Questa intervista la scrivo con il cuore.
La mia concezione di Graffiti va oltre le lettere ed i colori, ecco perchè Behind The Writer. Sono affascinato dai motivi che spingono un writer a donare al mondo un suo frammento.
Rusto non mi ha colpito solo per le sue colorazioni variopinte ed il suo tratto impeccabile, mi ha colpito per l’amore che mette in ogni suo pezzo e per la sua voglia di migliorarsi costantemente.
Come mai “Rusto”? E’ la tua tag da sempre o ne hai cambiate tante nel corso degli anni?
Dunque, ho cambiato una marea di tags, spesso andavo dietro alle lettere che mi riuscivano meglio e alle mode del momento, poi feci un ragionamento che innescò il meccanismo; La mia giornata all’epoca era sempre uguale (e preferisco non raccontarla) una vera e propria “Routine”, da lì abbreviai in Routs ma aveva poco senso, finché non mi resi conto che l’anagramma formava il nome degli spray più amati dai writers di NYC (Rust-Oleum), la scena da dove traggo ispirazione e da dove provengono le mie massime influenze. Negli anni ho aggiunto King, più per scherzo che seriamente. La cosa bella è che nessuno ha mai obbiettato.
Pensi ci siano dei limiti nell’evoluzione di un lettering? Oppure il writing è un’arte infinita?
Io sono più per le lettere senza tempo, prendendo come esempio Dondi, uno stile così era bello 30 anni fa e lo è anche oggi, e forse non c’è neanche bisogno di andare oltre. Probabilmente la mia mente è troppo piccola e non so neanche come potrebbe essere andare oltre. L’unica parte di percorso che per me è andare “oltre” (quello che io chiamo PostGraffiti) è finire nelle gallerie, quello che sto facendo io ora. Questo secondo me è lo step successivo ma penso comunque che dipenda dal percorso che uno fa. A livello di stile penso ci si possa fermare a quelle lettere senza tempo di cui ti parlavo.
Risposta perfetta. Torniamo a Rusto, dove inizia a “sporcare” i primi muri e come migliora? Hai seguito le orme di qualcuno?
Io sono un pò un provinciale, sono di Viareggio, una cittadina piuttosto piccola. Fortunatamente passavano una valanga di treni provenienti da Firenze e questo ti lascia un segno, ti invoglia a fare di meglio, anche se poi all’inizio si fanno sempre cagate assurde con gli altri ragazzini che poi sono compagni di scuola, coetanei. Ho iniziato in questa discarica a Bicchio, un posto fuori Viareggio, dove c’erano Hall Of Fame giganti, enormi muri e lungolinea. A 18 anni i primi Interrail per vedere un pò le scene e dipingere un pò all’estero… e tanti bozzetti! Tanti sketch, io penso che le nuove generazioni dovrebbero allenarsi parecchio prima di andare per strada. Fondamentalmente adesso hanno tutto, non voglio fare il vecchio (BuOnGiornissimo Kaffèè?!!) però effettivamente hanno molto materiale per migliorare e poi vai in giro, vedi i pannelli e fan cagare. A me bastava una cazzo di Bic nera ed ero l’uomo più felice del mondo.
A questo proposito, internet ha cambiato il mondo dei graffiti, tu senti questo cambiamento? I ragazzi adesso hanno un mondo per ispirarsi e strumenti adatti, non sarà un danno questo avere tutto e subito? Non manca un pò la scoperta? Lo sbagliare e trovare un metodo alternativo per fare ciò che si vuole?
E’ come un’arma a doppio taglio. Persone come me, se non avessero i social probabilmente non camperebbero proprio, non riuscirebbero a vendere la propria arte e a farsi conoscere. Se internet viene usato da un ragazzino che ha la foga del “tutto e subito” è controproducente, non riesce neanche a fare tutti gli step per arrivare ad avere una cognizione di causa, magari scopiazza da destra e sinistra, si rifornisce dai vari shop ma in fin dei conti è di plastica… Capito? Senza dubbio sbagliare e sbatterci il muso è una cosa che aiuta tantissimo. Ho imparato dai miei errori e dai ragazzi più grandi che mi istruirono, facendomi capire il significato della parola rispetto. Bisogna anche controllare la foga dei ragazzini, istruendoli.
Cosa è fondamentale nel “Getting Up?”
Il Getting Up per me è un insieme di fattori, non si limita solo allo stick o ad altro, è un insieme di cose. Io penso che l’arte del Getting Up sia più ampia da spiegare, mi sono mostrato sia come writer che come persona, a volte anche mettendomi a rischio (penso che tutti sappiano come mi chiamo e dove sto adesso) me ne sono sempre fregato, perché io sono un writer da quando mi sveglio la mattina e quando vado a letto la sera. Quindi se tu sei vero e spingi in quella direzione, facendo sempre il meglio possibile, conoscendo sempre la gente giusta e rispettando chi devi rispettare e salendo piano piano… alla fine non conta solo quanto sei bravo, conta l’insieme persona-writer, tante cose.
