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Pennelli Ribelli: la memoria del lupo



Poco tempo fa, cucinando con i coinquilini, mi chiesero quale fosse il mio piatto preferito.
Ci ho pensato bene e alla fine ho risposto: “Uno qualsiasi, purché sia cucinato dalla mia mamma”. Non la vedete come una risposta superficiale di un indeciso. I piatti della mia mamma non penso siano più buoni di quelli cucinati dalle altre (anche se lei è un’ottima cuoca), ma sono quelle piccole attenzioni, quella passione e quell’amore del ‘fatto in casa’ che li rendono unici e dal sapore indimenticabile. Esattamente come Pennelli Ribelli. Pennelli Ribelli è un festival di Street Art, se proprio vogliamo dargli un’etichetta. E’ arrivato quest’anno alla sua seconda edizione e si svolge a Marzabotto, in provincia di Bologna.

Negli ultimi anni ci hanno abituati a vederne sempre di più di festival di Street Art, di muri dipinti e progetti di riqualificazione urbana; ecco, dimenticateli. Pennelli Ribelli non assomiglia a niente di tutto questo ma è un espediente per stare insieme, che ha ancora la pretesa di utilizzare l’arte come mezzo di riscoperta della memoria e di connettore tra le persone.

Il festival ha come filo conduttore la figura del Lupo, ovvero il soprannome del partigiano Mario Musolesi a capo della brigata Stella Rossa che, proprio nella zone del Monte Sole, vicino Marzabotto, ha resistito per oltre un anno, impedendo con ogni mezzo il passaggio nel nemico fino al Settembre/Ottobre del ‘44 quando, su ordine di Albert Kesselring, venne ordinato uno sterminio indiscriminato ad opera di truppe SS tedesche guidate da alcuni militari Fascisti.
Dal 29 Settembre al 5 Ottobre, accerchiarono l’intera zona delle valli del Reno e del Setta e avanzarono un rastrellamento indiscriminato che colpì abitazioni, scuole, chiese con il solo obiettivo di fare terra bruciata. Dopo sei giorni di violenza si contarono circa 770 vittime, quasi tutti civili. Numero destinato tristemente ad aumentare se prendiamo in considerazione una più vasta zona e periodo di tempo. Pennelli Ribelli non ha scelto un luogo a caso per lanciare i suoi messaggi.


Gli organizzatori sono tutti artisti e tatuatori che, autofinanziando interamente il festival con una serie d’iniziative ed eventi, riescono a portare ogni anno artisti di altissimo livello che invadono le superfici del paese con opere magnifiche e dense di significato. Alla prima edizione hanno partecipato Andrea Casciu, Kiki Skipi, Ericailcane, Nemo’s, Guerrilla Spam e Collettivo FX, mentre alla seconda edizione sono stati chiamati Run, Bastardilla, Sardomuto, Nic Alessandrini, Lisa Gelli, Giulio Vesprini e Skan.

Sono stato invitato come volontario quest’anno per dare una mano e l’ambiente che ho trovato mi ha veramente affascinato. Svegliarsi presto la mattina per andare a dipingere, fare aperitivo all’Osteria per poi mangiare insieme a casa casa di mamma Daniela e babbo Angelo, dormire tutti quanti in canonica, scambiarsi opinioni e consigli, sfidarsi al biliardino poco prima di offrirsi da bere e festeggiare tutti insieme l’ultimo muro finito.

Parlando una sera davanti ad un Campari con Andrea Casciu, artista e organizzatore, mi ha detto che hanno sempre vissuto Pennelli Ribelli come una grande festa, un’occasione per mettere insieme le persone e tirarne fuori il meglio, indipendentemente dall’esito. Non è già questo il miglior risultato possibile?