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Amy, mon amour…



Ci ha lasciato solo qualche canzone. Il suo irrompere nel mondo della musica è stato sonoro e breve come un lampo. Eppure ha lasciato una scia che rimarrà nel cielo ben più di qualche secondo.

Anche la notizia che lei ci aveva lasciato mi è giunta come un lampo. Qualcuno posta qualcosa su Facebook. E un’amica che lo legge mi dice: “Ma sai che è morta Amy?” E allora, dopo lo sgomento e la ricerca della conferma, eccomi a fare un lento revival dei suoi successi su YouTube. Guardandola cantare di nuovo, solo per me, era come se nulla fosse accaduto. E i miei pensieri hanno cominciato a scivolare veloci. Mi sono chiesta: cos’e’ per me la musica?

Quando ero una ragazzina me la portavo sempre dietro, era la mia colonna sonora, una costante della mia vita. Ho cominciato ad ascoltare musica quando avevo 13 anni. E chi, come me, ha vissuto quell’epoca in modalitá ancora analogica, sa cosa vuol dire acquistare un disco appena uscito, tanto atteso, o magari scoprire un cantante che ha fatto la generazione dei tuoi genitori, ed andarsi a spulciare tutta la sua discografia. Comprare un disco nuovo era un’esperienza unica, il disco te lo ascoltavi per giorni. Ascoltavi e aprivi il Walkman, giravi la cassetta, passavi al lato b, e ricominciava la colonna sonora del film della tua vita.

Poi sono passati gli anni, e mano mano ho pensato a studiare, a crearmi una professionalità, a prendermi il mio posto nel mondo, e la musica l’ho messa da parte, quasi me ne sono dimenticata. Quell’ossessione che non lasciavo nemmeno al pranzo di Natale, con le cuffiette nelle orecchie davanti ai miei parenti, si era ridotta a qualche canzoncina sentita alla radio, di sfuggita, in macchina, in mezzo al traffico…

Invece, un giorno, mi succede qualcosa di straordinario. Sento una voce che spacca e che mi entra dentro senza chiedere il permesso. Mi guardo meglio intorno e vedo che questa voce viene da un corpicino esile e minuto, con due occhi tristi, che lasciano trasparire il grande dolore che si portano dentro. I miei pensieri non sono più gli stessi, e anche se a volte la traduzione è difficile, con quel suo modo biascicato di cantare, non posso smettere di sentirla!

Quel look anni 60 la contraddistingue da tutti. Tutti cercano di copiarla: è già nata una stella! Anche se con dei dettagli trasandati, i capelli gretti, qualche dente che manca, lei per me era e resta unica. Perchè era una cantante soul, una cantante con l’anima.