I Graffiti sono prima di tutto Ego, scrivere ovunque il proprio nome per andare lì il mattino dopo e godersi il pezzo alla luce, una sensazione spettacolare. Cosa provi quando dipingi? Preferisci dipingere da solo o in compagnia?
L’Ego penso che sia la cosa principale nei Graffiti, poi se aggiungi una persona come me, un pò narcisista è un casino… tutte le ragazze che ho avuto le ho perse praticamente per questo motivo! Comunque sì, vedere il treno in stazione la mattina è impagabile, quella è la parte più romantica di tutto il gioco. La notte sei in un posto che non esiste, la mattina sei in mezzo alla gente, nascosto e solo tu sei consapevole di ciò che vedi. Per quanto riguarda andare a dipingere da solo o in compagnia dipende da chi ti porti dietro a dipingere. Quando vai in gruppo devi andare in compagnia di gente giusta, gente che non ti tradisce, gente che se rimani indietro ti prende dalle spalle e ti porta avanti, no? Altrimenti è meglio da solo. Tante volte sono andato anche da solo, mi concentro di più. Rimanevo 3 ore, spesso nessuno voleva stare tutto quel tempo, per questo andavo da solo.
Se chiudi gli occhi e ripensi al Rusto 18enne e a Rusto di adesso, cosa è cambiato e cosa ti manca di quei tempi?
Guarda, questa domanda mi piace parecchio, se chiudo gli occhi e ripenso a Rusto 18enne e Rusto di adesso… te lo dico con sincerità mi mancano due cose: la spensieratezza di tutte quelle serate che abbiamo passato e che ci hanno portato ad essere quello che siamo adesso e la mia famiglia, perché adesso non ce l’ho più. Qualsiasi successo ottenga in ambito lavorativo non posso condividerlo con le persone con le quali lo facevo prima, mia madre e mio padre, dicevo magari:”Guardate come sono bravo, quanto sto salendo in alto…” è una cosa anche un pò infantile per certi aspetti, però è questo che mi manca del Rusto 18enne.
Mettendo da parte le tue lettere, sempre stilose e riconoscibili, secondo me il punto di forza di ogni tuo pezzo sono le colorazioni: sempre diverse e variopinte, tiri fuori combinazioni che io non avrei mai pensato! Com’è partito questo delirio di colori che insieme sono una bomba?
Le colorazioni per me sono il 50% del pezzo, le lettere sono molto importanti, siamo writers, dobbiamo scrivere… ma le colorazioni… quella è la parte artistica della faccenda, bisogna essere originali anche in quello, bisogna saper osare. Io faccio l’outline verde pistacchio, verde acceso… cosa importa?! Chi l’ha detto che la devo fare nera? La massa?! Cazzo, sono sempre stato ribelle, non me ne frega un cazzo di unificarmi, io provo e vado in base a ciò che sento. Queste colorazioni partono da tutto ciò che mi circonda, dalla moda al design, rielaboro ciò che vedo e lo faccio mio.
Voglio mettermi da parte, spesso chi intervista fa domande sbagliate e non riesce mai a far trasmettere tutto ciò che l’intervistato vorrebbe. Ho chiesto a Rusto di farsi una domanda da solo, quella che secondo lui avrei dovuto fargli, ecco il risultato.
Penso che la domanda sia riguardante il mio futuro…
… la risposta è anche piuttosto semplice. E’ tutta una questione di tempo, quello che hai fatto nel passato è il riflesso di ciò che sei nel presente. Quindi perché il futuro? Il futuro semplicemente perché quando hai preso consapevolezza del fatto che ciò che sei è frutto del tuo passato, allora devi puntare ad avere un futuro migliore, resistere e continuare per la tua strada con tutti gli sforzi, tutte le volte che hai sputato sangue per arrivare dove sei arrivato. Essere lungimirante e riuscire a fare bene per te e per le generazioni che si ispirano a te.
Intervistare Rusto è stato inaspettato. Conoscevo le sue lettere e ne ero affascinato, ho sempre ammirato le sue colorazioni, un folle. Scoprire che Persona (e lo scrivo con la lettera maiuscola non a caso) c’è dietro quelle lettere è stato emozionate ma prima di tutto edificante. King Rusto merita questo nome, la pace, l’unione, l’amore ed il divertimento sono le fondamenta di questa disciplina, non scordiamolo mai.
ANDATE OLTRE LA VOSTRA VERNICE.