Testo: Lapo Natty
Fa freddo ad Amsterdam, è dicembre, anche in Italia fa freddo ma qui di più, l’umido e il mare non mitigano il clima anzi ti fanno penetrare il freddo più in profondità nelle ossa. Fortunatamente fra me e l’Nsdm ci sono solo 10 minuti a piedi. Siamo ad Amsterdam Noor, praticamente di fronte alla stazione ferroviaria, sulla riva opposta del canale, una zona industriale fino a pochi anni fa disabitata e abbandonata a se stessa, oggi meta di grandi progetti architettonici che mirano a rivalutare e riabilitare questa zona.
King shiloh ha qui da molti anni la sua residenza “artistica”, mi sono fatto un viaggio di centinaia di km per assistere finalmente ad una loro session da quando hanno smesso di essere invitati in Inghilterra -mia meta abituale per sentire i miei sound preferiti all’opera- sono quindi emozionato come un bambino, e già a metà pomeriggio non sto più nella pelle e inizio a smaniare per andare a vedere se qualcosa si muove nel club. Il sole c’è, ma è una presenza simbolica. L’ Nsdm si staglia dietro un capannone poco lontano da dove attraccano i traghetti gratuiti che ti portano fino a noor. E’ un blocco di cemento basso, troppo basso, direi fortemente in stato di abbandono. Di fronte si vede un grosso van pargheggiato e alcune persone che scaricano casse, ci siamo è Shiloh all’opera…affretto il passo come un bambino che vuole il primo posto del banco per stare più attento e più simpatico alla maestra. Vengo accolto da un sorriso di Neil, owner del sound, e con il resto della crew che mi guarda con sospetto…mi avvicino a Neil con la classica frase pronta: “sono l’amico dell’amico dell’amico che è amico di che è stato a…” una roba molto italica italiana, ma che ha il suo effetto, spariscono gli sguardi sospettosi e quando capiscono che sono arrivato li dall’Italia solo per assistere ad una loro session partono i Ras salut! Neil parla con me e mi chiede se ho un sound anche io…parliamo pochi minuti poi il lavoro deve riiniziare: scarico e montaggio! Il club ha un proprio impianto, in questo caso si parla di PA (public audio), ma noi Roots&culture addict usiamo suonare con il nostro strumento musicale personale: il soundystem! Come ogni strumento artigianale e personale due uguali nel mondo non ne esistono, anche solo una differente vernice può cambiare il tono di una cassa acustica, e io mi sono attraversato l’europa proprio per sentire il sound di Shiloh!
Il furgone è pieno e quando i ragazzi della crew di Shiloh vedono che mi levo lo zaino e inizio a dare una mano a movimentare le casse sono ancora più felici e anche loro iniziano a domandare come sia rifinito in quell’angolo di Olanda.
Il club è peggio di come appare da fuori, un parallelepipedo di cemento armato, dal parcheggio attraverso un bandone si accede alla sala principale che è sotto il livello della strada. Diciamo che potrebbe assomigliare ad uno dei peggiori centri sociali visti in italia come livello di rifinitura e aspetto generale, ma un club rimane e i prezzi sono quelli del club!
Ad aiutarci c’è anche un altro sound man di Rotterdam che come me si è fatto un bel pò di chilometri per aiutare e assistere…il sound in meno di 40 min è nel semiinterrato, diviso in due torri ai due lati della stanza, da una parte 4 scoop e dall’altra 3.
Il soundsystem è come un grosso sistema audio-cinema casalingo ci sono i bassi (gli scoop bin appunto) e poi un tot di casse che fanno da medio bassi, medio alti, e alti. Tutto per avere una ottimale copertura del range di frequenze musicali.
Shiloh ha un sound imponenente, sopra i bassi si staglia una piramide di casse color legno naturale rifinite in maniera professionale, sono artigianali si, ma fatte da un signor artigiano!
Neil nel frattempo assembla la consolle, o meglio la control tower o meglio la I-trol towah! Non due piatti o due cdj e un mixer…ma una vera torre di controllo per il sound, tutti gli amplificatori sono impilati uno sopra l’altro in due blocchi, incima un piatto solo, un solo cdj, alcuni delay, sirene e un grosso marchingegno pieno di bottoni colorati, che conosco molto bene (ne ho uno uguale) un pre amplificatore artigianale.
Woras, un ragazzo polacco di genitori mongoli ma che vive ad Amsterdam, fra un gioco da circense (palle di fuoco, salti mortali giu dal sound) e l’altro stende i cavi dalle casse agli amplificatori e una volta che Neil ha finito di cablare tutto si parte con il soundcheck!
