Campobasso, estate 2019, ventinove gradi e un’aria così pulita che riesci a percepirla nei polmoni.
Sono difronte alla maestosa opera di “Blu” e rifletto su quanto questa piccola città, la mia città, ha da raccontare. Da quì purtroppo tutti scappiamo appena varchiamo l’uscita dell’ultimo giorno di liceo alla ricerca di qualcosa, le piccole realtà ti fanno implodere, non trovi spazio per te, nulla che ti stimoli o ti appaghi insomma che ti faccia realizzare.
La maggior parte dei giovani quindi balzano sul primo treno, bus, aereo e intraprendono il loro viaggio verso un futuro che con il passare del tempo avrà un sapore sempre più amaro per l’abbandono delle proprie radici e la mancanza degli affetti che si avverte fortissima.
Mi sono detta: “Ok ika, è la scelta più coraggiosa Vai via!” e così anch’ io sono sbarcata a Firenze. Riflettendoci però, i veri lottatori, i più forti sono quelli rimasti! Un esempio lampante sono i ragazzi dell’associazione Malatesta che ormai da più di dieci anni dedicano le loro energie a progetti intenti non solo a riqualificare angoli di città abbandonati divenuti con il tempo luoghi per accogliere individui in cerca di sballo, ma hanno una vera e propria missione: dedicarsi al sociale.
Ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Stefano Vavolo e Nino Carpenito, associati Malatesta che oltre ad essere miei cari amici sono persone che meritano tanta stima. Iniziano a parlare immergendomi in un fiume in piena, da questo evinco che c’è tanto bisogno di ascolto, di supporto, mi raccontano le molteplici attività in cui sono impegnati tra workshop per bambini, collaborazioni varie, eventi sportivi e il festival di graffiti e street art “Draw the line”, una kermesse di artisti venuti da tutto il mondo hanno lasciato il loro segno in una città dimenticata non solo da Dio ma spesso anche dai propri abitanti, rendendola un vero e proprio museo a cielo aperto. Mi spiegano che grazie ad un bando vinto nel 2011 hanno iniziato a lavorare a questo progetto che ha diversi obiettivi, riunire, valorizzare i quartieri, restituire ai cittadini una dignità con il tempo affievolita, stimolare e incentivare la cura della propria terra. Grazie al Draw the line, Campobasso può vantare la presenza di opere realizzate da artisti del calibro di Blu, Peeta, Roa, Dado, Luis Gomez, made514, Macs, e molti altri che hanno impreziosito le mura e i palazzi di questa città. Ci tengono a precisare che gli artisti hanno aderito al progetto in maniera totalmente gratuita, godendo di un’organizzazione impeccabile, buona compagnia, cibo paesano e un buon bicchiere di vino, questo è un messaggio su cui dovremmo riflettere tutti, sposare gli stessi ideali, partorisce energie nuove e questo fa bene all’anima.
Purtroppo le istituzioni politiche e chi avrebbe dovuto supportare in maniera incisiva il Festival, non lo ha fatto, quindi gli anni successivi se il Draw the line è stato realizzato è soltanto grazie a chi ha partecipato ai progetti e agli eventi organizzati dai Malatesta rendendo possibile attraverso il ricavato, di coprire tutte le spese. Scontato il ringraziamento più grande a chi non è arreso!
Incuriosita chiedo se ci sarà un’altra edizione dato che le difficoltà che mi hanno raccontato, non sono poche, orgogliosi mi dicono di sì e che anche se ci metteranno tutta la vita che gli resta, dipingeranno tutta Campobasso!
In programma hanno anche un lavoro di conservazione delle opere già effettuate e svariate idee su come promuovere e dare più visibilità a tutto ciò. Mi mostrano addirittura delle tesi che persone non solo molisane hanno scritto sul Draw the line, questo credo sia uno dei riconoscimenti più belli che potessero ricevere.
Che dire, qui tra le mura dell’associazione c’è un fermento irrefrenabile, una voglia di fare attraverso la tenacia e la semplicità che mi fa venire i brividi, questi ragazzi hanno tutte le chiavi non per aprire porte, ma per spaccarle definitivamente!
Il mio grido attraverso queste righe è SUPPORTATE le realtà difficili come può essere quella del molise che ultimamente è schernito da frasi come “Il Molise non esiste” ma noi lottiamo, perché per noi il Molise R-esiste!
Sopa r.i.p.
“La libertà che vogliamo noi non è il diritto astratto di fare il proprio volere, ma il potere di farlo.”
Errico Malatesta
Federica Di Risio
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