ho visto a una jam a Roma, nel ’99 mi pare, quindi si parla di 12 anni fa, i Cor Veleno con i cappellini con scritto “Tigre” perchè loro usano questo loro slang. Erano cappellini che si erano fatti fare a New York, me lo disse Squarta che ancora non era Cor Veleno ma era, diciamo, la parte musicale del Piotta. E quindi non è che posso bitare questa cosa, mi sembrava che stessi copiando. Quindi dopo un po’ ho messo Scienza vicino al nome e poi l’ho virato un po’ verso l’America. Solo che poi ho capito che la cosa era più controproducente che altro, c’è molta gente che non lo diceva bene o non capiva cosa volesse dire, era poi un accorpamento molto molto rap, difficilmente comprensibile per chi non ha un background di questo tipo. E così, tagliata la testa al toro, l’ho fatto semplice. Il mixtape è uscito a nome Ghemon, “La rivincita dei buoni” è uscito a nome Ghemon, “E poi, all’improvviso, impazzire” è uscito a nome Ghemon & the Love 4tet ma comunque solo Ghemon. Quindi Scienz no. Basta. Più. Mai. Brutto. No.
Degli altri pseudonimi che mi dici? Gilmar è ancora vivo?
Vivissimo! Ha una vita tutta sua. Tutti gli altri pseudonimi sono vivi, a volte ne escono di nuovi, mi diverto. Ma non so, può darsi che in futuro esca anche un disco di Gilmar e non uno di Ghemon, non lo so. Sto ragionando un po’ su questa cosa, comunque ti posso assicurare che gli aka sono tutti quanti validi.
Ok, allora visto che l’hai citato, spendiamo due parole anche sulla tua collaborazione col Love 4tet.
Diciamo che la cosa è nata dal nucleo di me, dj Tsura e Fid Mella e doveva essere solo un disco di noi tre. Fid Mella però aveva questi amici e colleghi molto talentuosi, Mainloop e Brenk e abbiamo pensato che metter le loro cose nel disco sarebbe stato fico e sarebbe stato, comunque, “rimanere in famiglia”, come se in un disco dei Gangstarr i beat non fossero tutti di Premier ma di un paio di affiliati di Premier. L’abbiam voluta pensare così, e alla fine poi abbiamo avuto ragione: il disco è andato anche fuori dai confini. Una radio francese molto importante ha passato la roba, c’è stato Juice Magazine, il maggior magazine europeo di hip hop, ci ha dato 4 su 5 nella recensione, stessa cosa su un altro sito tedesco (Raw Deluxe) fatto da quelli che facevano Viva, la tv musicale. Anche in America è stato apprezzato, anche da rapper americani importanti come Black Spade o Marco Polo, il disco aveva un flavour internazionale. Ma poi sia Brenk che Fid Mella hanno prodotto cose per degli americani… Brenk ha prodotto 3/4 del disco di Mc Eiht che esce sull’etichetta di Dj Premier (la Year Round Records, ne abbiam parlato nell’intervista con Premier), Fid Mella ha fatto delle cose con Kev Brown…
Quindi tirando le somme il disco è andato bene, stiamo quasi finendo la ristampa, son contento, contentissimo perchè alla fine stampare due volte un disco “piccolo” è tanto. Sono tutti soldi che ci servono per stamparne un altro… anzi ci tengo a precisarlo (e qui alza la voce, a mo’ di megafono) QUESTA ESTATE NON HO FATTO LE VACANZE!! Quindi se avessi venduto tanti dischi e avessi avuto i soldi per andare in vacanza ci sarei andato e invece son rimasto qui a studiare. Quindi questi soldi ci servono per stampare altri dischi.
Tutto chiaro. Grazie per la disponibilità, ci vediamo a Firenze il 27 gennaio.
Perfetto, grazie a voi.
L’appuntamento con Ghemon è per il prossimo 27 gennaio, alla Casa della Creatività (vicolo S. Maria Maggiore 1, di fronte a Marquee Moon) per l’avvio della stagione 2011 di Local Heroes.
Continuate a supportare i vostri Eroi!