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TMHH ci racconta il suo Errare Umano



Dopo tanti anni di militanza più o meno attiva nell’ambiente hip hop, mi sono messo l’anima in pace ed ho accettato un mio limite. Non posso conoscere tutti. Però, quando sento il lavoro di qualcuno che non conosco e scopro che oltre ad essere un valido artista ha tirato fuori un bellissimo album, mi incazzo con me stesso e cerco di rimediare indagando di più.

Allora, TMHH, chi diamine sei? E perché non ti ho conosciuto prima?

Ciao Mirko, credo che tu non sia l’unico. Vengo da una piccola città delle Marche, Recanati, e come puoi ben immaginare, non è facile arrivare al resto dello stivale partendo da un buco come il mio. Comunque non è mai troppo tardi…

Il primo pezzo che ho sentito del tuo nuovo lavoro è Quello che non ho, quasi per caso, scovandolo su spotify. Un gioiello, e non esagero. Un testo che scorre con un flow liscio come l’olio in contrasto con un timbro di voce ruvido ma non grezzo, un insieme perfetto. Ci parli di questo brano?

Il brano prende il nome da un capolavoro di Fabrizio De Andrè; scritto in una notte, racchiude le sensazioni e le difficoltà di un determinato periodo della mia vita. L’idea del beat è partita dal mio producer, Lil Thug, io ho solo scritto quello che stavo vivendo.

Infottato dal pezzo, vado a rileggere la mail che il buon Riccardo Primavera mi ha inviato pochi giorni fa (perché sì, Riccà, le mail le leggo… È che c’ho poco tempo per rispondere, ma TVB con l’anima) e torno su Spotify per ascoltarmi l’album, Errare Umano. Il primo brano è la title track. Qual è lo sbaglio che hai fatto per il gusto di farlo?

Tutti noi, nella maggior parte dei casi, sappiamo cos’è giusto fare. Quando non lo sappiamo arriva qualcuno, sempre nella maggior parte dei casi, a dirci qual è la cosa giusta; personalmente ho sempre sbagliato per il gusto di farlo, ma sopratutto ho sempre sbagliato seguendo le mie scelte.

Fumo e cenere…cazzo, Fumo e cenere, con Claver Gold, da applausi! Spero di farti un complimento dicendoti che mi ricorda il suono di Everlast aka Whitey Ford, c’è quel giro di chitarra che ipnotizza, ed il testo rapisce tanto nel rap che nel cantato. Come nasce la collaborazione con Claver e la scrittura di questo brano?

Io e Claver giriamo insieme ormai da più di 3 anni, con lui ho cantato sui palchi di tutta Italia e condiviso tante serate! Voglio molto bene a Claver e non potevo non inserirlo all’interno dell’album. Strimpellando un po’ la chitarra ho tirato giù l’idea per il pezzo, l’ho portata in studio e Lil Thugh ha fatto il resto insieme a Francesco Fiorentini (chitarrista).

Freno un minimo l’entusiasmo altrimenti sembro pagato, cosa che non sono anche se si accettano offerte, quindi evito di farti una domanda per brano perché nell’album ce ne sono ben 12 e rischio di farmi mandare a quel paese! In In ginocchio sui ceci metti in punizione i tuoi colleghi rapper sfoggiando skillz da punchliner, metriche serrate e pura tecnica. Come ti sei formato? Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Sono cresciuto, grazie a mio padre, ascoltando buona musica, il cantautorato è il genere che ancora oggi preferisco! L’adolescenza invece l’ho passata ad ascoltare punk, rock, metal e ska. Non ricordo di preciso a che età scoprii il rap, credo intorno ai sedici anni, avevo amici più grandi che lo facevano già da un po’: c’era chi ballava, chi faceva beatbox e chi faceva freestyle. Mi appassionai subito al genere ed iniziai a fare freestyle. Oggi, se devo dirti qual è il mio artista preferito, dico Tech9ne.

Non manchi di sfoggiare le tue doti canore, in molti brani alterni il rap a parti cantate, in alcuni in maniera più accennata e introversa, in altri prendendo il volo, come in 4 piedi in un paio di Nike, dove te ne vai tranquillamente su note più alte. Quando scrivi nasce prima la parte cantata o il rap? Potrebbe esistere l’una senza l’altra?

Innanzitutto ci tengo a precisare che non mi definirei mai un cantante, al massimo potrei dire di essere intonato. I cantanti studiano, io non l’ho mai fatto. Detto ciò, quando scrivo le due cose vanno di pari passo. Molto mi viene trasmesso dal beat o dal giro di accordi e credo che possano esistere tranquillamente anche l’una senza l’altra, se ho per le mani un beat adatto al cantarci sopra ben venga, altrimenti ci si rappa a testa bassa!

In Smisurata preghiera ritornano il tema dell’errare (nel senso di sbagliare) e dell’essere umano. Qual è il senso di questa preghiera ed a chi la rivolgi?

La preghiera, già di suo, è un atto estremo. Quando non riusciamo a fare qualcosa da soli ci rivolgiamo ad un’entità superiore pregandola di aiutarci e sperando in un miracolo. Smisurata preghiera è qualcosa di più, è una richiesta talmente irrealizzabile che persino Dio non avrebbe le capacità di esaudirla. La canzone parla di questo: un mondo in cui l’uomo impari ad essere umano!

L’album si chiude con Navigare, ultima chicca che suona come un arrivederci… Che ci dobbiamo aspettare per il futuro?

Ho un po’ di cose che mi passano per la testa, ma… NO SPOILER !!!

Errare Umano è fuori per Glory Hole Records, lo trovate qui.