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Beverly Hills Cop



Regia di Martin Brest
Usa 1984

Ok, lo ammetto, sono un fondamentalista. E’ un pregiudizio felice quello che mi impedisce di apprezzare Eddie Murphy nelle sue interpretazioni successive agli anni 80. Lui, come altri, è rimasto vittima del successo di quel periodo, non riuscendo a proseguire la splendida carriera iniziata nell’età delle cotonature. Alcuni hanno avuto la decenza di fermarsi, altri, invece, si sono riprogettati, come Bill Murray (Ave!) proseguendo magnificamente la loro professione. Eddie Murphy fa storia a sé, è come se nella mia testa ce ne fossero due; uno che adoro e l’altro che mi provoca tristezza. Qui, oggi, parlerò del primo.
Questo film è entrato nella storia, almeno è entrato nella mia. Ricordo ancora le risate sul divano e le scadenti imitazioni della risata del Tenente Axel Foley. Quella risata che partorì, poco dopo, la versione italiana del grande Homer Simpson.
Beverly Hills Cop è puro sentimento, 105 minuti di cinema d’altri tempi. Se volete accettare un consiglio, beh, concedetevi un amarcord e guardatelo di nuovo. Alla fine vi verrà un po’ di nostalgia. Per quell’Eddie Murphy lì.
E pensare che il ruolo di Axel Foley era stato inizialmente pensato per Mickey Rourke e Sylvester Stallone, cose che fanno riflettere. Chissà che ne sarebbe stato del mondo se non ci fossero stati “Una poltrona per due” ed “Il principe cerca moglie”, ma questa è un’altra storia.
Un minuto di silenzio per Eddie, ucciso crudelmente dal gemello cattivo.