Nel ricordo di Cristhian, in arte Saor, Behind The Writer e Gold propongono
cinque racconti di strada, amicizia e graffiti. Tutto questo è un tributo a Saor che credeva in questo progetto e molto probabilmente sarebbe stato fiero di leggersi su questa piattaforma. Ringrazio Bayn per tutti i racconti e per avermi permesso di condividere con voi la loro stupenda amicizia.
BAYN x SAOR – Belli come la merda. (1)
“Ho conosciuto Saor nel 2006 a un rave. Esco dalla tenda e lo trovo lì a scaldarsi sul fuoco. Dipingevamo già tutti e due. Io venivo da esperienze più Hip Hop, dove contano le skills e la tecnica. Lui è sempre stato un bomber, dello stile non gliene fregava niente. Negli anni ha dipinto un botto. Ha saputo creare uno stile suo, marcio e punk. Tra una linea storta e una ragnatela nella colorazione, ha costruito un’identità hardcore e gretta, che si riflette nelle sue canzoni.
Una tag del Saor non è bella, è uno sputo in faccia alla tua idea di bellezza. Il Crew Die Young ha sempre avuto questa attitudine. Eravamo sempre dalla parte del torto e belli come la merda.”
BAYN x SAOR – Whole Car(amba). (2)
“2010. o forse 2011. Usciamo dal sans papiers dopo aver rubato una 15ina di Tennent’s. Ubriachi marci. andiamo a ostiense. Anche solo per scavalcare le comiche, siamo scoordinati per l’alcool, facciamo rumore e inciampiamo. Tu mi fai: “oh vega’, io me faccio ev whole cav”. se non avessi le foto non mi ricorderei un cazzo del pannello. insomma ti stai facendo il tuo primo whole car, e finisci gli spray sulla R. ti alzo il mio ultimo argento e ricordo benissimo che lo sfondo non era chiuso. la solita zozzata… Usciamo. barcollando verso la macchina ci fermano i carabinieri….. ZELIG.
Imparanoiati, sbiascicanti e ubriachi marci il dialogo con le guardie è teatro dell’assurdo. Confessiamo tranquillamente di aver dipinto per poi ritrattare: “stavamo al muro legale”. Dopo 10 minuti di paternale e domande, Yokes si appoggia sulla spalla del carabiniere e gli chiede “a marescia’ ce l’hai ‘na cartina corta?”. Le guardie sono spiazzate… non sanno più cosa dirci. Alla fine ci fanno buttare le birre rimaste e gli spray e ci lasciano andare con la promessa di non guidare ubriachi. La foto successiva è sotto casa sempre la stessa sera. Giovani per sempre.”
BAYN x SAOR – Mai proni. (3)
“Centocelle. Serata tiepida dopo una giornata calda bollente di fine Agosto. Ero appena tornato da *******, dove avevo litigato. Mi hai detto che eri orgoglioso di me “hai fatto pavla’ i graffiti, hai fatto bbene”. Sorridevi. Io ci ripensavo e mi ci torturavo, tu mi hai detto “ma chi se l’incula azzi, noi siamo Roma loro non so’ niente”. Poi ci hai pensato un po’ e hai chiuso: “noi nun avemo mai abbozzato”. Sapevamo entrambi che non era vero ma in quel momento ci andava bene così. Hai dato un sorso alla peroni e hai cambiato argomento.”
BAYN x SAOR – Fastidio. (4)
“Il mio rapporto con te non è stato sempre positivo. Non saprei come descriverlo in poche righe… per essere sintetico: mi davi fastidio.
Come quella sera… Dovevo anda con ****** e il ***** e ti sei accollato. Mi hai dipinto addosso alla N, come le ultime tre volte. Non c’avevi manco gli spray. Era il periodo che ti svegliavi e non ti ricordavi un cazzo per i mischioni di Xanax e alcool. Il periodo in cui ti perdevi le buste con le doc (spray da ferramenta) in giro, e il giorno dopo fisso: “ao frate cellai un nero da avzamme? n’fa lebbreo”. Fastidio. Quella sera eri tutto contento ché t’eri comprato una GoPro nuova. Ti avrò detto almeno 20 volte “lasciala in macchina”, “fidate cri, lasciala in macchina che te la perdi”. Niente. Siamo andati a dipingere. Chiudiamo. Usciamo. “a rega…. povcoddio me so’ perso la go pro! m’accompagnate a cercarla?”
BAYN x SAOR – BAYN, SAOR e Lady Gaga. (5)
“Quel giorno non me lo scorderò mai. Era il tuo compleanno dei 27, ma fu una giornata speciale per me. Quel periodo, dopo aver smesso per 4 anni, avevo ricominciato a dipingere, con te. Eravamo gia stati in qualche fabbrica abbandonata, stavo riprendendo la mano, ma le cose sono cambiate quel giorno. “Oh fvate, ho tvovato un pizzo nuovo, te ce devo povtà”. Quando ho realizzato che parlavi della vela di Calatrava ti ho detto “ma tu sei matto”, c’era un attenzione mediatica particolare su quel posto. un eco-mostro raccontato dal giornalismo d’inchiesta. Dentro c’era il security, sapevamo che si erano bevuti gente. Ma tu: “tvanquillo fvate, ce so stato, che staffa ev cacasotto”. Entriamo.
Il percorso è affascinante. La struttura è pazzesca… arriviamo nello stadio e ci scegliamo uno spot, che qualche anno dopo diventerà l’ambientazione del set di Suburra. ed effettivamente mi caco sotto… dipingo come se fossi in yard, in silenzio, in allerta e veloce. man mano che campisco le lettere realizzo che il security, per qualche motivo, quel giorno non c’era… e mi rilasso. Quel giorno mi ha ridato una cosa che era uscita dalla mia vita 4 anni prima: l’adrenalina. Era il tuo compleanno ma me l’hai fatto tu il regalo. Finiamo il pannello e siamo euforici. tiriamo le transenne in aria, urliamo, corriamo nell’arena dello stadio che in quel momento era nostro, ci arrampichiamo sulle strutture a fare le foto.
Ho dei ricordi indelebili di quel giorno. La brezza fredda sulla pelle, la luce del sole al tramonto che tinge di rosso la vela dello stadio abbandonato e, soprattutto, l’euforia pazza che ti fa sentire vivo. Mi fa male pensare che quel disegno come gli altri invecchierà e sparirà. Grazie per quella giornata frate. Ti devo tanto.”