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Chris Gibbs



Intervista Chris Gibbs, proprietario di Union, Los Angeles.

Foto di Giulia Donnini

CeCe Da New York a Los Angeles ci sono tutti gli States di mezzo, ci racconteresti come sei passato da una città all’altra e qual’è stata l’evoluzione di Union?

Chris Mi chiamo Chris Gibbs e sono il proprietario di Union a Los Angeles. Inizialmente lavoravo da Union a New York (negozio che ora non c’è più nella Grande Mela, ndr), ero store manager là, poi mi sono spostato a Los Angeles per fare lo stesso lavoro e un paio di anni fa sono diventato il proprietario.

CeCe Come è stato spostarsi da una parte all’altra degli USA? Hai notato forti differenze nella concezione dello streetwear e nella moda in generale?

Chris Inizialmente è stato molto duro per me, Los Angeles è una città veramente unica e diversa da qualsiasi altra parte nella quale sono stato. Se pensi a città come Milano, Firenze, New York, Parigi sai che sono differenti ma sono tutte “città” e lavorano grosso modo nella stessa maniera, anche avendo culture differenti.
Los Angeles non è una città nel termine proprio della parola, tutto è distante da tutto e non c’è un vero centro. I trasporti pubblici sono quasi inesistenti, non puoi semplicemente prendere una metro per andare in un posto o per incontrare una persona. Anche la moda è differente, le persone non spendono più di tanto per vestirsi perchè sono sempre a lavoro o a casa, quasi mai sono in giro a piedi. Quindi comprare per un negozio deve essere fatto in maniera differente, inoltre il tempo è quasi sempre bello e caldo, di conseguenza non merita vendere giubbotti o abbigliamento invernale.
Anche se ci ho messo un bel po’ per abituarmici, adesso Los Angeles mi piace molto. Da Union puoi trovare abbigliamento casual e anche marchi più di nicchia e ricercati.

CeCe Sei in questo business oramai da molti anni, hai notato dei cambiamenti concreti nel concetto di streetwear durante la tua carriera lavorativa? Quali sono le differenze maggiori?

Chris Penso che ciò che è successo sia un progresso e un’evoluzione, non un cambiamento radicale. Al momento non è facile comunque, ci sono sempre più brand e la maggior parte produce cose simili e non è facile trovare capi di abbigliamento unici e particolari. La cosa che però bilancia questo fatto è che, una volta trovato ciò che uno cerca, lo apprezza veramente. Sono le due facce della medaglia insomma.
Personalmente c’è chi dice “Union è cambiato”, in realtà abbiamo sempre venduto e importato prodotti di qualità dal Giappone e dall’Europa. Il fatto è che se un marchio prima faceva solo t-shirt e sneakers adesso fa anche altro e con stili evoluti, è un ciclo.

CeCe C’è una filosofia alla base di Union?

Chris La cosa che tentiamo di fare sempre è quella di offrire una scelta di abiti realmente indossabili. L’abito non deve essere un costume, deve essere un capo d’abbigliamento. Seguiamo i trend, ma mantenendo sempre la preferenza su un abbigliamento di qualità, indossabile e con un buon design alle spalle.

CeCe Hai qualche collaborazione in progetto tra Union e altri brand?

Chris Cerchiamo sempre di fare collaborazioni, ma non tanto per farle, ci deve essere un ragione. Quando facciamo una collaborazione deve essere qualcosa di unico e che soddisfi realmente i nostri clienti. Per me le collaborazioni sono come il dessert al ristorante, è molto buono ma non puoi mangiarlo ogni volta!
Al momento stiamo facendo una scarpa con Converse, in uscita a Marzo, e collaboriamo anche per una collezione con Mackintosh.

CeCe Pensi che i clienti e i consumatori siano sempre attratti maggiormente dal nome e dal potere di un brand, oppure che ci sia una ricerca mirata per quello che riguarda la qualità e il design?

Chris Alcuni brand sono diventati popolari perchè hanno sempre sfornato prodotti di qualità e le persone sanno che possono contarci. Questo funziona ancora ed è la realtà del mercato, ma le persone sono diventate sempre più attente, e se un grande brand produce cose che non sono considerate belle e di qualità probabilmente non le venderà.
Tutti vogliono un valore reale per i soldi che spendono, le persone comprano un brand ma solo se i prodotti sono realmente validi.
Ugualmente, se un marchio più piccolo produce abbigliamento di qualità, le persone lo compreranno indipendentemente dalla fama.
Comunque sia un brand rappresenta sempre una storia e le persone vogliono in qualche modo far parte di questa storia.