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Ste Madonne so tutte uguali



LUNGA E DOVEROSA PREMESSA:

Molte volte quando parlo con le persone e spiego quale sia il mio campo d’interesse nell’arte (1400-1700), mi sento dire che il fatto che la produzione artistica di questo periodo sia quasi esclusivamente a tema religioso lo rende monotono, che i temi iconografici sono sempre quelli e che trovano l’espressione artistica individuale soffocata da questo limite e che per questo l’arte contemporanea lascia molto piu spazio all’estro.
Osservazione, volendo, anche giusta.
Ma partendo dal presupposto che un segno, un colore, una composizione, possono comunicare emozione, è proprio da un tema imposto e uguale ad altri che si vede la differenza nell’interpretarlo e la differenza nel suscitare emozioni. (Oltre che chiaramente la differenza di sensibilità e personalità tra gli artisti)

Per essere più chiaro… se dico a due persone di disegnare una mela, la disegneranno secondo le loro capacità tecniche, il loro gusto personale, e l’immagine che hanno memorizzato nel cervello di una mela. Se uno disegna una mela rossa, lucida e molto realistica, potrà farmi venire fame o mi potrà far ricordare una gita in campagna..
se l’altro disegna una mela giallognola e mezza marcia le emozioni che mi susciterà saranno completamente diverse. Come probabilmente le sue saranno diverse da chi ha fatto la mela rossa e matura…
La stessa cosa vale se il tema è “la Madonna”.

Quindi, l’epressione “SO’ TUTTE MADONNE UGUALI” non regge, o almeno non regge tra chi sa guardare.

SANT’ANNA, LA MADONNA, IL BAMBINO E SAN GIOVANNINO (CARTONE DI BURLINGTON HOUSE) di LEONARDO DA VINCI.

Avete presente la classica domanda, a cui è praticamente impossibile rispondere, “Qual’è il tuo film preferito?”.
Beh, se la domanda fosse “Qual’è la tua opera d’arte preferita?”, io una risposta ce l’avrei.
Solitamente sono una persona molto puntuale nel rispettare le scadenze, ma questa volta il dover parlare della mia opera preferita in assoluto, mi ha messo seriamente in difficoltà.
Ho riscritto quest’articolo tre volte, impostandolo ogni volta in maniera diversa e ogni volta non mi piaceva.
Ho anche tentato un confronto tra due opere, ma il fatto che fossero entrambe all’apice dei miei gusti lo ha reso impossibile.
Quindi affronterò le due opere una per volta, per poi lasciare a voi il confronto.

Davanti a me ho l’immagine del cartone di Sant’Anna (National Gallery) di Leonardo da Vinci, personaggio che spero non necessiti di alcuna presentazioni. Chiaramente come Michelangelo anche il buon Leonardo si riteneva uno scarso pittore, ad ulteriore prova che i geni sono sempre stati personaggi particolari….

Guardiamola con gli occhi di chi sà poco e niente e vediamo cosa puo trasmetterci e come:
al centro della scena c’è Sant’Anna (madre di Maria e nonna di Gesù) che tiene sulle ginocchia Maria, che a sua volta tiene in braccio il piccolo Gesù che gioca con il piccolo San Giovanni (patrono di Firenze). Una sacra famiglia quindi; le figure sono (cosa strana per Leonardo) molto classicheggianti e monumentali, i due bambini stanno giocando tra loro sotto lo sguardo affettuoso e attento della neomamma che trattiene Gesù dallo slancio in avanti.
Il volto di Maria è quello di una giovane ragazza, dai lineamenti molto delicati con lo sguardo felice, perso ad osservare il figlio.
Sant’Anna è il perno monumentale della composizione. Sorregge la figlia e fà da appoggio alla figura del san Giovannino. Il suo sguardo però è rivolto alla figlia, con un affetto carico di malinconia, severo.
Fin qui si tratta di una normale scena famigliare che la leggerezza delle sfumature in carboncino, i chiaroscuri e la composizione geometricamente regolare, rendono piacevolissima da guardare.
Io sono rimasto un ora a fissarla a Londra.è una di quelle cose che quando te le trovi davanti ti imbarazza; mi sono messo seduto sulla panca di fronte e ho cominciato a guardarla bene ascoltando l’audioguida.Oltre al piacere della vista del bello però mi ha messo un profondo senso di tristezza.
Il particolare del dito puntato al cielo di Sant’Anna, che il non finito contribuisce a sottolineare pesantemente, è un tema ricorrente dell’opera di Leonardo. Inserito in questo contesto, almeno per me aggiunge drammaticità alla scena. Il significato del gesto è semplice:indica dio. La sua presenza all’interno di questa scena,unita allo sguardo di malinconico affetto ,vuole però ricordare a chi guarda, ed anche alla stessa Maria, il seguito della storia. Come a dire: ricordati che questo bambino non è tuo… è qui per un altro motivo ed è destinato alla sofferenza, è destinato alla morte.
Il volto di Sant’Anna contrasta fortemente con quello di Maria anche per i toni: scuro e pieno di ombre il primo, chiaro e luminoso il secondo.

Questa chiaramente è una lettura:la mia. Influenzata in primis da mio stato d’animo, poi dal mio bagaglio culturale e dal mio modo di vedere. Un esempio di come i giudizi possano variare a seconda di chi li dà , ve lo do citando la pagina di wikipedia che parla del cartone:

“Il cartone mostra le tre generazioni della famiglia di Cristo: Sant’Anna tiene sua figlia Maria sulle sue ginocchia e quest’ultima trattiene il Figlio, che si rivolge verso san Giovannino. Anna indica con la sinistra il cielo e guarda Maria con uno sguardo festoso e familiare, come a voler chiedere conferma della sua miracolosa gravidanza.”

visto?

Dove io ho letto malinconia e tristezza il curatore della pagina di wikipedia ha letto gioia, a riprova del fatto che, oltre all’analisi storica, in fondo si parla di arte e il giudizio personale e quello che uno recepisce guardandola è soggettivo. In quasi ogni caso, valido.
Ora, cosa ci sia di festoso nello sguardo di Sant’Anna mi sfugge. Visto che 33 anni dopo, tanto per seguire la traiettoria di quel dito,il bambino diventato uomo verrà crocifisso, preferisco la mia lettura di quest’opera, che insieme al tondo Doni di Michelangelo (di cui parlerò la prossima volta), è per me l’apice dell’arte figurativa.(e stiamo parlando di un disegno preparatorio non finito!!).

Vi invito a guardarla e a scrivere cosa ne pensiate voi… e vi invito a guardare con attenzione tutte quelle opere che solitamente guardiamo di sfuggita perché, aldilà di letture cospirazionistiche alla Dan Brown (che avrebbe scritto pagine su quel dito al cielo…), nascondono emozioni e valori profondamente attuali.
Sperando di non avervi annoiato vi saluto!

Alla prossima!

Lucci