Rido come un bambino dentro di me, la felicità di sentire un sound per la prima volta è un emozione un pò da nerd difficilmente spiegabile. Il posto è piccolo e come Neil aziona i bassi, il cemento che ci circonda aumento l’effetto “soffocamento da basso”, bellissimo, una droga per me!
C’è un problema con un sub che sembra dare qualche problema, ma in pochi minuti la cassa viene smontata e rimessa in grado di compiere il suo lavoro.
Sound check concluso…tutti sono felici e pronti a scaldare una grande serata.
Neil e crew ci salutano, sono solo le 18:00, io e il ragazzo di Rotterdam appena conosciuto ci avviamo verso la città per trovare qualcosa da mangiare prima della session.
Ci ripresentiamo all’Nsdm alle 24:00, quando scendiamo dal traghetto già si sentono i bassi in lontananza…ad ogni passo di avvicinamento si sente qualcosa di più e il passo si affretta. Entriamo nella main room già gremita di gente.
Neil è al controllo del sound con jah roots al microfono, un pezzo, una version così uno per volta…ad ogni pezzo il sound suona più caldo e più pieno,come una macchina che scalda il motore pronto a dare il massimo dopo un tot di giri.
Sono le 2:00, la sala è stracolma, la gente balla presa bene e sorridente, il basso ti fa mancare il respiro in certi momenti, quando Neil tira giu la levetta che aziona i bassi dal pre-amp sembra che inizi il terremoto, un terremoto di positive vibes!
Jah Roots e Ras lion sono i due mc che accompagnano il sound, ne fanno qualcosa di diverso da un semplice medium da intrattenimento, una volta ci si ritrova in un momento di sacra liturgia, un altro diventa un mezzo di comunicazione per culture inespresse, veicolatore di un messaggio che i main stream lasciano nascosto, il sound culla una cultura di rivolta in seno alla società del divertirsi. Non si cerca lo sballo, non si cerca il divertimento ad ogni costo, si suona lenti, si cerca di far sentire i testi militanti delle canzonzi e gli speech degli mc danno un taglio ancora più consciuss a tutta la serata. E te ne accorgi!
Tu, la gente che hai intorno non è li in preda a chi sa quale delirio onirico da droghe o alcool, sono tutti molto tranquilli e gentili, si sente quando si è circodanti da energie positive! Si balla, si salta si urla quando gli mc gridano il nome di Jah! Ma tutto ha un sapore diverso dalla tipica serata da club electro. Sono le 4 e 30, si accendono le luci, siamo rimasti forse in 100-150 dei tanti che riempivano il club, gli ultimi 15 min di set sono a luci accese, proprio perchè è ancora più bello stare nella luce e vedere tante persone felici fino all’ultima tune.
Shiloh family ringrazia tutti e con ultima tune fanno suonare il sound come ancora nn aveva suonato in tutta la notte, gli alti tagliano le orecchie, ma quando entra il basso del pezzo la cassa toracica si comprime e come una doccia di positive vibes tutto il peso di una società che ti opprime sembra svanire e ti senti qualcosa di unico con l’universo…mash down babylon walls!
Tutta la gente si saluta, anche se non si conosce, ci sono scambi di sorrisi e strette di mano, c’è l’aria di un grande evento appena compiuto, manca poco a capodanno e questa è l’ultima session per questo 2009.
Neil è distrutto ma con calma riinizia a rifare i cavi della torre mentre il resto della crew -di cui faccio parte anche io in questo momento- inizia a smontare le due piramidi di casse…il sound a fatica, vista l’ora, ma rapidamente torna nel furgone, ora mai sono le 6.
È ancora buio pesto ad Amsterdam, sono stanco morto con i tremorei alla gambe, dopo una giornata di soundsystem life, ma felice. Saluto tutti con la speranza di rivederci presto (e ciò averrà perchè a marzo mi sono fatto il capitolo 2 😉 )… me ne torno a piedi al mio vicino albergo e mi addormento felice e sereno perchè ancora una volta ho conosciuto delle ottime persone nella soundsystem culture che hanno condiviso con me una giornata di sforzi, lavoro ma tanta gioia di suonare: “soundsystem is one big family ” questo è il saluto di Neil che mi riporterò in Italia.
King Shiloh + Jah Station
Auditorium Flog maggio ore 22
ingresso 8/6 euro