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Banshee, quattro chiacchiere con Pacman XII



È già un po’ di tempo che gira nel mio stereo, ma per una cosa e poi per un’altra ci ho messo più del dovuto a confezionare quest’intervista a Pacman XII in occasione dell’uscita del suo nuovo album, Banshee. E quindi beccatevela così, nuda e cruda!

Banshee, Google mi informa che si tratta di una creatura leggendaria di origini scozzesi e irlandesi, e infatti sulla copertina del disco si distinguono le due vistose corna di una sagoma femminile. Come hai incontrato questa misteriosa figura?


Ciao Mirko e un saluto a tutta la redazione di Gold! Ho incontrato la Banshee la prima volta giocando a D&D, avrò avuto 12 anni. Sono rimasto talmente affascinato da questa figura da averla tenuta viva nella fantasia fino ad averla incontrata e riconosciuta recentemente. Nella mitologia irlandese la Banshee si manifesta in concomitanza di un grande lutto, cosa purtroppo avvenuta nella mia vita qualche anno fa, condizionando da quel momento le mie tematiche e il modo di esprimermi. Un urlo spettrale. L’ho scelta come immagine in copertina (ad opera di Luca Devinu, in arte Blssnd) perché questo progetto ha tutte le caratteristiche di un urlo: improvviso, sferzante e anche un po’ fastidioso.

Il disco si apre con Mudra, una intro che non lascia spazio a immaginazione: benvenuti nel mondo oscuro di Banshee. Cosa significa Mudra?
Mudra è un termine di radice hinduista che indica delle particolari posizioni della mano usate prevalentemente nella pratica yoga. Hanno effetto muscolarmente e spiritualmente. Nello specifico la posizione che mi aveva colpito è quella del “Karana Mudra”, sostanzialmente il gesto delle corna nel Metal, che sembra avere la stessa funzione in più posti al mondo: scacciare le entità maligne. In questo senso Mudra è una piccola meditazione, un tentativo di sincronizzare i respiri prima di entrare nel progetto, in quel mondo oscuro a cui facevi riferimento anche tu nella domanda. Un ringraziamento a Bandar Log che dall’Australia mi ha confezionato quest’intro degna di un disco epic metal.

Plz Bro. Mi rotolo per terra dondolando al tempo di quella chitarra distorta che sta sullo sfondo di scene splatter, e mi si ruotano indietro gli occhi quando “Belzebù fa a pezzi chi non le chiude”. In pratica mandi a casa tutta una serie di ragazzini che fanno un certo tipo di musica. Tu che tipo di musica ti senti di fare?
La musica che mi diverte fare e che credo rispetti, nei canoni dell’Hip Hop e del Rap che ho imparato ad amare, un certo livello di competenza metrica e lirica. La chitarra di Alan in questo brano è una motosega, l’arma dello splatter che hai visto ascoltando il brano e che ha il compito sterile di tracciare una marcata linea rossa tra quello che facciamo noi e tutto il resto. Il menù è nel disco 🙂

Con Seiseisei giochi sul doppio senso fra il numero diabolico ed il verbo essere, mantenendo un tono calmo su una base fatta di percussioni a sfondare la pelle della cassa. Ma chi è il diavolo? Sei tu o il tuo nemico?
Il diavolo è in entrambi i lati della scacchiera: dietro i colori delle pedine ci sono comunque delle pedine; il diavolo è il colore che gli mettiamo addosso e gli occhi che ce lo fanno notare. Non parlo di un’entità fisica col forcone e le corna circondata dalle fiamme, né di fenomenologia da b movie. Chi cade in un tranello simile mi lusinga, vuol dire che la mia vena ermetica è ancora in funzione.

Il Male è in pratica ciò che accade ogni giorno. C’è una soluzione o è un vortice senza uscita?
Nel numero omonimo di Dylan Dog, fonte di ispirazione del brano, il Male viene rappresentato contemporaneamente come virus e come entità trascendentale ben più grande e inconoscibile. Mi ha affascinato molto questa visione della realtà e di come il fumetto in sé rappresenti questo ripetersi continuo di alcuni aspetti della vita. Sto ancora cercando una soluzione efficace e nel tentare si impara molto. Ti faccio sapere quando ci riesco. Se ci riesco.

Predator: già mi aspettavo Schwarzenegger in mimetica, e invece ti trovo coi bermuda disteso su un beat di Alan Beez che più fresh non si può (anche se con qualche tono di grigio che non stona). Qui esce il rapper classico, con tanto di citazione anni 90. Quanto lo senti addosso l’hip hop?
L’Hip Hop è forse il genere che influenza e più si fa influenzare mantenendo una forte radice in alcuni elementi per me imprescindibili. Artisti come Kendrick Lamar, J.Cole, J.I.D., Isaiah Rashad riescono a creare della musica viva e di qualità a prescindere dal tappeto musicale perché sono prima di tutto rapper di altissimo livello ed anzi, ogni nuova situazione sembra diventare pretesto per lanciarsi a capofitto in qualcosa di inedito e potente. Predator è un po’ un inno a quel sapore banger puramente 90’s condito da citazioni del periodo, la musica Hip-Hop che mi ha formato e che per me merita riconoscimento e rispetto: Colle der Fomento, Sangue Misto, Lord Bean solo per citarne alcuni. La musica è una colonna portante della mia vita, l’Hip-Hop è l’armatura di ferro al suo interno.

