La dea della musica è scesa dall’Olimpo
Euterpe, personaggio della mitologia greca, figlia di Zeus e Mnemosine, viene spesso raffigurata con un flauto. Il suo nome deriva dal greco e significa “colei che rallegra“.
Nelle precedenti settimane Matteo, come si suol dire, ha creato un po’ di hype sui social con indizi per far capire i relativi featuring e info sul disco. Sperando che non sia l’ultima fatica di File Toy, come ha già annunciato. Torna sulla scena con un progetto che uscirà ufficialmente il 23 Ottobre per Glory Hole Records. Lo stesso giorno uscirà il video di “Le Luci Dei Vagoni, facile intuire l’argomento del brano; uno storytelling sul mondo del writing, disciplina che ha fatto avvicinare File Toy al mondo dell’hip hop.
A seguire la copertina dell’album. Tutte le grafiche sono state curate da Landlords Streetwear.
A distanza di ormai 4 anni dal precedente lavoro da solista, File Toy in questo periodo, dopo essere uscito con “Pantafa”, ha fatto svariati featuring tra i quali anche con Dj Rogo, produttore unico di “Euterpe”.
In “Box Cutter”, ultimo progetto del produttore, File Toy collabora con Claver Gold in “Come Cani”, utilizzato come singolo di lancio. Coppia che oltre che amici aveva già al suo attivo diverse collaborazioni, per citarne una “Il Cielo Si Ingrigisce”. “Euterpe” è impreziosita tra le tante anche da questa coppia di artisti.
A seguire trovate la tracklist dell’album composto da 15 tracce.
In esclusiva per Gold, al link sotto trovate, il brano “Alba Rosa” feat. Zampa e Daniele detto Inox. Come potrete leggere nell’intervista che segue è un brano a cui Matteo tiene particolarmente, per via della collaborazione con Zampini, già presenti su stessi progetti ma mai sulla stessa traccia impreziosita dal suo amico Inox.
Com’è il tuo rapporto con la musica, ne ascolti molta? Che formato preferisci utilizzare, spotify, cd oppure un malinconico vinile? Quando scrivi preferisci ascoltare musica oppure ti chiudi nel tuo mondo?
Sì, ascolto parecchia musica e di svariati generi; ciò anche grazie al fatto che provengo da una famiglia che ha sempre gestito locali ed ho la fortuna di avere avuto uno zio a cui devo moltissimo, che mi ha cresciuto fra una miriade di vinili ed altrettanti cd e cassette. Preferisco il vinile personalmente, anche se come futuro comanda ad oggi la maggior parte della musica l’ascolto su Spotify – anche perché, lavorando tra computer e murate (graffiti), è anche il modo più comodo di ascoltarla. Nel periodo in cui sono sotto a scrivere un disco evito di farmi influenzare da altri prodotti italiani, ma appena li chiudo recupero e mi rimetto in pari.
I tuo brani hanno sempre trasudato un vissuto personale, con momenti cupi e alcuni migliori, anche in questo progetto troveremmo un File Toy introspettivo come sempre? Vorresti parlarci del significato che ha per te il 5 settembre?
Sicuramente il mio lato introspettivo in questo ultimo progetto non verrà certo a mancare, anzi; ma a differenza degli altri dischi, in questo ho cercato di descrivermi a tratti meno incazzato del solito, senza però perdere la mia verve. Potrei descriverlo come un lavoro un po’ più maturo del solito, restando sempre me stesso. Non riesco a raccontare la vita altrui, purtroppo.
Per quanto riguarda il 5 settembre, è la data in cui sono rinato decidendo di farmi dare una mano – cosa che chi mi conosce lo sa, non mi è mai stato facile fare – per eliminare dalla mia vita quella cosa tanto fantastica quanto problematica e mortale che la gente chiama “Eroina”. L’ho fatto rinchiudendomi per due anni in una comunità che, fortunatamente, era la comunità in cui ho incontrato una persona molto speciale, che purtroppo non c’è più, ma che continuerò a ringraziare per tutta la vita.
Allo stesso modo ringrazierò tutta la vita la mia famiglia, una famiglia di pazzi furiosi che ha sempre creduto in me. Sia chiaro, se dovessi tornare indietro rifarei tutto per filo e per segno, perché senza tutto il malessere vissuto non sarei chi sono oggi ovvero la persona che sono contento di essere – nel bene e nel male.
Quando hai iniziato a scrivere “Euterpe” e quanto ci hai messo? Scrivi i testi su carta, al computer o al cellulare?
Ho iniziato a scrivere Euterpe quasi due anni fa ormai. Non è stato facile, volevo uscisse com’era nella mia testa e spero di esserci riuscito; spero, inoltre, che possa arrivare come intendo io al pubblico. Scrivo al computer ma anche su carta, perché mi piace scrivere nelle ore più tarde e se ho un idea e ho paura di perdermela per strada non rischio di accendere il computer e far sfumare la magia; quindi ho sempre cuffie, carta e penna a portata di mano sul comodino.
Dei 15 brani qual’è quello a cui tieni di più e quale credi verrà più apprezzato?
Dei 15 brani quello a cui tengo di più?! Per come li ho scritti risponderei tutti, ma se devo dirne uno è sicuramente “Canto stonato”. Si tratta di quel tipo di traccia insolito, come un “uragano Sandy” che non trovi spesso nei miei dischi, ma nella quale butto quel lato di me che in genere tengo a non far trasparire; non per un discorso di personaggio, ma di persona e personalità, ovvero mi piace tenere alcune volte per me le cose a cui tengo di più.
