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Ghost Protocol – La missione di Icon Curtis & Recognize Ali



Non tutti operano alla luce del giorno. Alcuni volutamente celati, altri per intimo bisogno, ma ciò che il sole svela, spesso nasce nell’ombra. Da questa attitudine, ispirandosi all’episodio Protocollo fantasma di Mission impossible, nasce ciò che vi propongo oggi. Ghost Protocol è il nuovo disco di Icon Curtis, producer italiano, e Recognize Ali, MC americano, un lavoro che cancella l’Atlantico e propone cinque brani puramente rap. Si notano i contributi di Blo/b in Silverback (che abbiamo in esclusiva in questo articolo, un attimo e arriva) ed Eto in Saveges Know con i cuts di Frankie Krueger. Quest’ultimo pezzo è già uscito, sentitelo qui per avere cognizione di causa.

Ascoltando il pezzo avrete intuito le caratteristiche principali del disco. La produzione, basata esclusivamente sull’utilizzo di samples, è tesa e cupa, il tappeto musicale crea un’atmosfera da film di spionaggio e si sposa adeguatamente al rappato pulito e regolare di Recognize Ali. Ghost Protocol è estremamente e giustamente compatto (citando Davide Guasti), nessun pezzo è di troppo e lascia con quella voglia ascoltarne ancora un paio, ma soprattutto è calato nel concept. La musica e il rap parlano lo stesso linguaggio, comunicano la suspance, l’azione e lo stile che un regista cerca in un film di spionaggio.

Qual è, però, la missione e come è nata? Icon Curties ci dice:

“Il titolo trae spunto dal famoso episodio di Mission Impossible, ho appunto cercato di creare un’atmosfera da missione segreta in cui io e Ali lavoriamo all’ombra dei riflettori per “salvare l’hip hop” per l’ennesima volta, con un progetto conciso e diretto. Per citare Masito “entro, spacco, esco, routine normale”. Con Eto e Recognize Ali avevo già lavorato nel mio precedente album Modus Operandi, sono alcuni degli artisti con cui mi sono trovato meglio professionalmente e contattarli per la nuova missione era una garanzia. Ho una grande stima per entrambi, umana ed artistica, spero ci siano altre occasioni per lavorare insieme a loro”.

Quindi, come spesso accade, il regista è italiano, gli agenti sono americani. Per la realizzazione del progetto, tuttavia, è stato necessario anche un infiltrato. Costui è Blo/b e questo è Silverback.

Il disco (con anche le strumentali di ogni pezzo) esce domani ed è già in pre-order a questo link per il costo di 7 euro. Avranno salvato l’hip hop? Ditecelo voi, sicuramente Ghost Protocol è un bel contributo, per questo ho voluto smascherare la missione e parlarvene. Ho, infine, fatto un’ultima domanda ad Icon Curtis.

A parte il fatto di essere un disco in lingua originale, Ghost Protocol cerca (come altri lavori recenti in Italia) di importare le innovazioni del nuovo underground americano? Le tue basi si ispirano al suono e al metodo ad esempio degli artisti Griselda o di album come Street Farmacy di Rome Streetz (con il producer inglese Farma Beats)?
“Penso che io e molti altri produttori di questa “Limited Era”, per citare Commandeur, siamo a suo tempo stati influenzati dalle stesse sonorità ed è quasi automatico che i prodotti di questi anni abbiano una loro identità comune. Per quanto riguarda Griselda, il grande fenomeno di questi giorni, seguo il collettivo da tempo e loro come i vari Roc Marciano, Bronson, mi hanno sicuramente influenzato in modo determinante, ma non posso dire di ispirarmi direttamente a loro quando mi metto a lavoro.”
La mia missione è compiuta per oggi.
Le prossime uscite, direttamente dalla mano dl sottoscritto, sono A Joint With Ice One (la prossima settimana) e l’intervista a Rome Streetz fatta insieme a Blo/b e Gionni Gioielli, due operae magnae che vi consiglio di non perdervi, che ve lo dico a fare!