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Sanremo 2019: le pagelle dei big



Ieri mattina, a diverse ore dall’inizio del festival c’erano alcune testate che già lodavano o bocciavano questo o quell’altro cantante. Sì, ok che la stampa aveva accesso ai testi prima di noi poveri plebei, ma l’aver visto le stesse testate confermare tali voti anche dopo presenze sceniche ed esecuzioni molto discutibili mi dà un po’ l’idea di pompini gratuiti.

Quindi vi riporto le valutazioni oggettive, insindacabili e non pilotate dalle lobby dell’autotune.

Francesco Renga – Aspetto che torni : ha ultimato la sua trasformazione in Damiano Tommasi. Mega pop, canta sempre le stesse cose, nello stesso modo. Che due coglioni. 5

Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce: non è per essere razzisti, ma non si capisce un cazzo di quello che dice Nino, complice un’equalizzazione che boh, avranno usato il Cantatu. Livio alterna la professione di ladro di scooter a quella di cantante e sicuramente eccelle in una delle due arti, ma non è la seconda. Scherzo, Livio :* 6 a Livio, 2 a Nino

Nek – Mi farò trovare pronto: No-vax, grillino, antiabortista. Il testo della canzone potrebbe essere l’inno dei gilet gialli. Dovrebbe ascoltare qualcos’altro oltre ai Coldplay o dichiarare ufficialmente che questa canzone è il seguito di quella prima. 5

 

Zen Circus – L’amore è una dittatura: forse è record mondiale per il numero di “e” aperte in una singola canzone, attendiamo il responso dei giudici. Intanto gli do un bel 6.5

Il Volo – Musica che resta: nettamente superiori. Tecnica, melodia, portamento, senza fronzoli. Sono i migliori da sempre e per me possono dipingere di merda qualsiasi stanza d’albergo. Voto 15

Loredana Berté – Cosa ti aspetti da me: potentissima, indossa una borsetta in cui risiede il segreto per sopportare delle ROTTURE DI COGLIONI abnormi tipo il duetto Bocelli-Baglioni. Voce impastata da chissà quale sostanza, in ogni caso ottima. Brava Lory! 8

Daniele Silvestri – Argento vivo: ha detto “cazzo” e si è fatto accompagnare da Rancore che ha una voce odiosa, cacofonica, che non va a migliorare il pezzo. Però dice “cazzo” anche lui e a noi le oscenità piacciono. 7

Federica Carta e Shade – Senza farlo apposta: Ma Federica è parente dell’altro Carta che canta, com e cazzo si chiama? Shade è l’ennesimo rappresentante delle 4 discipline e le rappresenta malissimo. Dj Gruff si sta rivoltando nella tomba. 6.5 strappato grazie al ritornello molto orecchiabile.

 

Ultimo – I tuoi particolari: banale come una prostituta che ti dice di non toccarle i capelli. Fuori tempo come un preservativo indossato ad amplesso finito. 4

Paola Turci – L’ultimo ostacolo: Bravissima, niente da dire. Qualche problema alla voce, ma nulla che una Monks non possa riparare. Era pure vestita bene. Non ho capito di cosa parli la canzone perchè ho passato tutta la canzone a cercare di vedere se riuscivo a scorgerle un capezzolo nell’ampia scollatura. Secondo me va a podio. 8

Motta – Dov’è l’Italia: apparentemente è uno dei pochi al mondo che non conosce Google Maps. Cerca di fare il bel tenebroso, si vede che si è guardato Il Corvo un centinaio di volte. Acetatissimo. 5

Boomdabash – Per un milione: lu sule, lu mare, lu testo scontato. Agghindati come autisti di Limousine tentano di lanciare la nuova hit estiva, ma siamo a Febbraio raga. 5

Patty Pravo con Briga – Un po’ come la vita: Patty è un alieno. Guardarla mi mette un’ansia che nemmeno una confezione di paroxetina guarirebbe. Sembra sempre che stia lì lì per stonare o scordarsi un pezzo di canzone, ed in effetti qualche imperfezione c’è, ma meno male che c’è il badante. Secondo me sta canzone non l’avevano mai provata prima insieme, per cui, dai, per essere la prima volta non è andata malissimo. 6.5

 

