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Rap

The Old Skull | “Fantasmi, ruggine e rumore”



Appena terminato il primo ascolto di “Fantasmi, ruggine e rumore”, il nuovo album del gruppo romano The Old Skull, ho tolto le cuffie dalle orecchie e sono rimasto steso qualche minuto a letto per elaborare meglio ciò che stava succedendo nella mia testa.
Non capivo se il sorriso che ormai avevo stampato in faccia da 40 minuti fosse dovuto alla magnificenza del suono di chitarre, basso e batteria oppure dalla grandiosità dei rapper che sputavano barre pazzesche e degli scratch fuori di testa dei DJ.

La risposta è che probabilmente l’unione di questi due generi, da sempre legati, riesce a soddisfare ed emozionare qualsiasi ascoltatore.

“Fantasmi, Ruggine e Rumore” è fuori ovunque.

The Old Skull

The Old Skull

Il progetto The Old Skull nasce a Roma nell’aprile del 2016. Dall’incontro tra i rapper Danno e Francesco Paura con una band di tre elementi, provenienti da diverse realtà del panorama alternative metal romano. Weeping The Black, Thin Wire Unlaced e Black Motel Six.

La band composta da Luca Martino (batteria), Francesco Persia (chitarra), Emanuele Calvelli (basso) raggiunge la formazione completa nel dicembre del 2019, con l’ingresso in pianta stabile di Alex Merola (Setanera) alla seconda chitarra e DJ Snifta (Romanderground).

L’ idea è di coinvolgere alcuni protagonisti della “Old School” del rap italiano, in qualcosa che ha caratterizzato buona parte della musica degli ultimi vent’anni: Il crossover fra rap e metal, che in Italia non ha mai vissuto di una vera luce propria.

Da qui il gioco di parole che da nome al gruppo. Dove troviamo il concetto di “vecchia scuola” (old school) e un simbolo tipicamente rock/metal come il “teschio” (skull).

Il progetto The Old Skull prevede una serie di remix e di inediti. Con la partecipazione di artisti del calibro di: Danno, Francesco Paura, Lucci, Speaker Cenzou, Shaone, Suarez, Chef Ragoo, DSA Commando, DJ Craim, Dj Fastcut e tanti altri.

Copertina di “Fantasmi, Ruggine e Rumore”

La scelta delle collaborazioni, come spiega la band, è nata prima di tutto da una visione comune. La volontà di voler mischiare le carte e sperimentare un percorso che possa accomunare il risvolto italiano di questi due generi senza dover rincorrere gli esempi d’oltreoceano.

L’idea è sempre stata quella di creare un disco dove convergessero elementi di rap classico del passato, ma anche arrangiamenti e suoni contemporanei.

L’esperienza e gli ascolti maturati in vent’anni di musica e la sensibilità di chi tratta con rispetto e attenzione il mondo delle rime. Un album sempre duro e pensante, ma con approcci e colori diversi. Tante chitarre distorte, elettronica, scratch, ritmiche scomposte e pesanti, ma soprattutto rap senza pregiudizi.