Ci sono sempre piaciuti i Local Heroes, per noi veri guerrieri urbani, poeti metropolitani là fuori, paladini delle città in cui vivono, animati da una passione e necessità propria viscerale verso la musica e la cultura Hip Hop. E ci piacciono ancor di più, se provengono da piccole realtà di provincia, come Ferrara in questo caso. Perché ovviamente, è ancora più difficile emergere, e sappiamo quanto sbattimento può esserci dietro a tutto.
Ferrara poi, come ci raccontava tempo fa il buon Cry, è “Desolandia“.
“È una città fuori, esclusiva per necessità, elitaria per vocazione… è quella città dove nulla manca, le persone, il lavoro, gli svaghi, solo, tutto apparentemente statico e immutabile, come se una coltre di polvere trasparente e pluristratificata avesse messo i sigilli alla vita cittadina. A FE capita di tutto ma non lo si sa…“.
Eppure come ricordava sempre Cry, nella città estense ne sono successe di cose fin dagli anni ’90, con la prima crew Doppia L, la jam Suona Il Colore ’98 (dove i padroni di casa DIV, assieme a SPA, TDK e altri writers di talento bombardarono l’allora attivissimo centro sociale), i tanti live e dj set coi maggiori esponenti HH italiani, e molto altro ancora… A Ferrara poi, c’hanno abitato niente meno che Phase 2 (r.i.p.), Gopher D e Kaos One, proprio nel periodo della realizzazione dell’album “L’Anello Mancante” dei Neo Ex, per non scordare poi la presenza carismatica di Soul Boy in città per svariati anni, e in quanto a negozi di dischi o streetwear basti ricordare il Totem con DJ Afghan, lo Slam Jam con Luca Benini, e il Move/Vibra gestito da Smoka e Kino dei KC.
È però passato tanto tempo da allora, molte cose sono cambiate, e altre, forse, sono rimaste uguali, ma l’underground gode ancora di linfa vitale, grazie per l’appunto ai nuovi local heroes, come Ianne aka Giustino Pellegrino in questo caso.
E da “Desolandia“, Ferrara assume così un ulteriore appellativo, quello di “SantaFE: la città incantata“, che è anche il titolo del nuovo disco di Giustino. Lo abbiamo incontrato per una breve chiacchierata (in realtà Ianne è un fiume in piena, e questo ci piace ulteriormente), regalandoci così anche “Tutto scritto“, un brano in anteprima estratto dall’album.
Benvenuto su Goldworld, raccontaci di te. Chi è Giustino Pellegrino?
Io chi sono? Una sik HH head… ogni crew che ho avuto, i Funky Falchi in primis, è sempre stata eterogenea, bboys, aerosol artist, deejay, mc. Così ho avuto l’opportunità di conoscere realtà diverse e confrontarmi con gusti musicali ed attitudini differenti dalla mia. Ho collaborato con tutti in città ed ho girato, contest e concerti, ho ascoltato e sono stato in silenzio. Ho fatto e rifatto e strafatto, ho visto Due sballati al college ma ad ora non vivo un sogno. Mi sbatto per questa vita e collaboro solo con amici che ne sanno, da Anna Pinca per grafiche e design a Talmek per le registrazioni, Zesta da sempre giù con me, come anche i rega di SocialDone ed OCB.
Ad oggi SantaFE sa chi sono, dalla vecchia guardia della SoulLove Recordz, o l’artista grafico Andrea Amaducci, ai giovani PVA, in città tutti lo sanno. Giustino Pellegrino fa il rap. “Il Mio Viaggio ep”, “Just In Case” e “Kundalini”, come anche tutte le altre collaborazioni sono disponibili sul mio omonimo canale YouTube, a breve anche “SantaFE: la città incantata“ e, perché no, qualche altra sorpresa…
Seppur molto giovane, ti stai dando però parecchio da fare, e “Primavera” è il tuo ultimo album, diciamo per adesso, ufficialmente uscito. Che esperienza è stata realizzarlo?
Da 3°Stato, la mia prima vera crew da giovanissimo, a “Primavera” sono passati ben tredici anni. Tredici anni di musica. È andata così… siamo in casa, io e Michele (Aizen), e sono settimane che produciamo, anzi mesi, praticamente un anno ora che ci penso, un anno che facciamo musica insieme, upgrade su upgrade, sbagli su sbagli, modifiche, testi, beat, mix, e ricerche stilistiche. Chiamiamo amici e ragazze ed andiamo al bar qui di fronte, per concederci (a volte) un rapido caffè corretto seguito dall’ennesima sigaretta. Nauseati dalla città così soffocante abbiamo iniziato, coi primi freddi a scrivere i pezzi, qui, in campagna. Non sapendo sarebbe poi uscito veramente come l’album che è. A ME MI PIACE. Ne vado fiero, ne consiglierei veramente l’ascolto a chiunque.