Simone Cristicchi – Abbi cura di me: Cristicchi secondo me è una persona molto intelligente, quindi ha scritto un pezzo intelligente, ma io sono un ignorante di merda e dirò che questa canzone fa schifo e puzza di vecchio. Rottura di coglioni. 4

Achille Lauro – Rolls Royce: Lauro è praticamente il successore di Vasco. E no, non è un complimento. Urla “ROSS ROIS” e poco altro. Sopravvalutatissimo. Sdogana la trap a Sanremo. Come se il Festival non facesse abbastanza cagare. 4
Però se dovessi ascoltare 30 volte di seguito la stessa canzone sceglierei questa. Quindi alzo il voto a 6.5

 

Arisa – Mi sento bene: Sembra che Orietta Berti si sia incarnata in lei, detto sia con accezione positiva che negativa. La canzone di Arisa passa da gioiosa a depressa ad ancora gioiosa a botta di Xanax per finire come Mr Burns che brilla nel bosco. Però conferma una voce davvero notevole 6.5

Negrita – I ragazzi stanno bene: se fossimo negli anni ’60 e fossimo a Londra questa sarebbe una canzone stupenda e loro non sarebbero i Negrita, ma purtroppo questo ci meritiamo. Però il cantante ha menato Scanzi, e il testo è anti-salviniano, quindi un 6/7 non glielo toglie nessuno.

Ghemon – Rose viola: vestito come un guardone che ha passato la notte tra i cespugli cerca di dimostrare di essere un rapper sfoggiando rime da brivido tipo “lenzuola/sola/gola/cola/trova” che rappresentano il 90% della canzone. Menoso. 5.5

Einar – Parole nuove: ammetto che stavo cambiando il sacchetto dell’aspirapolvere mentre è andato in onda Einar, quindi niente, mi astengo dal voto e vi posto una gif buffina.

Ex-Otago – Solo una canzone: gli Ex-Otago sono dei Calcutta/The Giornalisti che non ce l’hanno fatta, però il pezzo che hanno presentato a Sanremo è orecchiabile, dai. Ci provano. 6.5

Anna Tatangelo – Le nostre anime di notte: F R E G N A. A podio assieme alla Bertè per le peggiori sopracciglia di sempre, però migliori gambe di tutta la Kermesse. La canzone così così. 7

Irama – La ragazza con il cuore di latta: il tema che affronta è molto delicato e la presenza di un coro gospel può far piacere. Mettici pure le faccette ammiccanti verso la telecamera…King dei ruffiani. 6.5

Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood: rispetto il lutto e il momento delicato, ma sta canzone ricalca quei post su Facebook fatti per raggranellare qualche like e sentirsi meglio con sé stessi.6

Mahmood – Soldi: Peccato che l’abbiano fatto esibire per ultimo, secondo me questo pezzo meritava più attenzione. Le parti in arabo sono pure integrate bene, ma ho dovuto riascoltare il pezzo enne volte per capire di che parlasse. E non ve lo dico. Mediorientale. 7.5

I presentatori:

Baglioni: impalpabile come Conte al Governo, spesso si fa la sua canticchiata tanto per far vedere che c’è, come Conte al Governo.

Bisio: nel giro del primo quarto d’ora esaurisce la sua scorta di faccine buffe, poi tiene benino il palco. Imbarazzante il monologo in cui interpreta le canzoni di Baglioni, senza un vero finale. Saluta Bocelli con la mano.

Raffaele: quando si è messa a prendere per il culo Patty Pravo mi sono imbarazzato per lei. Poi il saluto ai Casamonica, il medley con Favino, le simpaticissime gag in cui fa finta di litigare con Bisio…Diciamo che una volta che non imita qualcuno non è che sia sto granchè.

Attenzione: tutti questi voti, questi giudizi, queste valutazioni sono personali e non rispecchiano per forza l’idea degli altri raga che scrivono su Gold. Io non sono nessuno, sono un ignorante e non ho competenze in campo musicale; ho solo un po’ di tempo da perdere e mi piace battere sui tasti.

Ringrazio Gulag, Bollo e i raga di Photoshop Lovers per questa copertina e tutte quelle che mi forniscono per i miei pezzi su Gold.

ps. Ma poi si è capito di che cazzo parla la canzone di Achille Lauro?