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La recensione degli Incredibili 2



Dopo quattordici anni d’attesa, quest’anno Disney Pixar ha assecondato le richieste di milioni di fan in tutto il mondo e ha dato ai Parr un sequel, sempre incentrato sulle peripezie dell’unica, vera, famiglia di supereroi approdata nell’ultimo ventennio sul grande schermo (i film sui Fantastici Quattro nemmeno li considero).

Ancora una volta la scelta si è dimostrata un successo clamoroso sia di pubblico (quasi 1.2 miliardi al botteghino) che di critica (pressoché unanimi le lodi alla pellicola diretta ancora una volta da Brad Bird).

Gli Incredibili 2 si presenta come un altro grande omaggio all’epica superomistica propria della Golden Age dei fumetti USA, con continui richiami stilistici e visivi a quel periodo di commistione fra estetica fifties e afflati ultra-futuristici, solo che, stavolta, pur restando principale il tema della gestione politica e sociale di un mondo popolato da super-esseri, questa tematica viene affiancata a riflessioni più o meno profonde sul concetto di parità dei sessi e su come, i normali esseri umani, dovrebbero reagire all’insorgere di qualcosa di “oltre” fra le file della società moderna.

Riprendiamo contatto coi i Parr pochissimi secondi dopo l’effettivo finale del primo film, con l’attacco della controfigura Pixariana dell’Uomo Talpa (uno degli infiniti omaggi ai Fab Four Marvel) e con la conseguente devastazione involontaria provocata da Mr Incredible&co. nel tentativo, fallito, di contrastare i piani dell’improvvisato villain. Da qui si dipana la vera e propria trama del film, in cui conosceremo un lato della società civile, quello favorevole ai supereroi, pronto a sostenere un atto di legalizzazione delle attività super.

Il richiamo ai temi di Watchmen e, più recentemente, alle diatribe fra Steve Rogers e Tony Stark è fortissimo, soprattutto nelle discussioni sulla legalità e sulla giustizia fra i due capifamiglia. Ed è proprio la componente femminile della famiglia Parr a brillare con maggiore intensità nelle due ore di film, con Elastigirl che viene scelta per essere “il volto della comunità dei super”, in un tentativo da parte di un magnate dei media, molto attinente alla realtà che viviamo, di modificare ed indirizzare l’opinione pubblica verso questa o quella posizione sociopolitica.

Tentativo che fa anche il vero villain della pellicola, il misterioso Ipnotizzaschermi, le cui motivazioni però vanno ricercate in una sorta di umanesimo spinto e un po’ deviato. Il cattivo mascherato che comanda tutti gli schermi dai quali dipende, ahimè, la nostra forma mentis, è infatti avverso all’idea di affidarsi ad entità superiori per la salvezza del genere umano, ritenendo infatti che tale pratica ci indebolisca e non faccia altro che provocare più disastri di quanti non riesca a risolverne.

Un’idea anche condivisibile, se non fosse che lui stesso, nel cercare di propagarla, finisca per fare uso delle forme d’azione che di solito sono proprie dei super stessi, rivelando la natura ipocrita della sua missione e delle sue motivazioni (che sono molto più “intime” di quanto si possa pensare).

Gli Incredibili 2 però, come già detto, è anche un film che si interroga sulla questione della parità dei sessi e su quanta fatica facciano gli uomini ad accettare un ruolo che, per pigrizia etica e mentale, da decenni pare essere unicamente affidato alle donne.

Bob Parr, di fronte alla scelta della moglie come immagine del rinascimento supereroistico, inizialmente mostra avversione e un set di comportamenti vagamente (beh, mica tanto vagamente) retrogradi e maschilisti, salvo poi rendersi conto che l’attività svolta fino a quel momento dalla moglie richiede uno skill-set non indifferente ed è più faticosa, immensamente più faticosa, di quanto si possa pensare, usando una mente poco aperta.

Anche Violetta, la figlia adolescente di Bob ed Helen, spicca all’interno della storia sia per arco narrativo che per pure scene action.

Ed è proprio nella gestione dei tantissimi momenti d’azione pura che il film veleggia verso vette d’eccellenza. Ormai non ci si dovrebbe più stupire quando, nel 2018, si va a vedere un film d’animazione di questo livello, eppure mi ritrovo ogni volta con la bocca spalancata ad osservare le animazioni fluide e spettacolari o, più semplicemente, quanto un semplice broccolo sia ormai arrivato ad un livello di realismo quasi indistinguibile dalla realtà (sì, un broccolo).

Gli Incredibili 2 non aggiunge granchè a quanto già mostrato dal primo capitolo, è vero. Ma non voglio fargliene una colpa, forse perché il primo era già un film di supereroi così perfetto e straordinario che non mancava di nulla e, questo sequel, serve solo ad espandere le vicende più intime dei Parr e a farceli apprezzare di più sia come singoli che come nucleo famigliare.

E voglio ADESSO un film intero su Jack-Jack e il procione.

P.S.: la pellicola è preceduta, come di consueto, da un corto d’animazione. Questa volta la Pixar ci spiega la genitorialità e i suoi rischi, ma anche il suo calore, in tre minuti senza dialoghi.

Seguiranno lacrime e singhiozzi da parte di tre quarti della sala (la parte adulta).

VOTO:8