E dopo l’up c’è, inesorabile, il down. ACDO, che se non ho capito male non è tanto la sostanza quanto l’attitudine, ch’è successo? Cosa te l’ha fatta pijà male?
Frustrazione. La frustrazione che bisogna combattere costantemente per raggiungere un obiettivo, soprattutto se a lungo termine. Essendo finito il periodo della vita delle “cose facili”, bisogna saper dosare investimenti ed energie in sopravvivenza e musica. Per chiunque suoni o canti penso che le cose siano naturalmente sovrapposte e questo crea un malessere quando non si è soddisfatti musicalmente. Prendilo come un rigurgito.


Mettine un po’ potrebbe essere un pezzo dei Cypress Hill se solo il tuo timbro fosse più acuto. In questo periodo sul tema fumo se ne dicono e sentono tante, te che mi dici: cannabis legale o…?
Dovremmo dedicare a questo tema una discussione a parte, prenderci tutti del tempo per valutare la situazione attuale nel nostro paese e nel mondo nella speranza di andare verso il progresso. Il proibizionismo non aveva ragion d’essere perché fondato su false premesse e non ha portato a nessuna vittoria. Ha mosso sicuramente soldi e persone ma non ha risolto il problema per due motivi: perché non è un “problema da risolvere” nell’accezione tipica dell’espressione e perché i metodi adottati sono privi di alcuna logica scientifica e morale. Come sempre non dovremmo far altro che emulare dei modelli già vincenti in altre parti del mondo, ma la solita retorica italiana di religione, politica, mafia ed interessi strozza ogni boccata d’aria fresca.


Tiritera è forse il pezzo dal suono più attuale del disco, nel senso che suona come uno dei tanti pezzi rap/trap di oggi ma se si ascolta bene il testo si scopre che è una critica a questi. Dì la verità, hai voluto mettere alla prova chi ti ascolta per veder muovere la testa di chi in realtà mandi a quel paese?
Amo le nuove sonorità e le potenzialità che nascondono a livello di scrittura quindi perché non approfittarne. Grindalf ha creato l’atmosfera più weird e ballabile che potessi mai immaginare ed io l’ho riempita di barre. Dritto pe’ dritto.
Tabaccai. Dov’è che devi passare? Chi era al telefono?!?
Non si può dire e non si può dire ahahah Tabaccai è una foto nostalgica dell’adolescenza tra tedesche a Villa Pamphili, casa di Claudio, guardie parcheggiate sempre davanti al Bar del Pappagallo e di come le cose siano cambiate in tutti questi anni. A fine brano saluto le persone con cui ho imparato a vivere, la prima vera comitiva. Belli regà <3

Daje. Anche qui mi prendi alla sprovvista, Fragole non me l’aspettavo. È la dimostrazione che se uno la fa bene anche la trap può essere musica di qualità. Come puoi essere lo stesso di Seiseisei?
Come ho già detto mi piace sperimentare tantissimo e quando riesco ad incanalare la gratitudine che provo per la mia attuale situazione sentimentale e la mia compagna escono fuori cose così. La citazione che regge il brano è di una traccia dei Linea 77, Moka, “A volte sa di fragole ma spesso sa di merda”. Una storia d’amore è anche questo, come la vita è tutto quanto, dai momenti più difficili alla manifestazione terrena del paradiso. Crescere insieme ancora dopo anni vuol dire riconoscere questi momenti per quello che sono e dargli il peso ed il tempo che necessitano. Grazie gatta <3

Transierunt è dolore puro, il dolore di una perdita. Avendo purtroppo provato questo tipo di dolore, ti lascio carta bianca, dimmi quello che vuoi, spiega quello che ritieni necessario o mandami pure a cagare, ma dimmi se hai trovato una soluzione.
Non c’è soluzione. Ho deciso di incidere su un brano il ricordo di quella mattina per averlo fisicamente, per poterlo riguardare, per non dimenticare. Quando passano un po’ di anni inizi a scordarti alcune impressioni sensoriali come i profumi o i ricordi tattili e questo mi fa molta paura. So imprimere le immagini sulla musica e non voglio scordarmi del dolore, non per masochismo ma perché conoscerlo ed affrontarlo mi ha fatto crescere tantissimo. Grazie mille per il tempo dedicatomi!