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Weekend con il morto



Regia di Ted Kotcheff
USA 1989

È un po’ fuori tema, lo riconosco. L’estate, il mare, il sole. Qui c’è freddo, la spiaggia è un lontano ricordo e la bella vita un’utopica proiezione.
Però il fine settimana non è così distante e questo a molti basta per concedersi un sorriso. Niente di che, sia chiaro, però si tratta comunque di un buon – naturale – antidepressivo. Questo è un film “spartiacque”; di lì a poco sarebbero iniziati gli altrettanto floridi Anni ’90, padri di molti sequel e tanti colossal.

“Weekend con il morto” è una delle pellicole più divertenti e originali che ricordi. La storia inizia così (anche se, sono sicuro, non c’è bisogno di ricordarlo): Il boss di una compagnia di assicurazioni tenta di fregare i suoi dipendenti, due dei quali, accortisi della frode, sono intenzionati a smascherare il truffatore. Giunti nella casa del ricco capo, invitati da lui stesso con lo scopo di farli fuori, lo trovano riverso al suolo, privo di vita. Quello che segue è poesia. Poesia pura.
Se avete una collana di fiori, indossatela. Servirà per comprendere meglio la “ghevidosità” di questo film.
1989, Dio benedica questa data.