Riguardo alla traccia che possa essere più apprezzata, in realtà sono due secondo me: la prima è un must, della serie “ti piace vincere facile?!”, ossia Julian Ross con Claver Gold; la seconda spero sia “Alba Rosa” con Zampa e Daniele Inox, perché per me è un pezzone e perché Zampa lo ascolto da una vita. E’ una persona che stimo tantissimo ed era una vita che desideravo collaborarci. Per farvi capire, per me è come Guè per la scena main stream, e poi c’e’ Inox che non riesco nemmeno a descrivervi – “ma che voce c’ha?!”. Insomma, è la traccia che una volta chiusa ringrazi Dio, Buddha o gli Alieni a seconda del proprio credo personale, o nel dubbio tutti e tre.
Com’è nata la collaborazione con Dj Rogo vi siete conosciuti per il suo ultimo album, oppure vi conoscevate già? Perché la scelta stilistica di aver un unico produttore? Hai voluto fare un prodotto più omogeneo utilizzando un solo produttore?
Io e Dj Rogo ci conosciamo ormai da più di 13 anni e come ci siamo conosciuti lo descrivo perfettamente nella prima barra del singolo “Le luci dei vagoni” – guardate il video, ascoltate la traccia e capirete. Per quanto riguarda le produzioni, tutto è nato con la proposta fatta da Rogo, che mi chiedeva di fare un disco insieme, ma al contrario di quanto possa sembrare, non sempre un unico produttore combacia con una soluzione omogenea. Rogo, pur riconoscendosi ad ogni beat, ha comunque variato parecchio su mood e sound ed è uscito un disco che in tutta sincerità non mi aspettavo neanche io, in senso positivo.
Ho letto che hai dichiarato che sarà il tuo ultimo progetto, da cosa deriva questa scelta? Può riguardare una scena attuale un po’ frastagliata oppure riguarda scelte personali? Non farai neanche collaborazioni con artisti amici, oppure ti sentiremo in qualche altra traccia?
Guarda, la decisione dell’ultimo disco nasce da una situazione molto personale, ma non vorrei fare il proclami a vuoto. Ti rispondo dicendoti che è un periodo in cui sento il bisogno di resettarmi, ma come per i graffiti è difficile dire categoricamente “smetto”. Non si riesce mai a smettere del tutto con le passioni, ma a volte per crescere bisogna saperle mettere in stand by e arricchirsi di nuovi stimoli. Per gli amici ci sarò sempre – non potrei mai negare strofe a nessuno – ma non so se farò altri dischi. Magari qualche singolo, chi lo sa – tanto ultimamente sembra che vada così, quindi prendo come scusa l’essermi adeguato eheh
Le collaborazioni scelte, sembrano a mio parere, tutti amici con cui avevi già collaborato o comunque della tua cerchia di chi frequenti, collaboreresti con un giovane promettente?
In generale mi piace collaborare con amici con cui ho un’affinità particolare, perché credo che prima delle hit ci sia l’amicizia.
Se poi fai una hit con un amico, beh, cosa può esserci di meglio? Gli unici due con cui non avevo mai collaborato sono 2Bet, ragazzo molto, ma molto in gamba di Salerno – con un flow che a me personalmente piace moltissimo – e Zampa, che da quando l’ho conosciuto ha trasformato l’idea di rapparci insieme in un chiodo fisso; inutile ripetermi, ribadisco solo che è un king e che mi ha regalato una perla.
Con ragazzi promettenti della mia zona ho collaborato o mi piacerebbe collaborarci, per esempio uscirà una traccia con Fulcro – niente spoiler eheh – e un altro con cui mi piacerebbe fare qualcosa insieme è Sputo dell’Armata del Tronto, che mi gasa tantissimo. Se poi la domanda era riferita a giovani in generale sparsi per l’Italia non ho mai negato un feat se la persona per i miei gusti spacca, a prescindere dall’età o da discorsi tipo trap o rap. Le persone per me sono persone e la musica è musica, non mi piace ghettizzare; diciamo che anche un feat con Darn non mi dispiacerebbe affatto e con Speranza sarebbe un sogno, perché è una macchina da guerra sul palco e per me la prestazione live è tutto, o ancora con quel pazzo di Funky Nano.
Il tuo progetto ha un titolo particolare, “Euterpe”. Come mai questo titolo, hai una passione per la Grecia e riguarda il concept dell’album? Se non fosse così ci dobbiamo aspettare un filo conduttore nel tuo progetto?
Più che per la Grecia ho una passione spropositata per il modello della metro di Atene ahah, ma non ci sono mai stato e mi piacerebbe visitarla e magari pittare. Comunque l’idea del titolo è di Rogo, si può dire che è l’unica richiesta che ha fatto per questo disco e a dire la verità a me è piaciuta subito. “Euterpe”, che sembra una parolaccia, è il nome della musa della musica greca; un concept che mi ha permesso di non avere paletti nei testi, visto che era la musica il vero ed unico filo conduttore. Ho potuto mettere tutto me stesso, come ad esempio i graffiti – che sono una parte abbondantissima della mia vita – ed altre passioni, emozioni e sentimenti, sempre libero da ogni costrizione, visto che dovevo seguire semplicemente la parola musica.
Ci racconti una curiosità su di un brano?
Una curiosità su un brano?! Mmm, te la do su tutti se vuoi: lo sai che ascoltati sono meglio che descritti? Ahah va bene, te ne dico una sul serio: Moder c’ha messo una vita a mandarmi la strofa, ma gli voglio un bene pazzesco. One love a Gold e a tutti i lettori!