E tra pochi giorni uscirà per l’appunto “SantaFE: la città incantata”. Parlacene un po’…
“SantaFE: la città incantata” riguarda nove tracce con le produzioni di Apoc, Aizen, Talmek, Fsft e Anagogia. Con quest’ultimo abbiamo già fatto uscire il video di “Zion“, sempre estratto dall’album, nel febbraio di quest’anno. Sono tracce selezionate fra l’estate 2015 e quella del 2019. Quattro anni particolari per me. C’è un TSO di mezzo. C’è la convinzione di essere l’Artificial Kid di cui canta il Danno, la preda di Micheal Crichton. Cʼerano il caso ed il kundalini prima, in quel periodo la perdita di me e di ogni convinzione e nullʼaltro.
Sono solo un povero pazzo? Forse… certamente non un pazzo ricco, quindi non un genio come dice Kiave. Passato dalla meditazione al mangiare tabacco, dallo studiare all’università, al portare pizze e fare altri mille lavori, che non mi hanno dato niente se non quei due soldi per la registrazione delle venti e passa canzoni fra cui scegliere per l’appunto quelle dell’album .
Quanto vale un disco al giorno dʼoggi? Il valore, non il prezzo, intendo. Non saprei se sia il contenuto, il vissuto, la qualità del suono, o una combinazione di questi. “SantaFE: la città incantata” di certo non è il disco dell’anno, ne del mese, ne ha le barre più forti, ma è un disco vero. È rap vero. Ed è questo che fa la differenza secondo me al giorno dʼoggi.
Arriviamo a “Tutto scritto”, il brano che ci regali in anteprima…
È un pezzo che è stato prodotto da Apoc, ed è semplicemente solo un altro mio sfogo. Spero vi piaccia.
Cosa rappresenta per te Ferrara, come la vivi? Perché appunto un titolo come “SantaFE: la città incantata”?
Vi dico questo. Mia madre è del ʼ60, figlia dei figli della guerra. Sua madre era sarta, mio nonno non l’ho conosciuto. Mi raccontano, a volte, nei rari pranzi o cene in famiglia, di quando giravano l’Italia per lavoro (Giorgio era operaio per la Montedison e lavorava più in trasferta che a Ferrara, loro sono di qua), e per non separarsi dalla famiglia le portava tutte e tre con se: mia nonna e le loro due figlie. Mia mamma conobbe così mio padre, in Sicilia, anche lui figlio di un operaio in trasferta, cresciuto in una di quelle numerose famiglie del Sud, dove c’era poco, sì, a volte niente, ma non mancava mai nulla. Si trasferirono a Ferrara dove iniziarono a lavorare entrambi come ossessi… anni ʼ80… pare si stesse bene. Non conoscevano nessuno e lavoravano, lavoravano, spesso si incrociavano per poche ore, o si lasciavano post it per comunicare fra di loro. Pochi appoggi e tanti sacrifici.
Io sono del 1993 e sono fortunato. Il mio quartiere è popolare ma non mi hanno mai fatto mancare nulla: avevo le scarpe ortopediche e la piscina contro la scoliosi, e l’istruzione contro la vita di “fame mia, di mio nonno e quella di mio padre”, ma anche io come Marracash il lavoro lo preferisco manuale, ed anche io come Marracash a ogni libro che leggo sembro più STUPIDO.
Qui a Ferrara sono il figlio degli immigrati, ma anche il rapper che si è preso il rispetto di tutti con le skillz e l’umiltà di chi sa di essere un cadetto per alcuni, ed un punto di riferimento per altri. Nella title track di quest’album (scritta nel 2015 e registrata per tre volte, su tre beat differenti, nel disco ascolterete l’ultima versione) dico, che se vedi solo il lato negativo della tua città sarà lei ad abbandonarti, per questo voglio chiamarla SantaFE, per ricordarmi di quanto l’arroganza artistica per cui sono conosciuti i ferraresi, metchata con l’umiltà ed il lavoro sodo con cui la scena sta facendosi vedere, diano risultati.
“La Sacralità dell’oscenità del sudore di chi si sbatte!“
Io sono Giustino Pellegrino, ed a volte mi sento più uno stupido cane che altro, ma quando ho iniziato erano in tre, i più grandi, ed in cinque noi… ora a Ferrara c’è gente che rappa e mette AirForce1 ad ogni angolo di strada, quando una volta a noi ci pigliavano per infermieri… si fottano tutti, un po’ lo devono anche a noi! Un caso? Ditemelo voi. Ora è tardi, scusate ma torno a produrre con Aizen.
“SantaFE: la città incantata” esce su Spotify la settimana prossima, a breve la data precisa. Nel frattempo restate connessi anche sugli altri canali di Giustino Pellegrino: Youtube Instagram Facebook.