Animali Fantastici e Come Trovarli e Tutto Il Resto -recensione-
di Matteo Cabiola21 Novembre 2018
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cinemaSecondo capitolo del primo progetto spin-off ambientato nel Wizarding World of Harry Potter, diretto da David Yates e, ironicamente, diretto a grandi passi verso le prossime tre uscite.
Già, questo episodio della ancora imberbe saga che vede lo strambo Newt Scamander (interpretato in modo a tratti adorabile, a tratti insopportabile dal pur sempre bravo Eddie Redmayne) al “centro” dell’azione, altro non è che un trampolino ricco di fanservice per i prossimi capitoli.
Sia chiaro, il fanservice non è negativo a prescindere, ma lo apprezzo solo se inserito in una pellicola ben sviluppata e ricca di altri spunti, quasi come un topping peccaminoso su di una torta ben preparata. Qui invece le continue apparizioni di personaggi legati alla mitologia Potteriana sembrano più una volontà degli sceneggiatori di tenere, per così dire, il piede in due scarpe (o la bacchetta in due mani) per non scontentare i fan storici e, contemporaneamente, non sviare troppo l’attenzione di quelli nuovi dall’inutilmente complesso e frammentato plot del film che stanno guardando.
Il film si sviluppa in modo nervoso, con scelte registiche altalenanti e spesso fastidiose, almeno per chi vi parla, come l’utilizzo di primi piani strettissimi o il lasciare che, in determinate scene, gli attori guardino direttamente in camera mentre recitano. Non so voi, ma questa è una pratica che, se non precisamente giustificata dalla sceneggiatura, mi fa lo stesso effetto di un pizzicotto mentre dormo.
Il cast fa quello che può per accattivarsi l’attenzione dello spettatore in mezzo alla girandola di avvenimenti e colpi di scena che ci costringono a fare continui salti fra Londra e Parigi, ed è forse proprio l’ensamble di attori straordinari a far sì che il film non anneghi nella noia, a partire dall’ accoppiata di grandi maghi che tira le fila di tutta la vicenda, contrapponendosi per modi, etica ed aspetto.
Albus Silente (Jude Law) e Gellert Grindelwalt (Johnny Depp) sono il vero ago della bilancia e il meno “ingolfato” motore narrativo della pellicola, interpretati magistralmente da due attori in forma, soprattutto Depp, e contrapposti anche nel modo in cui circuiscono i loro adepti e si preparano ad uno scontro finale che, si spera, valga la pena di essere visto.
I due sono legati, senza fare spoiler, anche da qualcosa che và oltre la magia e la scelta, finalmente, di dare spazio a questa tematica garantisce il mio profondo rispetto a tutti quelli coinvolti a vario titolo nella realizzazione del film.
Purtroppo, il sempre affabile Albus ed il mellifluo e sobillatore Gellert non bastano da soli a salvare in toto il film, che -per essere intitolato com’è- ha al suo interno ben pochi animali fantastici e ancora meno crimini di Grindelwalt, il quale si limita, come detto, a sobillare gli animi di chi lo circonda e ne sposa le teorie razziali, mantenendo un intelligente ed apparente distacco emotivo e affidandosi a catastrofiche previsioni sul conto dei babbani per convincere il suo “pubblico” della bontà delle sue idee in quella che forse è la sequenza più potente del film, sia come impianto scenico che come significato.
Addirittura, il crimine più atroce (ed impensabile in un film PG-13), viene commesso da una sua sottoposta e non da lui in persona, segnando così nei primi minuti di pellicola, un netto distacco fra la figura di Grindelwald e quella di Lord Voldemort.
Da grandissimo fan di tutto ciò che di magico ha partorito la mente della Rowling, sono più che pronto a perdonare questo mezzo passo falso, in attesa dei prossimi capitoli. Solo mi auguro che venga fatto un po’ d’ordine nella scala delle “priorità narrative” e che venga lasciato a Silente e Grindelwald lo spazio necessario per raccontare una storia che, non me ne vogliano Newt e l’irresistibilmente tenero Snaso, sembra decisamente più interessante di quanto visto finora.
VOTO: 5