Mash-up: quel confine sottile tra genio e minchiata.
ovvero come far sì che il gioco diventi lavoro.
“No dai. Questo no…”
Incredibilmente non sto parlando del ritratto italiano dipinto dalle ultime europee.
Mi riferisco invece al risultato del mio ultimo mash-up sull’argomento work and play.
Ora. Io per mash-up intendevo due canzoni che stavano bene insieme, diverse, ma con delle caratteristiche comuni e che quindi potessero essere suonate una dopo l’altra oppure anche contemporaneamente. Qualcosa di un po’ inquietante a volte, ma che inspiegabilmente vuoi continuare a sentire. Tipo gli N*Sync VS. Fabri Fibra – Bye Bye Bugiardo
Approfondire il mondo del design thinking, invece, apre porte inaspettate.
E come il mash-up più improbabile alla fine funziona, la mente di chi si presta a questi processi creativi viene allenata alle idee dissonanti e, spesso, questo uscire dalla zona di comfort crea risultati sorprendenti.
Ad esempio un bassotto con una pettorina legata ad uno spazzolone/swiffer per chi ha un cane raso terra e molti peli a giro per la casa. Ah Ah Ah. Fantastico.
Oppure un’ospedale che abbia caratteristiche di un hotel, per rendere le lunghe permanenze più confortevoli a pazienti e familiari. Mmmh, interessante.
Quel giovedì mattina mi stavo cimentando con un problema. – Sì perché queste idee devono sempre nascere per risolvere un problema.- La scena è questa:
“Come ogni lunedì mattina arrivano i nostri e prendono posto intorno al grande tavolo delle riunioni. Come ogni lunedì mattina qualcuno inizia a parlare e qualcuno si limita ad ascoltare.
Nonostante l’argomento sia interessante, non è effettivamente coinvolgente per tutti.”
Vi suona familiare? Aspettate il resto.
“Non tutti notano che dietro alla sedia è attaccata una busta con un magnifico punto interrogativo disegnato sopra.
Inevitabilmente iniziano i primi scarabocchi, i primi sbadigli.”
STOOOOP!
E adesso entra in scena il mio mash-up geniale.
Ho preso due categorie che si possano facilmente trovare nello stesso luogo allo stesso tempo. Qualcosa di coinvolgente e qualcosa che si trova nella sala riunioni.
Il mix che ne viene fuori può effettivamente resuscitare l’interesse e la partecipazione. Perché:
1.Chi ha dato segni di cedimento può uscire dalla passività data dal solo ascolto.
2.Tutti partecipano, costruendo uno sullo spunto dell’altro per trovare …
Ho guardato la mia stessa proposta e ho detto – vedi sopra- “No dai. Questo no…”
Pudore? Paura del mio stesso implacabile giudizio?
Del loro sguardo? Timore che non funzioni?
In realtà ho solo pensato “ Mi sembra un po’ una minchiata …”
Al che è apparso David Kelley in persona, il padre del Design Thinking e mi ha detto:
“Stai pensando che non ci sia posto per il gioco nel momento o nel luogo di lavoro. Ma non è così. Negli ultimi 30 anni abbiamo diffuso il messaggio che è il gioco a sprigionare la creatività e dalla creatività nasce l’innovazione. Non temere. Buttati. Può darsi che qualche idea sia una minchiata, ma più idee porti alla luce, più possibilità ci sono che qualcuna sia veramente azzeccata.”
Poi penso che ci sono quelli del Lego Serious Play che hanno fatto del gioco una cosa seria, ma di questo ve ne parlo un’altra volta.
Allora mi butto David Kelley, padre del Design Thinking, e sarai fiero di me.
Forse, lo sei già.
Durante i nostri LabRooms vi aiutiamo a tirare fuori tutte queste idee, tante vostre idee.
Scommetto che vorreste sapere qual era il mio mash-up per la riunione noiosa.
Ah!! Vi dico il mio se mi dite il vostro 😉